Ucraina Russia, news di oggi sulla guerra | Zelensky: «Mariupol quasi distrutta, ora rischia Odessa»

di Lorenzo Cremonesi, Giusi Fasano, Andrea Nicastro, Marta Serafini, Paolo Foschi

Le notizie di giovedì 7 aprile sulla guerra, minuto per minuto. Zelensky: «Mariupol quasi distrutta, ora rischia Odessa». Il Pentagono: i russi si sono ritirati da Kiev e da Kharkiv. La Cina chiede un’inchiesta sul massacro di Bucha

• La guerra in Ucraina è al 43esimo giorno, di trattative non si parla più, e i combattimenti infuriano nell’est del Paese, dove la gente continua a scappare. La Nato non esclude che il conflitto possa durare anni, ma il riarmo ucraino procede massiccio e la controffensiva sembra possibile.


• Oggi i ministri degli Esteri della Nato si incontrano a Bruxelles: si parlerà di possibili nuovi invii di armi — anche pesanti — a Kiev. Ma Biden per ora non sembra intenzionato ad affondare il colpo, militarmente, contro Putin.


Zelensky, dopo essere intervenuto al Consiglio Onu, nella notte ha definito «spettacolari» le nuove sanzioni, ma ha avvertito che non bastano: «Sanzioni deboli saranno interpretate da Putin come un via libera a continuare»



Gli Usa hanno sanzionato le figlie adulte di Putin e la figlia di Lavrov.

È prevista domani la visita di Von der Leyen e Borrell a Kiev.

• Media ucraini: Kharkiv bombardata 48 volte in 24 ore.

Ore 14.08 – La Russia lancia un satellite militare


«Un razzo Soyuz-2.1b di medie dimensioni con un satellite del ministero della Difesa russo è stato lanciato con successo dalla rampa di lancio n. 43 presso il sito di lancio n. 3 del cosmodromo sperimentale statale del ministero della Difesa russo (il cosmodromo di Plesetsk nella regione di Arkhangelsk ) alle 14:20 ora di Mosca di giovedì 7 aprile». Ne ha dato notizia il ministero della Difesa russo, riporta Interfax.

Ore 13.50 – Kuleba: da alcuni alleati Nato in arrivo aiuti concreti


Dmytro Kuleba, oggi a Bruxelles, ha scritto su Twitter: «Ho partecipato alla riunione dei ministri degli Esteri della Nato. Forte senso di unità verso l’Ucraina tra gli alleati e i partner. Ancora più importante, una forte determinazione a fare passi molto concreti per sostenerci. Ho esposto le priorità e sottolineato l’urgenza. Una risposta da parte di alcuni alleati sta arrivando».

Took part in the NATO Foreign Ministerial. Strong sense of unity behind Ukraine among allies and partners. More importantly, a strong resolve to take very concrete steps to support us. I laid out priorities and stressed the urgency. Follow-up from a number of allies are coming. pic.twitter.com/PZZFj48muJ

— Dmytro Kuleba (@DmytroKuleba) April 7, 2022

Ore 13.49 – Mosca accusa: «L’Italia indecente sulle sanzioni»

La posizione dell’Italia sulle sanzioni alla Russia è «indecente»: lo ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova intervenendo al programma di Solovyov.

Ore 13.35 – Lavrov: «Kiev mina il dialogo e fa marcia indietro sulle proposte fatte a Istambul, ma la Russia prosegue i colloqui»

L’incapacità di Kiev di fare accordi sottintende un piano per tirare alla lunga e mette a repentaglio il dialogo con la Russia. Lo ha dichiarato il ministro degli esteri Serghiei Lavorov, che accusa l’Ucraina di fare marcia indietro rispetto alle sue proposte fatte durante i negoziati di Istanbul. Precisando però che Mosca continuerà ad avere colloqui con l’Ucraina presentando la propria proposta di accordo nonostante le provocazioni, come riporta la Tass.

Ore 13.31 – Di Maio vede Borrell, l’Ue sia compatta e agisca per la pace


«Confronto costruttivo con Josep Borrell. L’Unione europea deve continuare a mostrarsi compatta contro l’aggressione russa dell’Ucraina e agire per raggiungere al più presto una tregua, ristabilendo la pace». Lo scrive su Twitter il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

Ore 13.30 – Draghi: «Ue pronta a nuove sanzioni sull’energia»


Dopo l’incontro con il primo ministro olandese Mark Rutte, il premier italiano Mario Draghi ha dichiarato che l’Unione europea è pronta a «nuovi passi sul fronte dell’energia» per sanzionare la Russia. «Pagare questi prezzi del gas, completamente diversi dai prezzi del gas mondiale, significa finanziare in un certo senso, in modo inconsapevole e indiretto, la guerra. Se non si riesce a fare un blocco, l’alternativa potrebbe essere imporre un tetto al prezzo del gas. Questa è una alternativa di cui abbiamo brevemente discusso con Mark» Rutte, il primo ministro olandese, «che continueremo a esaminare». Per quanto riguarda il conflitto Draghi afferma: «Ribadiamo la ferma condanna per le stragi di civili documentate in questi giorni, va fatta piena luce sui crimini di guerra, Mosca dovrà rendere conto di quanto accaduto. Cessi le ostilità».

Ore 13.28 – Amato, armi all’Ucraina? Risposta in Costituzione e trattati «Credo che gli articoli della Costituzione assieme agli articoli sulla solidarietà della Nato e della Ue, ancorché riguardino solo gli Stati membri, dicono abbastanza su ciò che l’Italia è abilitata a fare in base alla Costituzione, sempre tenendo conto della priorità della pace e dei mezzi pacifici». Così il presidente della Corte costituzionale Giuliano Amato in conferenza stampa, rispondendo a una domanda sull’idea che l’Italia possa inviare le armi all’Ucraina, richiamando la guerra in Iraq e sottolineando le differenze.

Ore 13.18 – Zelensky: «Mariupol praticamente distrutta, ora rischia Odessa»


Mariupol «era una città di mezzo milione e ci sono ancora circa 100mila persone. Ma non c’è praticamente nessun edificio integro. La stragrande maggioranza degli edifici della città è completamente distrutta. L’esercito russo ha distrutto tutto: ospedali, ospedali per la maternità, condomini e il teatro cittadino, dove i civili si nascondevano dalle bombe. Mariupol è quasi distrutta». Così il presidente ucraino Zelensky in un intervento al Parlamento greco. Oggi, ha aggiunto, la Russia potrebbe tentare di distruggere Odessa: «Dobbiamo salvare Odessa dalla distruzione subita da Mariupol».

