Ucraina Russia, news di oggi sulla guerra | Putin: «Impossibile sostituire nostro gas». Usa: «Armi a Kiev in meno di una settimana»
di Lorenzo Cremonesi, Giusi Fasano, Andrea Nicastro, Marta Serafini, Paolo Foschi, Silvia Morosi
Le notizie di giovedì 14 aprile sulla guerra in Ucraina, in diretta: colpito l’incrociatore russo Moskva. La caduta di Mariupol sembra imminente. Cremlino: con Finlandia e Svezia nella Nato ci saranno conseguenze nel Mar Baltico
• La guerra in Ucraina è al 50esimo giorno.
Mosca annuncia di aver preso il «pieno controllo del porto di Mariupol», ma Kiev smentisce: «La città rimane ucraina e difesa dai nostri militari».
• Ieri l’incrociatore Moskva, uno dei principali della flotta russa, è stato seriamente danneggiato da una esplosione: secondo Kiev, a causarla sono stati i missili ucraini.
• Il presidente ucraino Zelensky ha chiesto all’Europa di «smetterla di sponsorizzare la macchina bellica russa» acquistando petrolio e gas
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• Gli Usa forniranno nuovi aiuti militari a Kiev per un valore di 800 milioni di dollari .
Ore 15.28 – Mosca: altro attacco ucraino a Belgorod, civili evacuati
Due villaggi russi nella regione di Belgorod, al confine con l’Ucraina, sono stati bombardati dalle forze ucraine, secondo il governatore della regione citato dalla Tass. Non ci sarebbero vittime civili, mentre i residenti sono stati evacuati.
Ore 15.27 -Kuleba: «Grande rispetto per Germania, no danni a rapporti»
«Si risolverà presto» e «non porterà danni ai rapporti bilaterali tra Germania e Ucraina» la situazione creatasi con la mancata visita a Kiev del presidente tedesco Steinmeier. Parola del ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, che ha parlato di «grande rispetto per la Germania» e «nessun interesse per una escalation». La situazione, ha aggiunto, «si risolverà attraverso mezzi diplomatici».
Ore 15.26 – Pentagono: «Confermata esplosione a bordo del Moskva»
Il Pentagono può solo confermare che a bordo della Moskva c’è stata almeno una esplosione e che la nave è a galla e «in grado di navigare ed è quello che sta facendo, sta procedendo verso est». Gli Usa, ha spiegato il portavoce, John Kirby, non possono ancora valutare se l’incrociatore sia stato colpito da un missile. «Non siamo esattamente certi di cosa sia accaduto. C’è stata un’esplosione a bordo, almeno una. Un’esplosione significativa che ha provocato danni estensivi alla nave», ha aggiunto. «Riteniamo che la nave stia dirigendosi verso Sebastopoli, per riparazioni».
Ore 15.08 – Casa Bianca: sanzioni «importanti», serve metterle in atto
Gli Stati Uniti hanno preso «gravi sanzioni» contro Mosca e si stanno concentrando sulla loro esecuzione, in particolare sulla lotta contro ogni tentativo di «fuga». Ad assicurarlo un alto consigliere al presidente Joe Biden. «Crediamo di aver preso le sanzioni più importanti, ma la nostra attenzione nei prossimi giorni sarà puntata su rischi di fuga», ovvero sul metterle in atto e fare in modo che Mosca non le eluda, ha detto il consigliere per la Sicurezza nazionale, Jake Sullivan.
Ore 15.05 – La denuncia del sindaco di Cernihiv: «Città distrutta, serviranno cinque anni per tornare alle condizioni pre-guerra»
«Contiamo settecento persone morte, tra civili e militari. Oltre a questi, abbiamo 70 corpi non identificati e almeno 50 dispersi. Questo perché quando una bomba cade in un raggio di 70 metri, non resta assolutamente nulla, figuriamoci le persone. E quando piangiamo chi non c’é più pensiamo a chi resta». Così il sindaco di Cernihiv, che ricorda anche i danni alle condutture del gas e dell’acqua, «il 70% sono distrutte». Speriamo — dice ancora il primo cittadino — «nelle prossime due settimane di poter fornire almeno a una parte dei cittadini l’acqua potabile, l’energia e il gas». Nella città «è rimasto un terzo delle persone che ci vivevano e non abbiamo nemmeno uomini a sufficienza per avviare tutti i lavori più urgenti. Ma, l’ho detto, le emozioni in guerra vanno messe da parte. Dobbiamo guardare avanti. E ricostruire Cernihiv. Serviranno cinque anni per tornare alle condizioni pre-guerra».
Ore 15 – Intelligence ucraina diffonde dati personali generali russi
L’intelligence ucraina ha diffuso i dati personali, compresi gli indirizzi di casa e la composizione della famiglia, di due comandanti russi, Valery Solodchuk e Alexander Dvornikov. Il primo ha guidato l’operazione delle truppe russe per catturare Kiev da ovest, il secondo «azioni criminali per distruggere Mariupol». L’intelligence lo ha annunciato su Facebook, citata da Ukrinform, che indica in particolare il link su cui sono disponibili i dati di Dvornikov: biografia, passaporto, carta d’identità militare, indirizzo di registrazione attuale, le foto dei familiari. «Il ministero della Difesa ucraino ha ottenuto dati sui criminali di guerra russi appartenenti al più alto personale di comando, seguendo consapevolmente gli ordini del regime di Putin di distruggere lo stato ucraino», si legge nella nota.
Ore 14.29 – Il Pentagono conferma: «Moskva ancora a galla»
L’addetto stampa del Pentagono, John Kirby, ha confermato ai media Usa che la nave da guerra russa Moskva è ancora a galla e non è affondata. Ma Kirby ha aggiunto di non esser ancora in grado di dire «cosa abbia causato l’esplosione. Abbiamo visto i social riferire che si è trattato forse di un missile di difesa costiera ucraino. Non possiamo escluderlo, semplicemente non abbiamo abbastanza informazioni ora». Il portavoce del Pentagono ha aggiunto che l’ammiraglia della Flotta russa nel mar Nero sta navigando «con i suoi motori», in direzione Est, probabilmente diretta verso un molo per le riparazioni.
