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Ucraina, ucciso il primo volontario italiano. Chi era Edy Ongaro “Bozambo”

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1 Aprile 2022 – 08:34




Edy Ongaro, nome di battaglia Bozambo, è stato ucciso in battaglia a nord di Donetsk. Aveva 46 anni e combatteva con le forze separatiste del Donbass







Ucraina, ucciso il primo volontario italiano. Chi era Edy Ongaro






Sangue italiano sulla guerra in Ucraina. Edy Ongaro, nome di battaglia Bozambo, è stato ucciso in battaglia a nord di Donetsk, nel villaggio di Adveedka. Aveva 46 anni e combatteva con le forze separatiste del Donbass.

La ricostruzione dei fatti

Edy aveva 46 anni, originario di Giussago di Portogruaro, provincia di Venezia, e ha trovato la morte in trincea. È stato ucciso da una bomba a mano lanciata dal nemico, nel suo caso l’esercito ucraino. Dalle prime ricostruzioni sembra che l’uomo, una volta resosi conto del pericolo, si sia gettato sull’ordigno facendo barriera con il suo corpo. “Si è immolato eroicamente per salvare la vita ai suoi compagni“, ha scritto il Collettivo Stella Rossa – Nordest su Facebook, sulla base di quanto riferito dai russi.

La notizia della morte di Edy è stata confermata nella tarda serata dello scorso 31 marzo all’Ansa da Massimo Pin, amico di Ongaro, in contatto con esponenti della della carovana antifascista che si trova nell’Oblast. “Purtroppo è vero“, ha dichiarato Pin. I compagni di battaglia in Donbass sono stati informati della morte di Edy da ufficiali della milizia popolare di cui faceva parte. Prima di comunicarlo, sembra che abbiano informato il padre e il fratello della vittima.

Chi era Edy Ongaro

Sulla pagina Facebook del Collettivo Stella Rossa – Nordest si legge che Edy Ongaro era “puro e coraggioso” anche se “fragile“. In Italia aveva “commesso degli errori” ma nel Donbass era in qualche modo riuscito a trovare il “suo riscatto” dedicando tutta la sua vita “alla difesa dei deboli e alla lotta contro gli oppressori“. Il 46enne ha servito per anni nelle fila di vari corpi delle milizie popolari del Donbass “fino alla fine dei suoi giorni“.

Archiviando apologie e agiografie della sua vita, e limitandoci soltanto agli aspetti nudi e crudi, sappiamo che Edy ha effettivamente avuto una vita piuttosto complessa. In Italia, negli ultimi anni e prima di partire per l’Ucraina, era disoccupato. Nel 2015 è stato coinvolto nell’aggressione di un barista mentre conta alle spalle una permanenza di tre anni in Spagna, dove ha raccontato di aver “imparato molto sulla guerra civile spagnola“.

La scelta del Donbass

In seguito ecco la decisione del Donbass. Qui entra a far parte della brigata Prizrak, un battaglione di miliziani comporto da elementi provenienti da ogni parte d’Europa che combatte contro Kiev a favore della causa indipendentista filorussa. Dopo il suo arrivo in terra ucraina, nel corso di un’intervista, si mostrava sicuro di sé.

Non mi sento patriota, sono internazionalista e vicino agli esseri umani, i poveri, chi è uguale a me. Finché il sangue scorrerà da qui non uscirò mai. La mia scelta è di restare qui“, aveva dichiarato come sottolineato dall’Ansa.

Il resto è praticamente il presente. Con l’approssimarsi del conflitto ucraino, sui social sottolineava il suo entusiasmo per la decisione di Vladimir Putin, convinto di lanciarsi ancora contro “le forze nazifasciste” di Kiev.




























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