Un articolo del “Mail on Sunday” sta creando trambusto nella politica britannica

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Domenica il tabloid britannico Mail on Sunday ha pubblicato un articolo in cui insinua, in maniera del tutto pretestuosa e con toni sessisti e maschilisti, che la deputata Laburista Angela Rayner nel corso degli interventi in parlamento del primo ministro Conservatore Boris Johnson accavallerebbe le gambe in modo provocante per distrarlo. Il giornale, che è l’edizione domenicale del Daily Mail, tabloid tanto popolare nel Regno Unito quanto screditato per la qualità scadente dei suoi contenuti, ha citato come fonte di questa insinuazione un anonimo parlamentare Conservatore.

Subito dopo la pubblicazione dell’articolo, il giornale è stato ampiamente criticato e accusato di sessismo e misoginia. Le accuse sono arrivate innanzitutto da Rayner e dai suoi colleghi di partito, ma anche dai Conservatori e dallo stesso Johnson.

L’articolo, scritto da Glen Owen, responsabile della politica per il Mail on Sunday, si apre con il titolo “I Conservatori accusano Rayner di uno stratagemma alla Basic Instinct per distrarre Boris”, in cui si fa riferimento alla nota scena del film del 1992 con protagonista Sharon Stone in cui quest’ultima accavalla le gambe durante un interrogatorio, rivelando di non indossare biancheria intima.

Nell’articolo l’anonimo parlamentare Conservatore sostiene che a Rayner “piaccia distrarre il primo ministro quando [Johnson] prende parola al centro dell’aula”, e che lei “metta in scena una versione parlamentare “vestita” della famosa scena di Basic Instinct”. Nell’articolo il parlamentare Conservatore insinua inoltre che Rayner “sa che non può competere” con le capacità di dibattito di Johnson, ma aggiunge, facendo impliciti riferimenti sessuali, che “ha altre qualità che a lui mancano”. Il parlamentare accusa inoltre Rayner di avergli rivelato tutto ciò che lei stessa, “mentre bevevano un drink sulla terrazza del parlamento”.

I Tories accusano la laburista Angela Rayner di aver usato il Basic Instinct per distrarre Boris Johnson: pic.twitter.com/4FOmi2r8HK

– MoS_Politics (@MoS_Politics) 23 aprile 2022

Dopo la pubblicazione dell’articolo, Rayner ha detto che quanto scritto dal Mail on Sunday è la dimostrazione del sessismo e della misoginia che ogni giorno devono subire le donne che fanno politica. Ha scritto su Twitter che tutte le accuse che le vengono rivolte nell’articolo sono basate solo sul fatto “di essere una donna, di avere delle gambe e di indossare vestiti”.

Alle sue critiche si sono aggiunte poi quelle di Keir Starmer, leader del Partito Laburista, che ha detto che quanto scritto dal giornale è frutto di una cultura misogina di cui è intriso tutto il parlamento britannico.

Boris Johnson ha commentato l’articolo domenica, scrivendo su Twitter: “per quanto non sia d’accordo con Angela Rayner su quasi tutte le questioni politiche, la rispetto come parlamentare e deploro la misoginia diretta oggi contro di lei in modo anonimo”. Lunedì è tornato sulla questione, dicendo che quanto successo è intollerabile. Ha aggiunto che il parlamentare che ha detto quelle cose subirà “i terrori della Terra” (una citazione della tragedia di William Shakespeare Re Lear), se mai si dovesse scoprire la sua identità.

Lunedì lo speaker della Camera Lindsay Hoyle ha detto che convocherà il direttore del Mail on Sunday perché riferisca in parlamento sulla questione. Nelle ultime ore si è anche discusso della possibilità di ritirare all’autore dell’articolo il pass per accedere alle aree parlamentari riservate ai giornalisti che seguono la politica.

Non è la prima volta che si accusa di cultura sessista il parlamento britannico, dove le donne rappresentano una netta minoranza (225 sui 650 parlamentari della Camera dei Comuni, e 222 sui 798 della Camera dei Lord). Negli ultimi anni erano anche emersi diversi casi di molestie sessuali e abusi psicologici nei confronti di donne che lavoravano in parlamento da parte di politici maschi.

Il caso dell’articolo del Mail on Sunday arriva in un momento particolarmente delicato per i Conservatori e per Johnson, la cui stabilità era stata seriamente minata dal cosiddetto Partygate, lo scandalo delle feste organizzate durante la pandemia, per cui lui e il ministro dell’Economia Rishi Sunak erano stati multati. Sunak era finito inoltre al centro di un altro grosso scandalo di elusione fiscale riguardante sua moglie.

– Leggi anche: La misoginia istituzionale della polizia britannica

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