Ore 13.10 – Berlino e 10 Paesi, Ue sia indipendente da energia russa


Un gruppo di undici Paesi europei, guidati dalla Germania, chiede di accelerare i negoziati sul pacchetto Fit-for-55 per la neutralità climatica dell’Ue e tagliare al più presto i legami energetici con la Russia. «Dobbiamo mantenere la stessa unità e determinazione» mostrata con le sanzioni contro Mosca «anche per diventare quanto prima indipendenti dai combustibili fossili russi, accelerando la transizione verso la neutralità climatica nell’Ue al più tardi entro il 2050», si legge in una lettera aperta firmata da Germania, Austria, Danimarca, Spagna, Finlandia, Irlanda, Olanda, Lussemburgo, Lettonia, Svezia e Slovenia.

Ore 13.09 – G7, sostegno incrollabile a Kiev, pronti a più armi e fondi


«Alla presenza del ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, abbiamo espresso oggi la nostra sincera solidarietà al popolo ucraino e le nostre più sentite condoglianze alle vittime di questa guerra e alle loro famiglie. Sottolineiamo il nostro incrollabile sostegno all’Ucraina all’interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale ed esprimiamo la nostra disponibilità per ulteriore assistenza, anche con attrezzature militari e mezzi finanziari, per consentire all’Ucraina di difendersi dall’aggressione russa e di ricostruire il Paese». È quanto si legge nella nota dei ministri degli Esteri del G7 al termine della riunione a Bruxelles.

Ore 13.01 – G7: «Sospendere Russia da Consiglio diritti umani»


«Siamo convinti che ora sia il momento di sospendere l’adesione della Russia al Consiglio per i diritti umani» dell’Onu. È quanto si legge in una nota dei ministri degli Esteri del G7 sulla «guerra di aggressione russa contro l’Ucraina».

Ore 12.57 – Peskov: «Putin fuori dal G20? Verificheremo»


Mosca verificherà le notizie riportate dai media secondo le quali alcuni leader del G20 si oppongono alla partecipazione di Putin al vertice: in base alla situazione prenderemo una decisione, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, nel corso di un briefing alla stampa. «Chiariremo questa cosa», ha detto Peskov. «Dopotutto, l’Indonesia è il Paese che presiede e organizzatore. Naturalmente, saremo orientati in primo luogo verso gli organizzatori. La posizione riguardo alla partecipazione sarà determinata in base a come si sviluppa la situazione».

Ore 12.54 – Ministri Esteri G7: condanniamo atrocità commesse a Bucha


«Noi, i ministri degli Esteri del G7 e l’Alto Rappresentante dell’Ue, condanniamo con la massima fermezza le atrocità commesse dalle forze armate russe a Bucha e in un altre città ucraine». È quanto si legge in una nota sulla «guerra di aggressione russa contro l’Ucraina». «Immagini inquietanti di civili uccisi, vittime di torture e apparenti esecuzioni, così come notizie di violenze sessuali e distruzione di infrastrutture civili, mostrano il vero volto della brutale guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina e il suo popolo», proseguono i ministri del G7. «I massacri nella città di Bucha e in altre città ucraine saranno iscritti nell’elenco delle atrocità e delle gravi violazioni del diritto internazionale», aggiungono.

Ore 12.48 – Bbc, su tv russe Bucha raccontata come «messinscena»


Le televisioni russe hanno trasmesso l’orrore di Bucha, ma ai telespettatori è stato spiegato che quelle immagini raccapriccianti erano state inscenate dai funzionari ucraini con l’aiuto dell’Occidente. Così la corrispondente da Mosca di Bbc News, Jenny Hill, spiegando come da settimane le tv mandino in onda una realtà parallela in cui presentatori e opinionisti riferiscono dei successi dell’operazione speciale militare in Ucraina, presentata non come una guerra ma come la «difesa eroica» della madrepatria da parte dei soldati russi. Nello specifico del massacro di Bucha, sono state mandate in onda le immagini dei corpi a terra nelle strade della cittadina alle porte di Kiev, delle fosse comuni e il terribile racconto dei testimoni, ma i media si sono allineati alla narrativa del Cremlino. La conduttrice di talk Olesya Loseva è arrivata a suggerire che la città di Bucha sia stata scelta deliberatamente perché Biden aveva usato recentemente la parola «butcher» (macellaio) per descrivere Putin: così «per gli americani questa parola sarebbe stata chiara».

Ore 12.44 – Parlamento Ue approva risoluzione per embargo energia


Il Parlamento europeo ha adottato oggi una risoluzione per chiedere più sanzioni contro la Russia e un emendamento che chiede un embargo completo e immediato dell’Ue sulle importazioni russe di petrolio, carbone, combustibile nucleare e gas. L’emendamento è stato approvato è passato con 413, 93 contrari e 46 astenuti. La risoluzione è stata approvata con 513 voti a favore, 22 contrari e 19 astenuti.

Ore 12.43 – Sindaco Bucha, finora trovati corpi di 320 civili


«A ieri sera erano 320 le vittime civili, il numero dei corpi ritrovati cresce ogni giorno». Così il sindaco di Bucha, Anatoliy Fedoruk, citato da Unian. I cadaveri «si trovano in tenute private, parchi, piazze, dove era possibile seppellire i corpi quando non c’erano bombardamenti. La gente cercava di seppellire i morti in modo che i cani non li trovassero» ha detto il sindaco Bucha, «in quasi il 90 per cento dei corpi c’erano ferite da proiettile, non schegge».

Ore 12.42 – Media, Kharkiv bombardata 48 volte in 24 ore


Le truppe russe hanno bombardato le infrastrutture civili di Kharkiv 48 volte nelle ultime 24 ore. Tre persone sono state uccise a Balakliya. Così Oleh Synehubov, governatore dell’oblast di Kharkiv citato da The Kyiv Independent.

Ore 12.35 – Ue, von der Leyen porterà a Kiev totale solidarietà


«La presidente von der Leyen porterà al presidente Zelensky e a tutti gli ucraini un messaggio di totale solidarietà da parte dell’Unione europea di fronte all’invasione da parte della Russia» e «certamente ribadirà e discuterà tutto il sostegno che l’Ue sta dando e continuerà a dare all’Ucraina in queste difficili circostanze». Lo ha dichiarato il portavoce della Commissione europea, Eric Mamer, alla vigilia della visita a Kiev della presidente della Commissione. L’aiuto di Bruxelles verrà ribadito in vista «della conferenza dei donatori che avrà luogo sabato a Varsavia».

Ore 12.32 – Riunione ambasciatori Ue sulle sanzioni si aggiorna alle 18


La riunione del Coreper con i rappresentanti permanenti degli Stati membri presso l’Ue per decidere sul quinto pacchetto di sanzioni è stata sospesa e si aggiorna alle 18. Lo si apprende da fonti diplomatiche Ue: «C’è accordo generale sul pacchetto ma sono necessari aggiustamenti tecnici. La previsione è che oggi si arrivi all’accordo».