Ore 14.27 – Trenta case confiscate in Toscana: usate per i profughi
Trenta appartamenti di un complesso in provincia di Grossetto, che possono ospitare un centinaio di persone, saranno messi a disposizione dei profughi ucraini, dopo essere stati confiscati dalla Sezione misura di prevenzione del Tribunale di Milano a un imprenditore ritenuto «socialmente pericoloso» per «violazioni di natura fiscale» in serie e reati finanziari, tra il 1995 e il 2013. L’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati ha assegnato, infatti, quegli immobili alla Prefettura della città toscana per l’emergenza abitativa di coloro che sono scappati dalla guerra in Ucraina.
Ore 14.23 – Kiev, 30 ucraini liberati in un nuovo scambio di prigionieri
Trenta ucraini sono stati liberati in un nuovo scambio di prigionieri con la Russia. Lo rende noto il governo di Kiev.
Ore 14.20 – Pentagono, armi nell’est Ucraina in meno di una settimana «Faremo arrivare le nuove armi all’Ucraina in meno di una settimane e poi le forze di Kiev le porteranno nell’est del Paese» dove i russi si preparano a sferrare una nuova offensiva. Lo ha detto il portavoce del Pentagono, John Kirby, alla Cnn. Quanto all’attacco della Russia nel Donbass il dipartimento della Difesa non conferma né smentisce che sia già iniziato.
Ore 14.17 – Kiev, incrociatore è capovolto e «sta affondando»
L’incrociatore lanciamissili russo «Moskva» colpito ieri nel Mar Nero da un missile anti nave Neptune (non due come riportato in precedenza, ndr) delle forze di Kiev, si è capovolto e sta affondando dopo una potente esplosione delle munizioni a bordo: lo ha reso noto oggi l’ufficio stampa del Comando operativo meridionale ucraino. Lo riporta Ukrinform.
Ore 14.16 – Putin: «Ri-orienteremo export energetico verso l’Asia»
Le esportazioni di energia russe verso l’Occidente diminuiranno nel prossimo futuro, è necessario ri-orientarle verso altri mercati, ha affermato Putin. «Occorre diversificare le esportazioni. Partiremo dal fatto che nel prossimo futuro l’offerta di risorse energetiche in direzione Ovest sarà ulteriormente ridotta. Pertanto, è importante consolidare il trend degli ultimi anni: passo dopo passo, riorientare le nostre esportazioni verso i mercati in rapida crescita del Sud e dell’Est. Per fare questo, nel prossimo futuro è necessario identificare le principali infrastrutture e iniziare la loro costruzione», ha detto il leader russo in un incontro sulla situazione del petrolio e settore del gas, come riporta Ria Novosti.
Ore 14.13 – Vicepremier Vereschuk: «Oggi nuovo scambio prigionieri» «Per ordine del presidente Zelensky, si è svolto oggi il quarto scambio di prigionieri di guerra. Sono stati scambiati cinque ufficiali e 17 militari ordinari. Sono stati rilasciati anche otto civili, di cui una donna. In totale, trenta dei nostri cittadini tornano a casa oggi». Così su Telegram la vicepremier Iryna Vereschuk .
Ore 14.10 – Intelligence Kiev: l’obiettivo russo era la presa della capitale L’obiettivo iniziale dell’invasione russa era la conquista della capitale, Kiev, secondo l’intelligence ucraina, che sarebbe venuta in possesso dei piani di battaglia russi. Come riporta Ukrinform, «i documenti acquisiti dall’intelligence militare ucraina mostrano le intenzioni degli occupanti di prendere la capitale ucraina». In dettaglio, «una formazione Centro di truppe russe, che operava nelle direzioni di Chernihiv e Sumy, aveva il compito di conquistare la parte sinistra di Kiev», si afferma nel comunicato, che spiega di avere tratto l’informazione da un ordine di battaglia emesso dal comandante della 96esima brigata di ricognizione russa.
Ore 14.08 – Putin: «Per l’Europa ora è impossibile sostituire il gas»
Per l’Europa è impossibile sostituire per ora il gas in arrivo dalla Russia. A sottolinearlo il presidente Putin, in un incontro sulla situazione dell’industria petrolifera e del gas, citato dalla Tass. «Ciò che sorprende è che i “Paesi ostili” ammettono di non poter fare a meno delle risorse energetiche russe, incluso il gas naturale, per l’Europa il suo sostituto semplicemente non c’è», ha affermato.
Ore 13.39 – Mosca: ucraini bombardano edifici residenziali a Bryansk
«Le forze armate ucraine hanno bombardato edifici residenziali nella regione russa di Bryansk». Lo ha scritto su Telegram il governatore regionale Alexander Bogomaz citato dalla Tass. «Le forze armate ucraine hanno bombardato oggi la borgata Klimovo — ha affermato — il bombardamento ha danneggiato due edifici residenziali, ci sono feriti tra i residenti locali». Secondo Mosca i feriti sarebbero sette, di cui una donna incinta e un bambino.
Ore 13.22 – Gli ucraini tornati in patria sono circa 970mila
Quasi un milione di ucraini che avevano lasciato l’Ucraina nelle settimane iniziali dell’invasione sono rientrati in patria: lo ha reso noto il servizio di frontiera ucraino. Sono rientrati circa 970mila ucraini, circa 25mila/30mila al giorno. Secondo l’Onu, oltre 4,5 milioni di persone hanno lasciato il Paese dall’inizio della guerra.
