Ucraina: Segre, non è concepibile nessuna equidistanza
“Non è concepibile nessuna equidistanza: se vogliamo essere fedeli ai nostri valori, dobbiamo sostenere il popolo ucraino che lotta per non soccombere all’invasione, per non perdere la propria libertà.
Questo sostegno non può e non deve significare inimicizia nei confronti del grande popolo russo, anzi. Anche questo popolo subisce le conseguenze nefaste delle scelte e della condotta disumana dei suoi governanti. Condotta che reca offesa alla memoria dei 20 milioni di caduti dell’Unione Sovietica, dunque russi e ucraini insieme, nella guerra vittoriosa contro il nazifascismo”. Così la senatrice a vita, Liliana Segre, in un passaggio del suo intervento in videocollegamento con il 17/o Congresso nazionale dell’Anpi.
“La guerra assurda e sanguinosa che all’improvviso è tornata a sconvolgere il cuore della nostra Europa provoca in me un orrore che non mi è facile descrivere – ha osservato la senatrice sopravvissuta all’Olocausto : quelle bombe sulle case, quelle famiglie in fuga, quei padri che baciano i figli forse per l’ultima volta e tornano indietro per combattere. Quanti ricordi di un terribile passato, che non avrei mai immaginato di rivedere così vicino a noi”.
A giudizio di Segre, ancora, “anche rispetto a questa mostruosità della guerra la nostra Costituzione ci offre una guida sicura, se riusciamo a declinare in chiave universale i suoi precetti. Infatti, l’aggressione immotivata e ingiustificabile contro la sovranità dell’Ucraina rappresenta proprio l’esempio evidente del tipo di guerra che, più di ogni altro, l’articolo 11 della Costituzione ci insegna a ‘ripudiare’: la guerra come ‘strumento di offesa alla libertà degli altri popoli’. E la resistenza del popolo invaso rappresenta l’esercizio di quel diritto fondamentale di difendere la propria patria, che l’articolo 52 prescrive addirittura come ‘sacro dovere”.
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