Ore 12.29 – Fonti Ue: Germania ottiene rinvio inizio embargo carbone Nella riunione degli ambasciatori Ue al Coreper la Germania avrebbe chiesto e ottenuto una proroga per l’entrata in vigore dell’embargo sul carbone contro la Russia rispetto alle date inizialmente previste. Lo hanno riferito a LaPresse fonti diplomatiche Ue. La riunione per decidere l’approvazione del quinto pacchetto di sanzioni è ancora in corso.

Ore 12.27 – Sindaco Dnipro invita donne, bimbi e anziani a lasciare città


Il sindaco di Dnipro, Boris Filatov, ha invitato «donne, bambini, anziani e chi non è coinvolto nella gestione delle infrastrutture critiche» a lasciare la città e spostarsi nella zona ovest del Paese. Lo riporta Ria Novosti.

Ore 12.23 – Kiev, 10 corridoi umanitari per evacuazione civili da est

La vice premier ucraina Iryna Vereshchuk ha reso noto che le forze russe hanno concordato per oggi 10 corridoi umanitari per l’evacuazione dei civili in tre regioni orientali dell’Ucraina. La Russia dovrebbe intensificare la sua campagna militare per il controllo dell’est dell’Ucraina nei prossimi giorni e settimane.

Ore 12.21 – Lukashenko: «Non ci possono essere negoziati senza la partecipazione della Bielorussia»


«Non ci possono essere negoziati senza la partecipazione della Bielorussia». Ad affermarlo è il presidente della Bielorussia, Aleksandr Lukashenko, secondo quanto riferisce l’agenzia bielorussa Belta. «Non ci possono essere negoziati senza la partecipazione della Bielorussia. La posizione della Bielorussia dovrebbe essere ascoltata in questi negoziati, ovviamente», ha affermato.

Ore 12.17 – Cremlino, risponderemo a frenetiche sanzioni Occidente

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha definito le nuove sanzioni contro Mosca una continuazione della «linea frenetica» dell’Occidente. «La Russia risponderà senza dubbio e lo farà come ritiene opportuno», riporta la Tass.

Ore 12.15 – Media: sirene antiaeree a Leopoli


A Leopoli, nell’ovest dell’Ucraina, a 70 chilometri dal confine con la Polonia, risuonano le sirene antiaeree. Lo riferisce in un tweet il corrispondente dell’Associated Press, Philip Crowther.

Ore 12.14 – Kiev: per la Russia oltre 12 miliardi di dollari di perdite militari dirette


«Le perdite militari dirette della Russia ammontano a 12,19 miliardi di dollari in 42 giorni di azione militare su vasta scala in Ucraina». Lo ha detto il capo di gabinetto del presidente dell’Ucraina Zelensky, Andriy Yermak, citato da Unian.

Ore 12.05 – Il Papa riceve l’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede


Papa Francesco ha ricevuto in Vaticano l’ambasciatore dell’Ucraina presso la Santa Sede, Andrii Yurash, in occasione della presentazione delle lettere credenziali. Lo riferisce la sala stampa vaticana.

Ore 11.55 – Conte: «Pace o condizionatori opzione manichea»


«Pace o condizionatori? Non porrei questo interrogativo in modo così manicheo perché poi il rischio è che la popolazione creda che se rinuncia ai condizionatori poi ottiene sul piatto la pace. Non credo che sia proprio così». Così il leader M5s Giuseppe Conte, lasciando Montecitorio dopo un incontro al gruppo M5s facendo riferimento alle parole del premier Draghi di ieri.

Ore 11.42 – Kiev accusa Budapest: «Aiuta Putin e distrugge unità Ue»


Kiev ha accusato l’Ungheria di «aiutare Putin» nella guerra in Ucraina alla luce dell’annuncio di Viktor Orban, il quale ha dichiarato che l’Ungheria, a differenza di altri Paesi dell’Unione Europea, è pronta a pagare il gas russo in rubli. «Budapest ha fatto il passo successivo: aiutare Putin a continuare la sua aggressione contro l’Ucraina», ha detto in una dichiarazione il portavoce del ministero degli Esteri ucraino, Oleg Nikolenko, sottolineando che l’Ungheria sta «distruggendo l’unità dell’Ue» con questa posizione.

Ore 11.41 – Kiev, i russi hanno ripreso l’offensiva a Mariupol


I russi hanno ripreso l’offensiva a Mariupol «ma le nostre truppe stanno resistendo». Lo afferma Oleksiy Arestovych, consigliere del capo dell’Ufficio del Presidente, in un briefing, come riporta Ukrinform. «La situazione militare e politica in Ucraina è controllata dalla leadership dell’Ucraina. Su 9 aree operative in cui il nemico è avanzato dall’inizio della guerra, ne rimangono 2,5: la regione di Lugansk, Mariupol, la regione di Kherson, dove fino a poco tempo il nemico stava ancora cercando di attaccare. Ora è sulla difensiva», ha detto il consigliere.

Ore 11.38 – Cremlino: rifornire Kiev di armi non contribuirà a colloqui

Rifornire l’Ucraina di armi non contribuirà al successo dei colloqui tra Mosca e Kiev. Lo afferma il Cremlino citato dalla Tass. Viene fatto sapere, poi, che «la partecipazione di Putin al G20 dipende dagli sviluppi della situazione».


Ore 11.36 – Kiev, ultima chance per fuggire dall’Est del Paese


«Ultima chance» per fuggire dall’Est dell’Ucraina, dove si sta concentrando l’offensiva russa. A lanciare l’allarme sono state le autorità locali. Già ieri il ministro per la reintegrazione dei territori occupati dell’Ucraina, Iryna Vereschchuk, aveva invitato i residenti di tre regioni orientali ad evacuare immediatamente, indicando le aree di Lugansk, Donetsk e parte della regione di Kharkiv.

Ore 11.35 – I DATI DEL VIMINALE – In Italia arrivati 86mila profughi

Sono 86.066 a oggi le persone in fuga dal conflitto in Ucraina arrivate in Italia, 82.400 delle quali alla frontiera e 3.666 controllate dal compartimento Polizia ferroviaria del Friuli Venezia Giulia. Lo riferisce il Viminale. L’incremento, rispetto a ieri, è di 1.009 ingressi nel territorio nazionale. Nel dettaglio, si tratta di 44.422 donne, 9.173 uomini e 32.471 minori. Le città di destinazione dichiarate all’ingresso sono ancora Milano, Roma, Napoli e Bologna.

Ore 11.34 – Il ministro degli Esteri greco: «L’Aja indaghi su crimini di guerra a Mariupol»


La Grecia «chiederà alla Corte Penale Internazionale dell’Aja di indagare sui crimini di guerra commessi a Mariupol. La Grecia ha un interesse specifico e speciale per Mariupol, a causa dell’esistenza di una comunità greca di oltre centomila persone» in quella città dell’Ucraina. Lo dice il ministro degli Esteri greco Nikos Dendias, a margine della ministeriale Nato a Bruxelles. «Chiederò all’Alleanza di fare del nostro meglio per aiutare l’Ucraina a proteggere Odessa, per evitare che subisca il destino di Mariupol».

