Vaiolo delle scimmie, ecco la mappa dei casi in Italia e in Europa
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Oltre al nostro Paese l’Oms cita Belgio, Francia, Germania, Portogallo, Spagna, Svezia e Regno Unito
di Nicola Barone
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Sono numeri in continuo aggiornamento quelli dei casi di vaiolo delle scimmie registrati nel mondo. In tutto sarebbero al momento un’ottantina le situazioni segnalate fra conferme e sospetti. Per gli esperti non si tratta di una dinamica che desta particolare preoccupazione pur nella singolarità di come si sta manifestando la malattia. Appare poco probabile comunque l’eventualità che si possa rendere necessario procedere ad una vaccinazione dei contatti stretti con il vaccino antivaiolo.
I tre caratteri “atipici”
Nella lista aggiornata dei Paesi della regione europea figurano il Belgio, la Francia, la Germania, l’Italia, il Portogallo, la Spagna, la Svezia e il Regno Unito. I casi recenti di vaiolo delle scimmie risultano “atipici” per l’Oms. Per diversi motivi. Tutti tranne uno non hanno una storia di viaggi rilevante verso aree in cui il vaiolo delle scimmie è endemico, nell’Africa occidentale o centrale. La maggior parte all’inizio è stata rilevata attraverso i servizi di salute sessuale, in uomini che hanno rapporti sessuali con uomini. Infine, il fatto che siano diffusi in Europa e oltre “suggerisce che la trasmissione potrebbe essere in corso da tempo”.
È l’analisi di Hans Kluge, direttore dell’Oms Europa, che invita a “non discriminare e non stigmatizzare in alcun modo le persone che hanno contratto il vaiolo delle scimmie”. Per l’esperto “la maggior parte dei casi attualmente oggetto di indagine in Europa è finora lieve. Il vaiolo delle scimmie è solitamente una malattia autolimitante e la maggior parte delle persone infette guarirà entro poche settimane senza trattamento. Tuttavia, la malattia può essere più grave, specialmente nei bambini piccoli, nelle donne in gravidanza e negli individui immunocompromessi”.
Dal Covid l’esperienza “guida”
Di norma il vaiolo delle scimmie non si differenzia facilmente tra gli esseri umani e richiede uno stretto contatto con il virus che entra nel corpo attraverso la pelle rotta, il tratto respiratorio, gli occhi, il naso e la bocca e attraverso i fluidi corporei. Il modo principale in cui può diffondersi è attraverso uno stretto contatto fisico, compreso quello di tipo sessuale.
“Mentre entriamo nella stagione estiva nella regione europea, con raduni di massa e feste, temo che la trasmissione possa accelerare, poiché i casi attualmente rilevati sono tra quelli che praticano attività sessuale e i sintomi non sono familiari a molti”, prosegue sottolineando che anche l’igiene delle mani e delle vie respiratorie, insieme ai dispositivi di protezione individuale e all’isolamento, sono misure fondamentali per ridurre la trasmissione, le stesse misure che sono legate al Covid.