Ultimo appello di Kiev: “Finite le munizioni. Altre armi o perdiamo”. Mosca prepara la festa

11 Giugno 2022 – 06:00

Gli 007 ucraini: “Stiamo perdendo la prima linea. Dipendiamo dagli occidentali”. Il Cremlino punta al controllo del Lugansk entro domani.

Ultimo appello di Kiev:

Putin avrebbe dovuto prendersi il Donbass ieri, ma adesso punta a domani, giorno della festa nazionale della Federazione russa. Questi continui slittamenti dimostrano quanto la resistenza ucraina sia efficace, ma la difesa a oltranza potrebbe concludersi da un momento all’altro. L’allarme arriva dal vice capo dell’intelligence militare Vadym Skibitsky, che al Guardian denuncia la mancanza quasi totale di munizioni e invita l’Occidente a provvedere. «Questa è ormai una guerra di artiglieria. I fronti sono il luogo in cui si deciderà il futuro. Tutto ora dipende da ciò che l’Occidente ci offrirà. Stiamo utilizzando tra i 5 e i 6.000 proiettili al giorno, abbiamo quasi finito tutti i colpi e la quantità di consegne si sta riducendo». Mikhaylo Podolyak, consigliere del presidente Zelensky, parla invece alla Bbc delle perdite di vite umane. «Le forze armate ucraine perdono dai 100 ai 200 uomini al giorno. Per livellare le forze in campo nel Donbass servono molti pezzi d’artiglieria». In soccorso potrebbe arrivare la Francia: nel corso di un colloquio telefonico con Zelensky, Macron ha confermato di mobilitarsi «per soddisfare i bisogno dell’Ucraina, anche attraverso la fornitura di nuove armi pesanti».

Mercoledì scorso le truppe che stanno combattendo a Severodonetsk sembravano sul punto di arrendersi. Il confronto di un soldato ogni 10 del nemico è impietoso, ma lo spirito d’abnegazione sta facendo la differenza e i comandanti Zaluzhny e Muzenko sono riusciti a convincere i soldati a non arretrare. Tutto questo però potrebbe rapidamente concludersi, secondo il ministro degli Esteri russo Lavrov. «Noi siamo pronti al dialogo, ma bisogna essere in due per ballare il tango. E Kiev non ha mostrato alcuna intenzione di sedersi al tavolo».

Proprio sul fronte di Severodonetsk, la Russia ha ripreso il controllo della maggior parte della città, ma le sue forze non sono riuscite a circondare il nord e il sud. Severodonetsk, Lysychansk e altre località del Donbass, che gli occupanti considerano gli obiettivi primari, sono ancora in piedi. Ieri le truppe di Mosca hanno distrutto il palazzo di ghiaccio della località mineraria. «Quasi 50 anni di storia dello sport e sviluppo culturale sono andati in fumo», racconta sui social il governatore del Luhansk Sergiy Haidai. Mentre da MOsca fanno sapere che le forze russe hanno completamente circondato l’impianto Azot, dove è concentrato «un piccolo gruppo» di resistenza ucraina che è bloccata.

Non riuscendo a sfondare definitivamente a Severodonetsk, gli uomini del comandante Zhidko, assieme a unità militari dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, stanno puntando su Slavyansk, 85 chilometri a sud ovest. Nell’area sono già riusciti a prendere il controllo di 235 insediamenti. L’esercito russo sta cercando punti deboli nelle difese ucraine anche vicino al fiume Siverskyi Donets, mentre continuano a bombardare Kharkiv. Cinque civili sono stati uccisi e 14 feriti durante il lancio di missili che è proseguito per tutta la giornata. Gli invasori hanno colpito anche gli insediamenti del nord-est, danneggiando edifici residenziali a Zolochiv. I caccia Su-25 hanno lanciato missili su Marinka e Krasnohorivka.

Ancora orrore a Mariupol, dove i russi rimuovono le macerie senza più estrarre i cadaveri dei civili. I corpi, assieme ai detriti, vengono stoccati nelle discariche della riva sinistra del fiume Kalmius e nel distretto di Primorsky. Sempre a sud il sindaco di Mykolaiv, Oleksandr Senkevych, denuncia che la città portuale continua a essere martellata quotidianamente dall’artiglieria in tutte le direzioni. Colpiti tra gli altri quattro silos di grano tra i più capienti del Paese. Situazione difficile anche a Odessa, dove però la Francia è pronta a partecipare a un’operazione per sminare il porto, in modo da consentire alle navi contenenti grano di transitare in sicurezza. «Siamo a disposizione delle parti – ha dichiarato un consigliere dell’Eliseo – affinché venga organizzata un’operazione che consenta di accedere al porto di Odessa in totale sicurezza, così da far passare navi nonostante le acque siano state minate». Nel mar Nero i russi tuttavia hanno 40 missili da crociera puntati contro la località portuale.

Cresce la preoccupazione anche a Kiev. In Bielorussia sono stati schierati ieri dalle truppe di Mosca sistemi missilistici iskander. L’esercito russo è di stanza in dieci insediamenti sul bordo dalla regione di Zytomyr. La minaccia di nuovi attacchi è concreta.

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