Ore 11.06 – Amato: preoccupa tenuta ordinamenti europei


Al di là delle sue «tante tragiche sofferenze» il conflitto in Ucraina «getta non poche preoccupazioni sull’avvenire, anche per la tenuta degli ordinamenti costituzionali europei». L’allarme è stato lanciato dal presidente della Consulta Giuliano Amato, che cita l’uscita della Russia dal Consiglio d’Europa, paventando le conseguenze che potrebbero venire «anche nella partecipazione della Corte costituzionale russa alle sedi rappresentative delle stesse Corti». «È di particolare importanza – avverte- che rimanga salda la collaborazione reciproca delle Corti appartenenti all’Ue».

Ore 11.03 – La denuncia del sindaco di Irpin: «I russi con i carri armati sui cadaveri. Hanno preso di tutto, da lavatrici a biancheria»


Nuove atrocità in Ucraina emergono dai racconti. Il sindaco di Irpin, Alexander Markushin, ha affermato che i russi in città hanno prima sparato alle persone e poi sono passati sui corpi con i carri armati. «Dopo la liberazione di Irpin abbiamo dovuto raccogliere i resti con le pale» denuncia il sindaco in una conferenza online organizzata dalla commissione d’inchiesta ucraina. «Gli occupanti hanno iniziato a dividere le famiglie, portare via uomini e lasciare bambini e donne. Gli uomini sono stati portati via in cambio di prigionieri».«Oltre a uccidere e molestare le donne, gli invasori russi hanno saccheggiato spietatamente le case di Irpin», «hanno preso di tutto, dalle lavatrici alla biancheria intima». Lo ha detto il sindaco di Irpin Alexander Markushin, citato da Ukrainska Pravda.

Ore 10.44 -Kiev: domani l’incontro Zelensky-von der Leyen


Si terrà domani l’incontro tra il presidente dell’Ucraina Zelensky e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Lo ha affermato l’addetto stampa del capo di stato Sergei Nikiforov, secondo quanto riferisce Ukrinform. Martedì Bruxelles aveva confermato che la presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen e l’alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell si sarebbero recati questa settimana a Kiev per incontrare Zelensky.

Ore 10.43 – Kiev accusa l’Ungheria di «aiutare Putin» nella guerra


Kiev accusa l’Ungheria di «aiutare Putin» nella guerra contro l’Ucraina, il giorno dopo le dichiarazioni di Viktor Orban che si era detto pronto ad acquistare gas russo in rubli, a differenza di altri Paesi dell’Ue. «Budapest ha fatto il passo successivo: aiutare Putin a continuare la sua aggressione contro l’Ucraina», ha detto il portavoce del ministero degli Esteri ucraino Oleg Nikolenko, affermando che l’Ungheria sta «distruggendo l’unita’ dell’Ue» con questa posizione.

Ore 10.41 – Kiev: «Morti 18.900 soldati russi, distrutti 698 tank»


Ammonterebbero a 18.900 le perdite tra le fila russe dal giorno dell’attacco di Mosca all’Ucraina, lo scorso 24 febbraio. Lo rende noto il bollettino quotidiano dello Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, diffuso su Facebook, che riporta cifre che non è possibile verificare in modo indipendente. Secondo il resoconto dei militari ucraini, a oggi le perdite russe sarebbero di circa 18.900 uomini, 698 carri armati, 1.891 mezzi corazzati, 332 sistemi d’artiglieria, 108 lanciarazzi multipli, 55 sistemi di difesa antiaerea. Stando al bollettino, che specifica che i dati sono in aggiornamento a causa dei combattimenti, le forze russe avrebbero perso anche 150 aerei, 135 elicotteri, 1.358 autoveicoli, 7 unità navali, 76 cisterne di carburante e 111 droni.

Ora 10.37 – Mosca ironizza su Bucha, Francia convoca ambasciatore


Il governo di Parigi ha convocato l’ambasciatore russo dopo che stanotte la rappresentanza diplomatica in Francia ha postato immagini del massacro di Bucha scrivendo «Set cinematografico, città di Bucha». Il governo ha risposto subito con un tweet del ministro per gli Affari europei, Clément Beaune: «Oltre la vergogna. Stop». Il messaggio di Beaune è stato ritwittato dalla ministra del Lavoro, Elisabeth Borne, e dalla vicecapogruppo di En Marche all’Assemble’e Nationale, Aurore Berge’, poi la convocazione dell’ambasciatore.

Ore 10.10 – Intelligence Gb: continua attacco in Donbass


«Il progresso delle operazioni offensive in Ucraina orientale è l’obiettivo principale delle forze militari russe»: è la constatazione da cui parte l’aggiornamento odierno dell’intelligence della Difesa britannica, secondo la quale «l’artiglieria russa e gli attacchi aerei continuano lungo la linea di controllo del Donbass». «Nonostante il riorientamento delle forze e delle capacità logistiche per sostenere le operazioni nel Donbas, è probabile che le forze russe continuino ad affrontare problemi di morale e carenze di forniture e personale». Secondo Londra, «gli attacchi russi contro obiettivi infrastrutturali in Ucraina sono probabilmente destinati a degradare la capacità dell’esercito ucraino di rifornirsi e aumentare la pressione sul governo di Kiev. Nonostante la riorganizzazione delle forze e delle capacità logistiche per sostenere le operazioni nel Donbass, è probabile che le forze russe continuino ad affrontare problemi di morale e carenze di forniture e personale».

Ore 9.57 – Kiev: guerra ci costerà oltre 1 trilione di dollari


«La guerra condotta dalla Federazione Russa contro l’Ucraina costerà al nostro Paese più di 1 trilione (mille miliardi) di dollari». Così il primo ministro ucraino Denis Shmygal in un’intervista a Bbc News Ukraine, come riporta Ukrinform. «Le perdite dirette alla prima decade di marzo – sia secondo la Kyiv School of Economics che il Ministero dell’Economia – ammontavano a oltre 560 miliardi di dollari. E se calcoliamo le perdite di Pil a lungo termine dal fatto che impianti di produzione distrutti, infrastrutture distrutte, l’ammontare delle perdite è molto più di 1 trilione di dollari. Questo è ciò che il nostro Paese perderà a causa della guerra».

