Un seminario e un premio: perché adoriamo le serie tv ambientate in corsia
Schiere di fans che non hanno mai perso una puntata delle varie stagioni televisive. Spettatori affezionati a quei camici bianchi e a quelle divise da chirurgo, immedesimati nelle storie d’amore fra il responsabile di corsia e l’operatore in prima linea al pronto soccorso. Platee coinvolte e palpitanti per la sorte dei pazienti, affidata al personale di turno dell’ospedale, oppure al ruvido, ma geniale primario.
Stiamo parlando del popolarissimo genere “medical drama”, il soggetto cinematografico costruito in ambiente sanitario che ha visto salire in vetta ai dati auditel, serie tv come le americane E.R., Dr House e Grey’s Anatomy, o come l’italianissima Doc – nelle tue mani.
In realtà tutto ha avuto inizio negli anni Sessanta con lo sceneggiato a puntate Il dottor Kildare e poi con General Hospital. A rompere lo schema della storia a sfondo drammatico, ma intrisa di buoni sentimenti e lieti fini, ci avevano poi pensato, all’inizio degli Anni 70, gli autori di una delle serie più longeve, ovvero M*A*S*H, dove i protagonisti erano i membri dello staff medico dell’esercito Usa durante la guerra di Corea. Il celebre coroner di Quincy aveva poi fatto virare il genere, una decina di anni dopo, verso le sfumature del thriller, raccogliendo, anche in questo caso, indistruttibili consensi.
Una storia antica, dunque, quella del “medical drama”; e tutto fa pensare che la popolarità del filone vivrà ancora anni d’oro nel futuro a venire. Ma, fino a che punto i medical drama aiutano nell’educazione alla salute degli italiani? le informazioni che veicolano sono corrette? Insegnano a noi e ai nostri medici a rispettarci e comprenderci vicedenvolmente? Su queste domande si articola il premio istituito da Salute “Ciack si cura”, attribuito alla migliore fiction made in Italy da una giuria eccellente: Valentina Cappi, Daniela Cardini, Saverio Cinieri, Dario Manfellotto, Guglielmo Pescatore, Gabriella Pravettoni, Daniela Trabattoni, coordinata da Letizia Gabaglio e Daniela Minerva. La giuria assegnerà il premio nel corso della cerimonia di chiusira del Festival di Salute, il 22 ottobre prossimo.
Che cosa spinge il pubblico a tuffarsi in storie riguardanti la salute e quindi inevitabilmente condite da sofferenza e disagio? Quale meccanismo scatta nella mente di chi guarda una fiction che mostra sale operatorie, sangue, strumenti chirurgici, situazioni emergenziali, tragedie umane? Ci si immedesima nei pazienti o in coloro che li aiutano e li salvano con un complicato slalom quotidiano fra mestiere e vita privata?
Ebbene le ragioni del successo duraturo e solido di questo genere televisivo saranno esplorate in un incontro organizzato per il prossimo 12 maggio presso l’Università IULM, dove si confronteranno studiosi, giornalisti, medici e professionisti della TV. Fulcro del meeting, il consistente progetto sul tema del “medical drama” come ecosistema narrativo che vede coinvolte le Università di Bologna, Urbino, Milano Cattolica e IULM e che è stato finanziato dal Ministero della Ricerca Universitaria (MUR).
Una mattinata densa, in compagnia di studiosi appartenenti alle diverse unità di ricerca, i quali esporranno le tematiche principali su cui si articolerà il percorso triennale del progetto.
Seguirà una tavola rotonda, organizzata in collaborazione con la testata specializzata Salute del Gruppo Editoriale GEDI, grazie alla quale la riflessione si estenderà all’ambito giornalistico, medico-specialistico e televisivo.
Ecco gli orari e i temi dei vari interventi previsti nell’Aula Seminari dell’Università a Milano.
• Ore 10.00: Saluti del Rettore IULM Prof. Gianni Canova
• Ore 10.15: Guglielmo Pescatore, Università di Bologna – Perché ci piace il medical drama
• Ore 10.30: Stefania Antonioni, Università di Urbino – Cuori (e batticuori). Le evoluzioni del medical drama italiano contemporaneo
• Ore 10.45: Marta Rocchi, Università di Bologna – Le formule dei medical dramas statunitensi
• Ore 11.00: Dom Holdaway, Università di Urbino – Lo stardom delle serie medical italiane contemporanee
• Ore 11.15: Matteo Tarantino, Università Cattolica del S. Cuore – Le serie medical cinesi nell’epoca del COVID-19
La tavola rotonda
Alle 12 tavola rotonda con Daniela Minerva, Direttrore di Salute, la piattaforma multimediale del Gruppo Editoriale GEDI, Daniela Cardini, Università IULM, Gabriella Pravettoni, Direttrice Psiconcologia IEO, Francesco Arlanch, sceneggiatore DOC-Nelle tue mani, Omar Schillaci, Vicedirettore Sky TG24.