Ore 13.19 – Mosca, la nave Moskva «è a galla, localizzato incendio»
L’incrociatore russo Moskva «rimane a galla. L’incendio è stato localizzato e le esplosioni delle munizioni sono state bloccate», asserisce il ministero della Difesa a Mosca dopo che Kiev ha annunciato di aver colpito la nave militare nemica. Le dotazioni missilistiche dell’unità navale non sono state interessate dalle fiamme e l’equipaggio è stato evacuato a bordo di altre unità vicine nel Mar Nero. «Sono in atto manovre per trainare l’incrociatore in porto», precisa il ministero russo.
Ore 12.54 – Mosca, spari su postazione frontiera russa a confine
Il dipartimento di frontiera russo ha reso noto che una postazione di frontiera nella regione di Bryansk, al confine con l’Ucraina, è stato colpito dal fuoco nemico, ma che nessuno è rimasto ferito. Lo ha reso noto l’agenzia di stampa Tass.
Ore 12.44 – Mosca apre inchiesta su torture ai militari russi
Il Comitato investigativo russo ha aperto diversi procedimenti penali per indagare su presunti casi di tortura a cui sarebbero stati sottoposti i soldati russi in Ucraina. A renderlo noto,lo stesso Comitato su Telegram. Secondo gli investigatori russi, alcuni militari sarebbero stati catturati dalle forze ucraine nelle regioni di Zaporizhzhia e Mykolaiv e trattenuti per 10 giorni: i soldati «sono stati sottoposti a violenze fisiche e torture per costringerli a fornire false spiegazioni sulle reali condizioni della loro detenzione illegale», si legge nella nota. L’inchiesta cercherà di accertare l’identità dei militari ucraini «coinvolti negli abusi».
Ore 12.30 – Cremlino, nessuna novità su incontro Putin-Zelensky
Sul piano sostanziale non ci sono notizie sulla possibilità di un incontro tra i presidenti di Russia e Ucraina, Putin e Zelensky, ha detto l’addetto stampa del capo dello Stato russo, Dmitri Peskov. Durante una conversazione con i giornalisti a Peskov è stato chiesto di commentare la dichiarazione del ministero degli Esteri turco secondo cui l’incontro dei leader sarebbe «non lontano». In linea di principio, «non ci sono novità in tal senso. Abbiamo detto che il presidente non ha mai rifiutato un tale incontro in linea di principio, ma servono condizioni adeguate e un testo di documento» di accordo, ha spiegato Peskov.
Ore 12.20 – Peskov, «Nessuna notizia su prospettive colloqui»
Al momento non ci sono informazioni sulle prospettive del proseguimento dei colloqui con l’Ucraina in un formato faccia a faccia, ma la Bielorussia potrebbe diventare la piattaforma favorita. Lo ha detto ai giornalisti il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. «Dal nostro punto di vista, la Bielorussia sarebbe un ottimo posto per i negoziati. Ma sapete che per questo è necessario anche il punto di vista della squadra ucraina», ha detto Peskov.
Ore 12.18 – Cremlino: «Su colloqui pace non c’è ancora niente»
Ore 12.12 – Mosca: «Incrociatore a galla, armi non danneggiate»
L’incrociatore russo Moskva «non è affondato» e «l’armamento missilistico principale» a bordo dell’ammiraglia nel mar Nero «non è stato danneggiato nell’incidente». Lo ha riferito il ministero della Difesa russo, specificando che «l’equipaggio è stato evacuato sulle navi della flotta del Mar Nero presenti nella zona». «La causa dell’incendio è in corso di accertamento», ha aggiunto il dicastero assicurando che «le fiamme a bordo sono state contenute».
Ore 11.49 – Kiev, attacchi russi su tutti fronti Donetsk e Lugansk
Le forze russe stanno sferrando attacchi sull’intera linea del fronte nella regione del Donetsk – dove sono state bombardate Avdiivka, Ocheretynska, Marinka e Toretsk – e continuano a colpire con razzi e mortai la regione di Lugansk, dove «la situazione più difficile è a Zolote». È quanto si legge nell’ultimo bollettino delle forze armate ucraine. Durante la notte, sono continuati i bombardamenti su Kharkiv, dove sono morti almeno quattro civili, e sono in corso combattimenti a Izyum, la città nell’Est controllata dai russi dove si stanno raccogliendo mezzi e uomini destinati all’offensiva nel Donbass. Esplosioni e cannoneggiamenti sono stati segnalati anche nella regione di Kherson, il cui capoluogo è in mano ai russi ma dove, nei giorni passati, gli ucraini avrebbero contrattaccato con successo su alcune posizioni.
Ore 11.41 – Di Maio: «Non saranno le minacce a fermarmi»
«Non saranno le minacce a fermare l’azione del governo. Noi abbiamo preso una posizione molto ferma nei confronti dell’invasione dell’Ucraina ma teniamo canali aperti con Mosca e con Kiev. Mi preoccupa invece questo negazionismo che circola in Italia». Questa la posizione del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, intervistato su Rai 1 sulle numerose minacce ricevute nelle ultime settimane.
Ore 11.37 – Strage alla stazione di Kramatorsk: bilancio sale a 59 morti
Si aggrava il bilancio delle vittime della strage dello scorso 8 aprile alla stazione ferroviaria di Kramatorsk, nell’Ucraina orientale. Le ultime notizie delle autorità locali riportate da Ukrinform parlano di «59 morti» dopo il decesso di «altri due bambini». «È salito a sette il numero dei bambini morti nel bombardamento della stazione di Kramatorsk. Altri due bimbi sono morti in ospedale – fanno sapere dal consiglio comunale – Di conseguenza sale a 59 il bilancio delle persone morte a causa del bombardamento russo contro la stazione».