Ore 9.49 – L’Austria espelle quattro diplomatici russi


L’Austria ha deciso che espellera’ quattro diplomatici russi. Lo ha comunicato questa mattina il portavoce del ministro degli esteri Alexander Schallenberg (OeVP). Ad essere espulsi saranno tre membri dell’Ambasciata di Vienna e uno del Consolato Generale di Salisburgo. Le persone dovranno lasciare l’Austria al più tardi il 12 aprile. Le quattro espulsioni dei diplomatici russi dall’Austria sono un passo simbolico considerando che la Federazione russa ha accreditato 146 persone sul territorio austriaco. Secondo le informazioni del ministero degli Affari esteri di Vienna, la Russia ha accreditato a Vienna 68 diplomatici e 75 persone del comparto amministrativo e tecnico, oltre a tre consoli presente nella capitale. Se si aggiunge il personale delle organizzazioni internazionali e dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), il numero sale a 290 persone. In Russia sono invece accreditate 33 persone dall’Austria, inclusi 15 diplomatici.

Ore 9.45 – La Russia dice di aver distrutto «quattro depositi di carburante» in altrettante città chiave


La Russia ha detto di aver distrutto, con dei missili, quattro depositi di carburante in quattro città chiave — Mykolayiv, Kharkiv, Zaporizhzhia e Chuchiv. Se la notizia venisse confermata, si tratterebbe, per l’Ucraina, di un colpo duro, perché i depositi erano pronti a rifornire le truppe di Kiev nella battaglia per il Donbass: già in corso da settimane, ma destinata a farsi più cruenta nei prossimi giorni.

Ore 9.30 — Biden non vuole affondare il colpo contro Putin — per ora


«Biden non ha intenzione di affondare il colpo contro Putin, non sta perseguendo la sua sconfitta militare nell’immediato».

A scriverlo, in un articolo da non perdere per capire che cosa stia succedendo nell’Amministrazione Usa — e che cosa possa accadere all’incontro tra i ministri degli Esteri della Nato, oggi — è Giuseppe Sarcina, corrispondente da Washington.

Il presidente Usa «si prepara a uno scontro sul lungo periodo».

L’articolo completo è qui.

Ore 9 — La pace o il condizionatore acceso?


(Gianluca Mercuri) «Ci chiediamo se il prezzo del gas possa essere scambiato con la pace. Preferiamo la pace o il condizionatore acceso? Questa è la domanda che ci dobbiamo porre».

Questa domanda Mario Draghi l’ha posta agli italiani mentre presentava il Def, il Documento di economia e finanza con cui il governo ha stanziato altri 5 miliardi per famiglie e imprese.

È una domanda più simbolica che retorica, una domanda che prova a riassumere in modo volutamente semplice questioni gigantesche, e che per questo qualche occhiuto esperto di geopolitica ha subito liquidato in tv come semplicistica, impropria, fuorviante, «perché non è con le sanzioni, nemmeno con quelle sul gas, che la Russia si ritirerà dall’Ucraina».

Ma siccome l’unico modo certo (certo?) per fare ritirare la Russia sarebbe farle tutti la guerra, e questo non lo vuole fare nessuno, restano le sanzioni. E tra le sanzioni, la fine dell’acquisto di gas russo è quella che farebbe più male a Putin.

Attenzione: non ci siamo ancora arrivati, non sarà nel nuovo pacchetto che l’Unione europea varerà oggi. Ma Draghi ha fatto capire di essere favorevole a questa svolta, in un modo mai così evidente: «Lo stop alla fornitura di gas russo non è un’ipotesi al momento oggetto di discussione. Ma la situazione si sta modificando davanti ai nostri occhi, le devastazioni e i massacri ci hanno sorpreso. L’aggressione premeditata della Russia si stava svolgendo in un modo terribile, ma ora sembra che i massacri di civili e bambini aumentino e questo porta a sanzioni sempre più severe. Oggi l’embargo del gas non è sul tavolo, non so se lo sarà mai, ma tanto più diventa orrenda questa guerra tanto più i paesi alleati si chiedono: in assenza di una nostra diretta partecipazione alla guerra cosa possiamo fare per farla smettere? Per consentire all’Ucraina di sedersi al tavolo di pace in una posizione da non serva».

Da qui la domanda simbolica del presidente del Consiglio: «Io credo che la questione sia fra la pace e il funzionamento del termosifone, o dell’aria condizionata in estate, penso che sia questa la domanda che dobbiamo farci e che faccio anche io».

E qui si pongono diverse questioni politiche fondamentali:

•Il possibile strappo con l’Europa

Draghi insiste nel chiedere un tetto al prezzo del gas come base per una politica energetica comune: «Aspettiamo una risposta della Ue, che fra giorni farà una proposta, ma possiamo anche procedere con provvedimenti nazionali. Germania e Olanda non sono d’accordo, ma ad un certo punto possiamo anche fare da soli». Non sarebbe la prima volta, d’altronde, che l’ultra-europeista Draghi prende una decisione che spinge l’Europa avanti.

•La nozione di interesse nazionale

Draghi vuole imporre una visione a lungo termine su quella ristretta: che l’Italia non sia più sospettabile di essere incline ai «giri di valzer» diplomatici, che sia percepita come un perno inscalfibile del sistema di alleanze e di valori dell’Occidente, è la cosa più importante di tutte. Così importante da essere preliminare rispetto alle implicazioni di politica energetica.

•La politica è pronta a questa svolta?

L’unico partito apertamente favorevole alle sanzioni sul gas è il Pd. La posizione di Giorgia Meloni, oggi all’opposizione e possibile premier tra un anno, è questa: «La questione del taglio del gas e del petrolio è delicata, va esaminata non con un titolo o con uno slogan, ma con una serie analisi costi-benefici. Non si tratta di spegnere la luce da una stanza ma capire che senza l’energia le nostre industrie rischiano seriamente, sarebbe un suicidio». Non certo un sì, ma nemmeno un no totale. La questione è: con l’avvicinarsi della campagna elettorale, quali partiti resisteranno alla tentazione di dire no all’embargo per «difendere le famiglie» dal caro bollette?

•E la gente?

Secondo un sondaggio Ispi/Ipsos, «sono già quasi 9 su 10 (86%) le persone che si dicono disposte a ridurre i propri consumi in caso di una crisi energetica generata dal conflitto». Siamo dalle parti del simbolico condizionatore di Draghi. La domanda di fondo è: quanto può durare l’ondata emotiva di solidarietà agli ucraini se la guerra sarà lunga? Intanto, sta durando.

•Ma un embargo sul gas sarebbe catastrofico?

Finora l’opinione comune era che la recessione in Germania e in Europa sarebbe certa. Ma secondo uno studio di autorevoli economisti tedeschi appena pubblicato (ne parla Luca Angelini nella nostra Rassegna), l’impatto sarebbe «al di sotto del 3% del Pil, probabilmente più vicino al 2». Un importo notevole ma giudicato dagli esperti sostenibile, comunque di gran lunga inferiore a quello sopportato dall’eurozona in questi anni.

•E l’Italia come si prepara?

