Viaggio nel paese dei Putin (con l’accento sulla i)
Roma, 2 aprile 2022 – Lontano dalle ultime news della guerra in Ucraina. Siamo nel paese dei Putin… Ma l’accento va messo sulla i. Nella provincia di Vicenza sono in tanti a portare quel cognome, tra Santorso e Costabissara ad esempio. Negli anni passati, la circostanza aveva alimentato la leggenda delle origini italiane del presidente russo. Uno dei tanti misteri da mettere in fila, a partire da quello che circonda l’ex moglie Ljudmila Skrebneva. Ora, dopo l’invasione di Kiev, svanito il buonumore, restano gli alberi genealogici: tutto sarebbe partito da Villaverla.
Il paese dei Putin
“Nel tracciare l’origine del cognome siamo tornati indietro fino al ’400“, racconta al telefono Riccardo Putin, ingegnere a Santorso (Vicenza) e parente di Franco, “che era così somigliante a Vladimir, quando era magro, da essere stato scambiato per lui, nei suoi viaggi da imprenditore nei paesi dell’Est – rivela Giovanni Maria Forte, sindaco civico di Costabissara, al quinto mandato -. Si diceva che un suo avo si fosse trasferito in Russia per costruire la Transiberiana. Chissà…”.
Il mistero delle origini italiane
Ma ora che quel cognome è sulla bocca del mondo – che di sicuro non lo benedice – chi lo porta ha qualche problema? “Ma no, non scherziamo – ribatte il sindaco di Costabissara –. Ho appena mandato un paio di lettere ai miei concittadini contro l’invasione russa dell’Ucraina. Credo siano state apprezzate”.
Putìn o puteo
“Putìn o puteo, per dire bambino piccolo”, è la didascalia dell’ingegner Riccardo. Ormai abituato alle battute, anche di certi suoi camionisti dei paesi dell’Est che entrano in ufficio e gli chiedono: “Ma sei parente?“. E lei? “Io sto sul vago. Direi che siamo almeno in una trentina ad avere questo cognome. Se ho mai pensato di cambiarlo? Assolutamente no, perché dovrei”.
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Giallo
Insomma questa storia andrà archiviata tra i tanti misteri che circondano il presidente russo, dall’ex moglie Ljudmila Putina alla presunta amante Alina Kabaeva, alle figlie Maria Vorontsova e Katerina Tikhonova, alla malattia e al bunker anti atomico. Tutte storie sempre accompagnate da quell’avverbio doveroso: forse.