Ore 11.33 – Vescovo Odessa: «Oggi non è possibile negoziare con Russia»
«Oggi non è possibile negoziare con la Russia. Il fatto che l’Ucraina si stia oggi difendendo ne è una prova per tutto il mondo».Così all’Adnkronos il vescovo di Odessa, monsignor Stanislav Šyrokoradjuk, che sulla possibilità che il Papa possa andare in Ucraina ha aggiunto: «Spero, spero tanto che serva e aiuti». Il vescovo di Odessa dice la sua anche sull’acceso dibattito legato alla difesa dell’Ucraina, armandola. «Oggi la Russia non è un partner di diplomazia — osserva —. Il fatto che l’Ucraina si stia oggi difendendo ne è una prova per tutto il mondo. Ogni stato ha il diritto di difendersi».
Ore 11.29 – Premier Lituania: «Minaccia russa Baltico non nuova»
La minaccia russa di aumentare le sue truppe nella regione baltica, anche quelli nucleari, non è «una novità»: così la primo ministro lituana, Ingrida Simonyte. «Che la Russia minacci, non è una novità», ha detto ai giornalisti. «Kaliningrad è una zona molto militarizzata, lo è da molti anni ed è nella regione baltica». L’ex presidente russo Dmitry Medvedev ha avvertito che se Svezia e Finlandia si uniranno all’Alleanza Atlantica, la Russia dovrà rafforzare le sue difese nella regione, anche dispiegando armi nucleari.
Ore 11.20 – Sindaco Mariupol: «Città continuerà a essere ucraina» «Mariupol era, è, e continuerà a essere una città ucraina». Così questa mattina, intervenendo su Ard, il sindaco della città, Vadym Boichenko, al momento lontano dall città assediata, bollando come fake news le notizie da parte russa secondo cui il porto di Mariupol sarebbe nelle mani delle truppe di Mosca dopo la resa di più di mille militari ucraini». Secondo Boichenko, infatti, continuano a difendere la città il battaglione Azov e diverse unità della Marina
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Ore 11.04- Trump: «In Ucraina è in corso un genocidio»
Anche l’ex presidente Donald Trump, come Joe Biden, ha parlato di «genocidio» in riferimento alle stragi di civili in Ucraina, pur se per attaccare il suo successore. In un’intervista a Fox News, Trump, dopo aver attaccato le politiche economiche di Biden a fronte dell’inflazione record, ha proseguito: «E ora aggiungete a ciò quello che sta accadendo in Ucraina. Quello è un genocidio». «È in corso un genocidio», ha reiterato Trump che ha poi sottolineato che «abbiamo la forza nucleare più forte ed efficace al mondo grazie a quello che ho fatto» e quindi «nessuno ci dovrebbe maltrattare». Trump ha affermato più volte che, se fosse rimasto alla Casa Bianca, Putin non avrebbe mai attaccato l’Ucraina. «Credo che tra cent’anni le persone guarderanno indietro e si domanderanno perché siamo rimasti a guardare e perché la Nato è rimasta a guardare», ha affermato l’ex presidente Usa.
Ore 11.02 – Kiev, uccisi quasi 20mila soldati russi
Sono circa 19.900 i soldati russi morti in Ucraina, secondo quanto reso noto dall’esercito di Kiev sui social, che afferma di aver distrutto 753 carri armati nemici, 1968 veicoli corazzati da combattimento, 366 sistemi d’artiglieria, 64 sistemi di guerra antiaerei, 160 aerei, 144 elicotteri, 1437 veicoli, 7 navi, 134 droni.
Ore 11.01 – Viminale: 92.716 i profughi sinora giunti in Italia
Sono 92.716 i profughi ucraini arrivati sinora in Italia: 47.927 donne, 10.566 uomini e 34.223 minori. Come riportato dai dati del Viminale, le destinazioni principali restano Milano, Roma, Napoli e Bologna.
Ore 10.55 – Turchia: incontro Putin-Zelensky non lontano
«Credo che un incontro tra Putin e Zelensky non sia lontano», ha detto il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, a Ntv. «Tutto dipende dal consenso e dalla posizione di Putin. In linea di principio, il leader russo non è contrario».
Ore 10.54 – E anche Mosca indaga su presunte torture a soldati russi
Il Comitato investigativo di Mosca ha aperto un’indagine sulle accuse di torture ai danni dei soldati russi in Ucraina. In particolare si indaga sui soldati russi che, secondo l’accusa, sono stati catturati dalle forze di Kiev nelle regioni di Zaporizhzhia e Mykolaiv e detenuti illegalmente dai servizi di sicurezza ucraini.
Ore 10.52 – Kiev, indagini su 6500 crimini di guerra russi
Sono 6492 i presunti crimini di guerra commessi dai militari russi in Ucraina per cui sono state aperte inchieste. Lo riporta la procura generale di Kiev sul proprio sito.
Ore 10.50 – Onu, salgono a 1.932 civili uccisi da inizio guerra
Almeno 1.932 civili sono stati uccisi, e altri 2.589 sono rimasti feriti, dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina il 24 febbraio scorso: i dati sono stati resi noti dalle Nazioni Unite. Il bilancio dei decessi include 485 uomini, 313 donne, 31 ragazze e 54 ragazzi, oltre a 72 bambini e 977 adulti il cui genere è ancora sconosciuto.
Ore 10.40 – Russia blocca esportazioni di rottami siderurgici
Mosca ha vietato le esportazioni di rottami ferrosi, utili per l’industria siderurgica, ai Paesi «ostili» nei confronti di Mosca a seguito della guerra in Ucraina. Così l’agenzia russa Tass, che cita un’affermazione del ministro dell’Industria russo Viktor Yevtukhov. Tra le misure adottate da Mosca per proteggere la propria industria anche l’azzeramento dei dazi sul rame opaco e sulle scorie titanifere per assicurare le materie prime necessarie all’industria siderurgica.