«Siamo coperti sino a ottobre se oggi cessassero le forniture», ha detto Draghi. Martedì, in un’audizione al Copasir, aveva rivelato che «che se l’Italia continuasse a rifornirsi ancora per due mesi del gas russo, si garantirebbe uno stoccaggio tale da poter superare indenne il prossimo inverno». Dunque l’embargo da giugno potrebbe essere uno scenario sostenibile. Intanto sono stati raggiunti accordi con Algeria, Libia, Mozambico, Angola e Azerbaigian per diversificare l’offerta. E una gestione comune delle riserve europee potrebbe accelerare un’emancipazione energetica comunque ineludibile.

(Questa analisi è stata pubblicata su PrimaOra, la newsletter del Corriere che gli abbonati ricevono ogni mattina.
La trovate qui
)

Ore 8.30 – «Le battaglie principali a Mariupol sono finite», dicono i filorussi


«Le battaglie principali nel centro della città di Mariupol sono finite». A dirlo è Eduard Basurin, portavoce delle milizie della Repubblica filorussa di Donetsk — di fatto, parlando per la prima volta della possibile caduta della città portuale, da settimane assediata e martoriata dalle truppe russe.

La battaglia, secondo lo stesso Basurin, non è terminata, ma si è spostata nel’area del porto e dell’acciaieria Azovstal.

Ore 8.15 – Lunedì si discute l’embargo sul petrolio russo


L’Alto rappresentante per la Politica estera dell’Unione europea, Josep Borrell, ha detto che l’embargo sul petrolio russo da parte dell’Ue sarà sul tavolo della discussione il prossimo lunedì: «E spero possa realizzarsi presto».

Non si tratta di parole di poco conto: l’Europa ha appena deciso di ampliare le sanzioni contro la Russia, bloccando l’import di carbone, ma su gas e petrolio le posizioni dei diversi Paesi sembrano ancora distanti.

Borrell, nella giornata di ieri, ha però fatto notare come l’acquisto di gas e petrolio da parte dell’Ue abbia portato nelle casse di Mosca, dall’inizio della guerra, 35 miliardi di euro — contro il miliardo che l’Ue ha stanziato per l’Ucraina: di fatto, l’Occidente continua a fornire a Putin la liquidità per finanziare il conflitto.

Non ci sono segnali di uno stop al gas russo, per ora: Gazprom ha comunicato oggi — come ogni mattina — di aver tenuto fede alle richieste europee di gas naturale, che il 7 aprile ammontano a 105,4 milioni di metri cubi.

Ore 8 – Kiev chiede più impegno alla Nato, e Stoltenberg accenna ad «armi pesanti»


Nella giornata di oggi i ministri degli Esteri della Nato si incontreranno al quartier generale dell’Alleanza atlantica, a Bruxelles: e non sarà un incontro facile.

Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha spiegato nel punto stampa precedente al vertice che per anni l’Alleanza ha «dato sostegno formando centinaia di migliaia di forze ucraine e ora gli alleati stanno dando equipaggiamenti per sostenervi nella difesa. È urgente ulteriore sostegno; oggi stesso affronteremo il bisogno di più sistemi di difesa aerea, armi anticarro, armi leggere, armi pesanti e altro».

Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, che oggi prenderà parte al summit e che era accanto a Stoltenberg durante il punto stampa, non ha però accolto le sue parole senza aggiungere richieste — anzi. «Invito tutti gli alleati a mettere da parte le loro esitazioni, la loro riluttanza a fornirci tutto ciò di cui abbiamo bisogno», cioè aerei, carri armati, sistemi antimissile. «Perché per quanto strano possa sembrare, oggi le armi servono allo scopo della pace».

«La differenza tra armi offensive e difensive non dovrebbe avere senso nel mio Paese, perché ogni arma usata in Ucraina dalle forze ucraine contro un aggressore straniero è difensiva per definizione. Questa distinzione non ha senso in merito alla situazione nel mio Paese. E quelli che dicono che daranno armi difensive, ma non possiamo dare loro armi offensive, sono ipocriti», ha aggiunto.

Armi, intanto, all’Ucraina continuano ad arrivare: tra le altre, anche droni e sistemi anticarro («Per ogni tank russo , gli ucraini dispongono e continueranno a disporre di 10 sistemi anti-carro. Hanno e avranno tutti gli strumenti necessari per contrastare i bombardieri nei cieli e i tank», ha detto ieri il segretario di Stato americano Antony Blinken).

Ore 7.45 – Il Pentagono: «L’Ucraina può senz’altro vincere la guerra»


L’Ucraina può «senz’altro» vincere la guerra contro la Russia. A dirlo non è il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ma il Pentagono: che pure mette in guardia dai rischi di un conflitto lungo e sanguinoso.

«Certo che possono vincere», ha detto il portavoce del ministero della Difesa Usa, John Kirby, «e la prova è data da quello che stiamo vedendo ogni giorno, dall’inizio del conflitto. Se guardate a quanto sono stati in grado di fare fino ad ora, il signor Putin ha raggiunto — per l’esattezza — nessuno dei suoi obiettivi strategici all’interno dell’Ucraina. Non ha preso Kiev. Non ha rovesciato il governo. Non ha spazzato via l’Ucraina come stato. E di fatto ha preso il controllo di un numero limitato di città — e non sono nemmeno quelli a cui puntavano davvero. Mariupol? Non è ancora stata pressa. Kiev? Si sono ritirati da lì. Chernihiv? Pure. Kharkiv? Idem. Mykolaiv? Anche. Gli ucraini stanno combattendo con coraggio per difendere il loro Paese. E hanno impedito a Putin di raggiungere tutti gli obiettivi, finora. Dunque ripeto: assolutamente sì, l’Ucraina può vincere questa guerra».

(Anche il nostro inviato Lorenzo Cremonesi, dal fronte, tira le somme senza lesinare ottimismo: «In pochi giorni la guerra in Ucraina ha offuscato quell’aura di efficienza e invincibilità che l’esercito di Putin si era costruito negli ultimi anni. I fatti sul terreno dimostrano che l’impegno americano sta adesso girando a pieno regime. Ogni giorno che passa arrivano nuovi missili anticarro e terra-aria. Il morale ucraino è alle stelle, alimentato anche dalla rabbia per gli orrori che emergono dalle regioni abbandonate dai russi. Appare possibile ormai che l’atteso attacco russo ad Est possa venire annullato da un deciso contrattacco ucraino»).

Ore 7.30 – La Cina sta evitando il petrolio russo?

Le raffinerie statali cinesi stanno continuando a onorare i contratti esistenti sul petrolio russo — ma evitano di stipularne di nuovi, nonostante l’offerta da aprte di Mosca arrivi con sostanziali sconti. A rivelarlo è l’agenzia Reuters, che cita sei fonti (che hanno chiesto l’anonimato) concordi nell’ascrivere questo comportamento nel solco della prudenza chiesta da Pechino di fronte al nuovo scenario internazionale creatosi con l’invasione dell’Ucraina.