Ore 10.26 – La giornalista «no war» Ovsyannikova: «Mi vergogno di aver aiutato la propaganda russa»
«Mi dispiace sinceramente di aver contribuito a rendere zombie i russi con la propaganda di Stato. Me ne vergogno». Lo scrive in un lungo articolo sul giornale tedesco Die Welt
Marina Ovsyannikova, giornalista dissidente diventata famosa per aver mostrato un cartello contro la guerra nella tv russa. «Per molti anni ho lavorato per l’emittente statale russa Perwyj Kanal e sono stata coinvolta nella creazione della propaganda, uno dei compiti era quello di raccontare costantemente quanto sia brutta la vita negli Stati Uniti, nell’Occidente in generale e in Ucraina. Il mio lavoro comprendeva anche l’analisi di influenti giornali internazionali per cercare articoli che parlavano bene di Putin e della Russia». La donna, che è stata ora assunta proprio da
Welt, racconta il suo percorso personale e familiare come madre separata di due figli e con la necessità di lavorare.
Ore 10.23 – Lavrov, occidente ci ha dichiarato guerra ibrida totale L’Occidente «cerca di ripristinare e consolidare permanentemente il proprio predominio negli affari internazionali al fine di perseguire ulteriormente i propri obiettivi egoistici a scapito degli interessi nazionali di altri membri della comunità internazionale e a loro spese». Così il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, parlando alla conferenza Digital International Relations 2022. «Con il pretesto della crisi ucraina, l’Occidente ci ha dichiarato una guerra ibrida essenzialmente totale. Copre una varietà di aree, compresa l’informazione». L’Occidente «si è appropriato del titolo di faro della democrazia, come sapete, e sta violando gravemente i suoi obblighi internazionali di garantire la libera espressione di opinione e la parità di accesso alle informazioni», ha concluso.
Ore 10.12 – Comunità Kiev in Italia: no a famiglia russa a Via Crucis
La comunità ucraina residente in Italia «ha appreso con grande stupore la notizia della partecipazione comune di una famiglia ucraina e una famiglia russa alla celebrazione di Via Crucis nel Colosseo di Roma il Venerdì Santo». È quanto spiega l’associazione cristiana degli ucraini in Italia. «Cercando giustamente di sollevare il tema di attualità mondiale, l’aggressione russa contro l’Ucraina, durante una delle celebrazioni più importanti per i cristiani di tutto il mondo, si dà però un messaggio che non corrisponde alla realtà dei fatti e può essere percepito come offensivo verso il popolo che sta subendo la più terribile invasione straniera dai tempi della Seconda Guerra Mondiale», viene sottolineato.
Ore 9.50 – La storia dell’incrociatore russo «Moskva» affondato
(Marta Serafini, inviata a Mykolaiv) Ogni guerra ha la sua storia simbolo. E quella dei marinai ucraini dì Snake Island e dell’incrociatore russo «Moskva» sicuramente lo è. Questa notte il comando sud della regione di Odessa ha dato la notizia che «l’incrociatore missilistico Moskva della flotta russa del Mar Nero è stato colpito dai missili ucraini Neptune ed è in fiamme al largo di Odessa». Il governatore della regione di Odessa, il colonnello Maksym Marchenko, ha fatto sapere anche che la nave si trovava nelle acque territoriali ucraine davanti all’Isola dei Serpenti quando è stata colpita da due missili sparati dalla regione di Odessa. La perdita dell’incrociatore rappresenta un «durissimo colpo» per i russi, già in difficoltà contro la resistenza ucraina nel 50esimo giorno dell’invasione dell’Ucraina, ha sottolineato dal canto suo il comando Sud di Kiev. Questa mattina i russi, via Interfax, hanno fatto sapere che, l’equipaggio dell’incrociatore – secondo alcune fonti di 510 membri – sarebbe stato evacuato prima dell’esplosione. Il ministero della Difesa russo non ha reso note le cause dell’incendio e non conferma il bombardamento lasciando intendere che la nave sia stata affondata di proposito dai russi. Le agenzie di stampa russe riportano anche che l’incrociatore aveva a bordo 16 missili da crociera Vulkan con una gittata di almeno 700 chilometri. Nell’attesa di capire cosa sia effettivamente successo – ossia se la Moskva sia stata colpita dagli ucraini o affondata dai russi – va ricordato come l’incrociatore, insieme al Vasily Bikov, era la nave che ha catturato i 13 marinai di Snake Island nelle primissime ore della invasione russa. Marinai di stanza a Snake Islan che prima erano stati dati per morti e, poi, invece salvati in uno scambio dì prigionieri. Una storia fatta di smentite e contro smentite, di propaganda e contro propaganda, cui ora si aggiunge una nuova puntata. I marinai dì Snake Island che hanno gridato «andate a farvi f…e» ai russi ora potrebbero aver avuto, finalmente, la loro vendetta.
Ore 9.46 – Il tribunale di Leopoli sequestra i beni di Medvedchuk
Il tribunale di Leopoli ha sequestrato 154 beni appartenenti all’oligarca filorusso Viktor Medvedchuk e a sua moglie Oksana Marchenko. Lo riporta Ukrinform. Si tratta di 26 auto, 30 appezzamenti di terreno, 23 case, 32 appartamenti, 17 parcheggi e uno yacht.
Ore 9.40 – Medvedev mette in guardia da allargamento Nato a Finlandia e Svezia: «Ci saranno conseguenze nel Baltico»
La Russia dovrà rafforzare seriamente le forze di terra e di difesa aerea, e schierare consistenti forze navali nel Golfo di Finlandia quando Finlandia e Svezia si uniranno alla Nato: così su Telegram il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev,
secondo l’agenzia Ria Novosti. S
e Svezia e Finlandia aderiranno alla Nato, la lunghezza dei confini terrestri dell’alleanza con la Federazione Russa sarà più che raddoppiata, ha osservato, ricordando comunque che in caso di adesione «la risposta della Russia sarà nel Baltico».
Ore 9.38 – Nuove esplosioni vicino al porto di Odessa
Due esplosioni sono state udite dall’Ansa non lontane dal porto di Odessa questa mattina poco dopo le 10 locali (le 9 in Italia). «A causa delle esplosioni appena sentite in città, vi chiediamo di mantenere la calma e rimanere al riparo. Al momento non c’è pericolo per la popolazione civile», ha affermato il servizio stampa del comando operativo meridionale sulla sua pagina Facebook.
Ore 9.37 – Tymoschenko: Cremlino può essere fermato solo con la forza «Il Cremlino può essere fermato solo con la forza». Così Julija Tymoshenko, ex primo ministro ucraino, ieri sera a Controcorrente-Prima serata. «Noi ucraini non abbiamo scelto la guerra. Siamo un Paese europeo, pacifico, felice prima della guerra. Noi dobbiamo difendere la nostra terra, le nostre famiglie, la nostra esistenza, e non cederemo perché non abbiamo dove cedere. Diamo all’Ucraina le armi, introduciamo delle sanzioni più pesanti che fermino i soldi per il terrorista, per il terrorismo. Noi possiamo assicurare la vittoria sul campo di battaglia».
Ore 9.33 – Kiev: «Un ostacolo ai colloqui è il numero di Paesi garanti»
Uno degli ostacoli che si frappongono ai colloqui di pace tra Kiev e Mosca riguarda il numero di Paesi che dovrebbero prendervi parte come garanti della sicurezza. Questa — riferisce il Guardian — la posizione del consigliere presidenziale ucraino, Mykhailo Podolyak, che ha fatto parte del team negoziale. Il Cremlino ha indicato, in precedenza, la Bielorussia come uno dei Paesi che garantiscono la sicurezza, mentre la Turchia ha ripetutamente offerto di svolgere un ruolo di mediazione tra i suoi vicini del Mar Nero.
Ore 9.29 – Il ministro degli Esteri irlandese oggi a Kiev
Simon Coveney, ministero degli Esteri irlandese, si recherà oggi a Kiev per colloqui con i vertici politici dell’Ucraina. Lo riporta Sky News. Sul tavolo la candidatura di Kiev all’Unione Europea e ulteriori sanzioni alla Russia. L’Irlanda è al momento membro non permanente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.
Ore 9.16 – L’allarme dell’Unicef: 1,4 milioni di persone senza acqua a Est
Oltre sei settimane di conflitto in Ucraina hanno devastato sia la rete idrica che quella elettrica, lasciando 1,4 milioni di persone senza accesso all’acqua corrente in Ucraina orientale e altri 4,6 milioni di persone in tutto il Paese a rischio di perdere la fornitura di acqua. È questo l’allarme lanciato dall’Unicef, che ha sottolineato come nella sola Ucraina orientale siano stati registrati almeno 20 eventi separati di danni alle infrastrutture idriche. «L’acqua è essenziale per la vita e un diritto per tutti», ha dichiarato Osnat Lubrani, Coordinatore residente Onu in Ucraina. «I rischi per la salute, in particolare per bambini e anziani, causati dall’interruzione dell’acqua sono gravi, poiché la gente è costretta a usare fonti di acqua sporca, con conseguente diarrea e altre malattie infettive letali».
Ore 9.14 – Gb: probabili attacchi su Kramatorsk e Kostiantynivka
Putin continua a essere interessato al Donbass
, ed è probabile che ora le città di Kramatorsk e Kostiantynivka diventino il bersaglio. Questa l’analisi dell’intelligence britannica nel suo ultimo aggiornamento sulla situazione sul campo. «La combinazione di attacchi a largo raggio con missili e artiglieria e gli sforzi di concentrare le truppe per un’offensiva rappresentano il ritorno alla tradizionale dottrina militare russa», rileva — ancora — l’intelligence, osservando anche che questo richiederà una significativo presenza di militari in un momento in cui «la prolungata difesa» di Mariupol sta di fatto impegnando «un significativo numero di truppe ed equipaggiamento russi».
Ore 9.12 – Kiev, attivati nove corridoi umanitari: c’è anche Mariupol
Nove corridoi umanitari per l’evacuazione di civili sono stati attivati oggi in Ucraina. Lo rende noto la vice primo ministro di Kiev, Iryna Vereshchuk. Nella lista c’è anche la citta di Mariupol oltre ad altre località come Enerhodar, Berdiansk e Tokmak.
Ore 9.10 – Trovati corpi di 765 civili a Kiev da inizio aprile
Le autorità ucraine hanno recuperato i corpi di 765 civili, tra cui 30 bambini, nell’area di Kiev dall’inizio di aprile. A riferire la notizia il vice procuratore capo regionale, Oleh Tkalenko, come riporta il Guardian. «Questo è solo l’inizio. Abbiamo appena iniziato a lavorare in città più grandi come Borodianka, Hostomel, Irpin e Bucha», ha detto Tkalenko. Secondo l’ufficio del procuratore generale dell’Ucraina, dall’inizio del conflitto a oggi nel Paese sarebbero morti 197 bambini e più di 351 sarebbero rimasti feriti. I minori coinvolti sarebbero almeno 548.
Ore 9.05 – Dove attaccheranno i russi, ora
Difficile conoscere i tempi, ha detto poco fa il Pentagono: ma l’intelligence britannica ha pochi dubbi su dove si concentrerà la prossima fase dell’attacco russo. Nel consueto, prezioso punto militare quotidiano del ministero della Difesa, Londra ha spiegato che le città di Kramatorsk (già teatro di una orrenda strage alla stazione, giorni fa) e di Kostiantynivka saranno «probabilmente» oggetto di assalto: e che «la continua resistenza di Mariupol» sta, di fatto, agendo da «catenaccio» preziosissimo per le truppe ucraine, perché costringe Mosca a dedicare un numero significativo di uomini e mezzi alla conquista di una città che resiste, incredibilmente, da 50 giorni.
Ore 9 – Si va verso limiti di temperatura sul riscaldamento, in Italia?