L’agenzia cita in particolare dati relativi a Sinopev, CNOOC, PetroChina e Sinochem: un loro interesse nella stipula di nuovi contratti con Mosca potrebbe essere interpretato dall’Occidente come un sostegno a Putin da parte di Xi.

la Cina è il più grande acquirente di petrolio russo (1,6 milioni di barili al giorno); non ha condannato apertamente l’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia ma ha, sul tema, una posizione difficilmente categorizzabile: ha negato di aver offerto supporto militare ai russi, ha definito ingiuste le sanzioni contro Mosca, e stanno emergendo sempre più chiaramente segnali di imbarazzo nei confronti di una guerra dai risvolti terrificanti (come scritto qui).

Ore 7.20 – Le parole di Carrère sull’Ucraina


Aldo Cazzullo ha intervistato Emmanuel Carrère, «lo scrittore del decennio» secondo il referendum della Lettura. Parla delle elezioni in Francia, di sé: ma anche della guerra in Ucraina. E le sue parole sono tutte da leggere.

Lei era a Mosca quando è scoppiata la guerra.


«Sì, e mi sono fermato, per tentare di capire quel che stava accadendo».

Che idea si è fatto? Putin è impazzito?


«Non è follia; è un incredibile errore di valutazione. Putin si era convinto che una parte degli ucraini avrebbe accolto i russi come liberatori. Come l’assassinio del duca di Enghien, l’invasione dell’Ucraina c’est plus qu’un crime; c’est une faute».

È peggio di un crimine; è un errore.


«Putin è sempre più isolato dal mondo. Non ha Internet, non ha contatti con la stampa straniera. Legge solo quello che gli scrivono, e gli scrivono solo quello che vuol leggere. Frequenta preferibilmente preti nazionalisti e invasati. Non sa nulla di quel che accade davvero fuori dal Cremlino».

Putin resterà a lungo al suo posto?


«Nessuno può dirlo. Noi conosciamo poco la Russia profonda»

Ha paura dell’escalation nucleare?


«Certo che ho paura. Nessuno, tranne forse i servizi segreti americani, credeva davvero che Putin avrebbe invaso l’Ucraina. A questo punto nulla si può escludere, neppure il ricorso all’arma atomica».

L’intervista integrale, imperdibile, è qui.

Ore 7.15 – I forni crematori mobili dei russi e la strage a Borodyanka


Lorenzo Cremonesi è arrivato ieri a Borodyanka, uno dei sobborghi di Kiev devastati dalle truppe russe, che ora da qui si sono ritirate, lasciando dietro di sé scie di morti e devastazioni. Moltissime delle vittime, scrive, sono ancora sepolte nelle cantine, dopo una morte arrivata per fame.

«Uno dei racconti più drammatici, e proprio per questo necessita di conferme», scrive, «riguarda i “forni crematori mobili”, che i russi userebbero per bruciare i cadaveri e allo stesso tempo occultare le prove dei loro crimini. Uno dei primi a svelarlo è stato il sindaco di Mariupol, la città sul Mar Nero dove la dimensione del massacro potrebbe offuscare tutto ciò che è emerso dai dintorni di Kiev sino ad oggi. Vadym Boychenko parla di “deliberata distruzione della popolazione civile” e sostiene adesso che il bilancio dei morti supera quota 5.000, di cui 210 bambini».

Il suo racconto – spaventoso, ma necessario – è qui.

Ore 6.19 – Militari ucraini addestrati negli Usa per l’utilizzo di droni-kamikaze


Alcuni militari dell’esercito ucraino sono stati addestrati dagli Stati Uniti all’impiego dei droni kamikaze Switchblade. Lo ha dichiarato un funzionario anonimo del dipartimento della Difesa citato dalla stampa Usa. I militari ucraini coinvolti nel progetto si trovavano già negli Stati Uniti per programmi di addestramento militare prima dell’inizio della guerra. «Abbiamo approfittato dell’opportunità per fornire loro un po’ di addestramento, in particolare all’impiego degli Switchblade», ha riferito il funzionario. I droni kamikaze sono velivoli di piccole dimensioni dotati di carica esplosiva che sorvolano un’area in attesa di un obiettivo da colpire, e che in caso di mancato utilizzo possono essere recuperati dai loro operatori.



Ore 5.50 – Taiwan, nuove sanzioni alla Russia


Le misure colpiscono in particolare l’export per il settore high-tech, secondo quanto riferito dal ministero dell’Economia dell’isola, citato dalla Cnn. Le sanzioni hanno effetto immediato.



Ore 4.30 – Usa: fine delle relazioni commerciali ordinarie con la Russia


Il Senato federale degli Stati Uniti ha raggiunto un accordo in merito a un pacchetto di provvedimenti per la cessazione delle ordinarie relazioni commerciali tra gli Usa e la Russia, e per la codifica del divieto di importazione del petrolio greggio da quel Paese. Lo riferisce la stampa Usa, secondo cui il disegno di legge verrà approvato oggi, 7 aprile, e porrà fine a settimane di negoziati tra Democratici e Repubblicani. «Abbiamo raggiunto una svolta importante e cruciale», ha dichiarato il leader della maggioranza democratica al Senato Chuck Shumer. «Queste proposte hanno il sostegno della Casa Bianca, ed è un grande, grande accordo poter finalmente approvarle», ha affermato il senatore. L’intesa tra Democratici e Repubblicani riguarda nel dettaglio due disegni di legge: il primo codificherà il blocco delle importazioni di petrolio dalla Russia annunciato dall’amministrazione del presidente Joe Biden; il secondo invece, porrà fine alle relazioni commerciali ordinarie permanenti (Pntr) tra Stati Uniti e Russia, e ri-autorizzerà le sanzioni varate nel contesto della Legge Magnitsky, che colpiscono persone ed entità russe accusate dagli Usa di corruzione e violazione dei diritti umani.


Ore 2.52 – Il presidente polacco Duda: dialogo con Russia non ha senso


Il presidente polacco Andrzej Duda ha dichiarato alla Cnn che il dialogo con la Russia «non ha senso» e ha sostenuto l’imposizione di «condizioni molto dure» al governo russo per l’invasione dell’Ucraina invece di seguire il suo «gioco per guadagnare tempo». Nell’intervista ha ammesso la «sorpresa», ma ha voluto argomentare le «dichiarazioni emotive» del suo primo ministro, Mateusz Morawiecki, quando ha recentemente attaccato il presidente francese Emmanuel Macron che aveva contatti con Putin, paragonandolo a «negoziati con Hitler». Il presidente ha spiegato che da molti anni, all’interno dell’Unione europea, si auspica il mantenimento del dialogo con il governo russo, anche dopo gli attacchi delle truppe russe al territorio della Georgia, nel 2008, e dell’Ucraina, nel 2014.