(Gianluca Mercuri) A proposito delle parole (riportate qui sotto) di Zelensky, va notato come il nostro governo prosegua le mosse per ridurre la dipendenza dal gas russo: dopo l’accordo con l’Algeria per 9 miliardi di metri cubi all’anno, ieri è arrivato quello con l’Egitto per altri 3 miliardi. Questa intesa, però, è stata firmata dall’Eni, non dal governo: pesa il contenzioso con l’Egitto per l’uccisione di Giulio Regeni e la sostanziale impossibilità di processare in Italia i suoi assassini.
La scelta di rivolgersi a un continente non stabilissimo come l’Africa — nei prossimi giorni saranno conclusi accordi anche con Angola e Congo — è comunque ritenuta meno pericolosa che restare nella morsa di Putin.
Federico Fubini scrive che «a termine, l’Italia è vicina a rimpiazzare quasi due terzi delle forniture russe. Diventa essenziale però aumentare la capacità di rigassificazione, dato che gran parte del nuovo metano arriverà allo stato liquido».
Federico dà poi una notizia importante: «È molto probabile che per l’inverno prossimo saranno fissati limiti di temperatura sul riscaldamento».
Ore 8.45 – Zelensky all’Europa: «Basta sponsorizzare l’invasione comprando petrolio da Mosca»
Il presidente ucraino Zelensky ha chiesto un «embargo immediato sul petrolio russo» da parte dell’Europa – e che l’Ue sia pronta a «fare a meno, del tutto, dell’energia russa» (dunque anche al gas). Lo ha fatto con parole durissime — dicendo all’Europa di «smetterla di sponsorizzare la macchina militare russa».
Le frasi di Zelensky sono arrivate durante un incontro di esperti internazionali sulle sanzioni — per capire come impedire che la Russia le aggiri con strumenti finanziari ad hoc. Nei giorni scorsi, uno studio tedesco aveva mostrato il vero costo, per la Germania (che come l’Italia è al momento largamente dipendente dal gas russo), di una rinuncia ai combustibili fossili di Mosca: «Contrariamente ai timori spesso espressi nel dibattito pubblico tedesco, la sostituzione e la riallocazione manterrebbero probabilmente i costi economici di un embargo energetico russo al di sotto del 3% del Pil, probabilmente più vicino alla soglia del 2%. Non c’è dubbio che si tratta di costi economici sostanziali, ma allo stesso tempo sono chiaramente gestibili, nel senso che l’economia tedesca ha superato crisi più profonde negli ultimi anni e si è ripresa rapidamente». Il dettaglio è qui.
Ore 8.25 – La distruzione di una colonna di mezzi russi «con un drone»
Le truppe ucraine hanno fatto saltare un ponte, a Kharkiv, sulla strada che porta a Izium, una città chiave nella ormai prossima battaglia per il Donbass. Secondo le immagini diffuse dall’esercito ucraino, «l’intera colonna russa è stata distrutta grazie a un drone».
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Ore 8 – L’incrociatore russo «abbandonato e affondato»: e ora Odessa teme una rappresaglia
La notizia dell’esplosione sull’incrociatore «Moskva» della flotta russa del Mar Nero ha scosso, nella serata di ieri, le forze al fronte: per l’importanza della nave, per la dimostrazione di forza dietro un attacco simile da parte degli ucraini.
Nella mattinata di giovedì, mentre l’Ucraina si attribuisce la paternità dell’attacco, Mosca parla solo di un’esplosione a bordo, causata da un incendio che si è esteso alle munizioni trasportate. Secondo informazioni riportate dalla Cnn, l’incrociatore è stato abbandonato; Kiev dice che è stato affondato — mentre per Mosca è stato invece solo «seriamente danneggiato».
Di certo c’è che l’equipaggio – secondo alcune fonti di 510 membri – è stato evacuato. Che le agenzie di stampa russe riportano che la nave avesse a bordo 16 missili da crociera anti nave Vulkan che hanno una gittata di almeno 700 km. E che ora Odessa tema una rappresaglia: «Ora temiamo che il nemico prepari una risposta sulla città. C’è un’alta probabilità di attacchi missilistici nella nostra città e regione», ha detto il portavoce dell’amministrazione della città di Odessa, Sergei Bratchuk.
Ore 7.50 – La Corte penale internazionale a Bucha, e la «strategia degli stupri»
«È inevitabile che i russi vengano trovati responsabili di crimini di guerra». A dirlo — anzi: a ripeterlo — è il presidente ucraino Volodymr Zelensky, di fronte all’orrore di Bucha, di Mariupol, e di decine di altre località che hanno subito e continuano a subire l’invasione russa.
Ieri un passo avanti concreto nella direzione della raccolta delle prove si è realizzato con l’arrivo di un team della Corte penale internazionale a Bucha, confermato proprio da Zelensky.
Su quanto sia avvenuto in queste settimane, non perdete i drammatici articoli di Lorenzo Cremonesi (che intervista il comandante della Polizia di Kiev: «Venti stupri a Kiev, anche case bruciate per nascondere le prove») e Maria Teresa Meli (che parla della testimonianza della vicepremier di Zelensky al Senato italiano).
7.45 – «Missili sui centri decisionali di Kiev in caso di nuovi attacchi»
Il fatto che la Russia stia concentrando le proprie truppe e i propri sforzi militari sul Donbass non può illudere sul fatto che il resto dell’Ucraina sia al sicuro: e se le parole del governo ucraino (che ieri sconsigliava ai suoi cittadini sfollati di tornare nelle zone liberate dalle truppe russe, per ora) nn bastassero, arrivano quelle di Mosca.
Il portavoce della Difesa russa, Igor Konashenkov, ha esplicitamente detto che la Russia colpirà i centri del potere ucraino a Kiev se verranno compiuti nuovi attacchi a obiettivi nel territorio russo. «Vediamo tentativi delle forze ucraine di sabotare e di portare avanti attacchi a strutture in Russia», ha detto, «e se questi episodi proseguono, le forze armate russe saranno costrette a colpire i centri decisionali, anche a Kiev, una cosa dalla quale l’esercito russo si è finora astenuto».