Ore 2.34 – Il messaggio di Zelensky: «La Russia sta nascondendo migliaia di morti a Mariupol»


La Russia sta nascondendo «migliaia» di persone uccise a Mariupol. Torna ad accusare così Mosca il presidente ucraino Zelensky in un’intervista all’emittente turca Haberturk Tv citata dal Guardian. «Credo che la Russia tema che se riusciamo a inviare aiuti umanitari a Mariupol allora il mondo intero potrà vedere cosa sta accadendo», ha detto Zelensky. «Mosca non vuole che nulla venga visto prima che prendano il controllo della città, prima che la ripuliscano», ha aggiunto, «al momento Mariupol è l’inferno. A migliaia sono stati uccisi o feriti. Il loro numero cresce ogni giorno e non ne abbiamo conto preciso. Stanno tentando di nascondere la situazione, in questo caso di impedire l’arrivo di aiuti umanitari».

Ore 2.28 – Messico, 1700 rifugiati ucraini al confine con gli Usa


Circa 1.700 rifugiati ucraini sono arrivati a Tijuana, in Messico, sperando di riuscire a entrare negli Stati Uniti. Lo riporta Nbc news, spiegando che nella città di confine, vicino San Diego, è stato allestito un centro accoglienza in una palestra per chi fugge dalla guerra in Ucraina. Secondo Cbs, i profughi sono arrivati in Messico con un visto turistico. Circa 150 ucraini vengono accolti negli Stati Uniti ogni giorno da quando il presidente americano Joe Biden ha annunciato di voler garantire l’ingresso nel Paese a 100mila profughi.

Ore 2.15 – Zelensky: fare di tutto per ripristinare il lavoro delle aziende


«Dobbiamo fare tutto il possibile per ripristinare il lavoro delle aziende locali, le attività commerciali e ristabilire le piccole e medie imprese sul nostro territorio là dove è sicuro e possibile lavorare». Lo ha detto il presidente ucraino Zelensky nel suo consueto messaggio serale pubblicato sui social, come riferito dalla Cnn.

Ore 1.36 – Coprifuoco di una settimana a Gostomel per sminare la città


Coprifuoco di una settimana indetto a Gostomel, non lontano da Kiev. Lo riferisce in un tweet la parlamentare ucraina Lesia Vasylenko. Il coprifuoco parte alle 6 del mattino di oggi ora locale e continuerà fino alle 6 del mattino del 14 aprile. Una «misura necessaria» per sminare la città e consentire ai civili di rientrare in sicurezza. La città è sotto l’occupazione delle forze russe da 35 giorni.

Ore 1.32 – Il sindaco di Mariupol: distrutto il 90 per cento della città


È stato distrutto oltre il 90% della citta ucraina di Mariupol che è sotto l’assedio delle forze russe da oltre un mese e almeno il 40% «non è più recuperabile». Lo ha affermato il sindaco della città, Vadim Boychenko, rinnovando anche l’appello per sanzioni più dure contro la Russia e il riconoscimento di crimini di guerra da parte delle istituzioni internazionali. Lo riferisce la Cnn.

Ore 1.29 – Zelensky vuole il blocco completo delle banche russe nel sistema internazionale


Il presidente ucraino Zelensky ha dichiarato che chiederà il blocco completo delle banche russe dal sistema bancario internazionale. In un discorso sui social media, ha affermato che il nuovo pacchetto di sanzioni introdotto dai paesi occidentali nei confronti della Russia non è commisurato alle atrocità commesse dalle forze russe a Bucha, che continuano a Mariupol e Kharkiv. «Questo pacchetto sembra efficace, ma non è sufficiente», ha detto. «L’atteggiamento nei confronti della Russia è semplice: o sostieni la ricerca della pace o sostieni gli omicidi di massa». Ha proseguito: «Continueremo a insistere su una qualche forma di embargo sulle esportazioni petrolifere russe. È una delle basi dell’aggressione russa».

Ore 1.27 – L’allerta del Pentagono: la guerra potrebbe durare più di quanto immaginiamo


La mossa delle forze russe di spostare l’offensiva nell’est dell’Ucraina potrebbe «allungare la guerra più di quanto chiunque di noi voglia». Lo ha detto un funzionario del Pentagono sottolineando che gli Stati Uniti si aspettano che il conflitto si intensifichi nella zona del Donbass. «Ci aspettiamo che gli ucraini continuino a combattere in questa zona che appartiene a loro e per la quale lottano da otto anni», ha detto ancora il funzionario.

Ore 00.42 – Casa Bianca: ci saranno altre carneficine come a Bucha



La portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, ha previsto che in Ucraina ci saranno altre carneficine come quella di Bucha, sottolineando che nessuno dovrebbe illudersi che gli obiettivi del Cremlino siano cambiati, nonostante la ritirata delle forze russe dall’Ucraina settentrionale. «Il loro obiettivo rimane quello di indebolire il più possibile l’Ucraina, non dovremmo illuderci che l’obiettivo non sia cambiato anche se le loro tattiche sono cambiate», ha detto Psaki, secondo Cnn. «La Russia – ha aggiunto – è destinata a perdere il suo status di grande economia, il nostro obiettivo è implementare» le sanzioni «per rendere molto più difficile per il presidente Putin finanziare la guerra. Ne stiamo già vedendo l’impatto diretto».

Ore 00.38 – Autorità di Mariupol: alm eno 5mila civili morti in città


Sono almeno 5mila i civili morti per effetto degli attacchi russi dall’inizio della guerra nella città assediata di Mariupol: è questa la stima delle autorità locali della città portuale , secondo quanto riferito dall’agenzia Ap.



Ore 00.34 – Musk invia migliaia di terminali Starlink per permettere la connessione a Internet in Ucraina


Il governo degli Stati Uniti sta aiutando SpaceX di Elon Musk a finanziare e e spedire migliaia di terminali Internet satellitari in Ucraina. Lo riferisce la Cnn. L’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID) ha annunciato di aver consegnato 5mila terminali Starlink al governo ucraino che consentiranno «una connessione senza limiti in tutto il Paese» consentendo a funzionari pubblici e operatori umanitari a continuare a comunicare all’interno dell’Ucraina e con il mondo esterno, anche qualora «la brutale aggressione di Putin taglierà le connessione per comunicare con la fibra ottica».

Ore 00.01 – Di Maio: non abbiamo chiuso i canali diplomatici con Mosca


«L’Italia ha espulso per ragioni di sicurezza nazionale 30 funzionari russi con passaporto diplomatico e di servizio» e «ovviamente» dopo questa decisione «ci aspettiamo una reazione» da parte di Mosca, «ma questo non vuol dire chiudere i canali diplomatici con la Russia». Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ospite di Porta a Porta.

7 aprile 2022 (modifica il 7 aprile 2022 | 14:28)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Read More