Ore 7.30 – Il «Robin» di Putin
(Paolo Valentino) Il 12 novembre 2009, nella sala di San Giorgio al Cremlino, il presidente della Russia parlò di «rinnovamento e valori democratici». Promise una «società di uomini liberi» con pieno accesso all’informazione al posto di «una società arcaica, dove il capo pensa e decide per tutti». E disse che avrebbe chiesto aiuto anche a esperti stranieri «per modernizzare le strutture arcaiche dell’economia russa».
Dmitrij Medvedev era stato eletto poco più di un anno prima al posto di Vladimir Putin, costretto a lasciare dalla limitazione del doppio mandato prevista dalla Costituzione. E il suo arrivo al Cremlino aveva suscitato grandi speranze dentro e fuori la Russia.
Oggi Medvedev ha gettato la maschera — «si esprime come se fosse da sempre un ultranazionalista antioccidentale e forse lo è sempre stato» — ed è uno dei più terribili e determinati «falchi» del Cremlino. Il racconto integrale di questa metamorfosi — che si spiega «in modo relativamente semplice» — è qui.
Ore 7.15 – La battaglia delle spie
La prima fase, con la sorprendente decisione dell’intelligence Usa di «uscire allo scoperto» e disseminare platealmente informazioni sulle intenzioni della Russia. La fase due, con il monitoraggio intenso degli invasori per garantire alla resistenza ciò che serviva: «le direttrici, le condizioni delle truppe, i guai di rifornimento: una cooperazione piena — “rivoluzionaria”, come l’aveva definita il generale Scott Berrier, direttore della Dia — effettuata per rimediare a un clamoroso errore di valutazione: erano convinti che gli ucraini sarebbero crollati». E la «componente realmente segreta»: ci sono agenti e paramilitari statunitensi sul campo, magari in possesso di passaporti di altri Stati?
Il punto militare — imperdibile — di Guido Olimpio e Andrea Marinelli.
Ore 7 – Il Pentagono e i tempi dell’offensiva dei russi
Quando scatterà l’offensiva russa nel Donbass, per la quale Mosca sta rapidamente preparando migliaia di mezzi e soldati? La Casa Bianca non ne é sicura — e vista la precisione delle previsioni dell’intelligence Usa fino ad ora si tratta di una voce da ascoltare con attenzione.
Il portavoce del dipartimento della Difesa degli Usa, John Kirby, ha dichiarato alla Cnn che il governo americano non è sicuro dei tempi, che l’intelligence Usa sta monitorando i preparativi delle Forze armate russe e — soprattutto — che sono incerti anche gli obiettivi del presidente russo Vladimir Putin.
Secondo Kirby, gli scenari sono due, ma radicalmente diversi: Mosca potrebbe limitarsi a conquistare l’intera regione del Donbass, presentando tale risultato come una vittoria militare e tentando di far leva sul Donbass per ottenere concessioni negoziali dall’Ucraina, oppure utilizzare quella regione come testa di ponte per proseguire il conflitto più a fondo in territorio ucraino.
Ore 6.15 – Anche l’ex presidente Trump parla di genocidio in Ucraina
L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha parlato di «genocidio» in relazione alle violenze commesse contro i civili nel contesto della guerra in Ucraina. Lo riferisce la stampa Usa, ricordando che il 12 aprile l’attuale inquilino della Casa Bianca, Joe Biden, ha accusato pubblicamente di genocidio la Russia e il suo presidente Vladimir Putin. Intervistato dall’emittente televisiva «Fox News», Trump è tornato a criticare Biden sul fronte delle politiche economiche, e in particolare per l’aumento record dell’inflazione. «E aggiungiamo a questo quel che sta succedendo in Ucraina. E’ un genocidio», ha dichiarato l’ex presidente, che nei giorni scorsi aveva già definito l’invasione dell’Ucraina «un olocausto».
Ore 4.43 -Borse asiatiche tutte positive in avvio di seduta
Il Nikkei guadagna quasi l’1%, l’indice di Shanghai sale dello 0,57%. Positiva la Borsa di Hong Kong con l’indice Hang Seng che avanza dello 0,2%. In rialzo dello 0,37% la Borsa di Singapore. Sui mercati influiscono le scelte di alcuni Paesi di stringere le redini monetarie per far fronte all’inflazione.
Ore 4.30 – Australia, nuove sanzioni contro imprese statali russe
L’Australia ha imposto sanzioni finanziarie a 14 imprese statali russe, comprese entità legate alla difesa come il produttore di camion Kamaz e le compagnie di navigazione SEVMASH e United Shipbuilding Corp. Le sanzioni si estenderanno anche alla società elettronica Ruselectronics, responsabile della produzione di circa 80 % di tutti i componenti elettronici russi. Fono ad ora l’Australia ha sanzionato circa 600 persone ed entità, inclusa la maggior parte del settore bancario russo e tutte le organizzazioni responsabili del debito sovrano del paese. Ha anche fornito attrezzature per la difesa e forniture umanitarie all’Ucraina, vietando al contempo le esportazioni di allumina e minerali di alluminio, compresa la bauxite, in Russia.
Ore 3.08 – Francia, aiuti militari all’Ucraina per 108 milioni di dollari
La notizia rilanciata dai siti di informazione francesi. Il governo di Parigi sarebbe intenzionato a stanziare anche ulteriori fondi per rifornire di armi l’Ucraina.
Ore 3.02 – Usa potrebbero inviare un funzionario di alto livello a Kiev
Gli Stati Uniti starebbero valutando la possibilità di inviare nei prossimi giorni un funzionario di alto livello a Kiev. Lo rivela il New York Times secondo cui si tratterebbe per l’amministrazione Usa di un segnale di sostegno all’Ucraina nella sua guerra con la Russia. Il presidente Joe Biden e la vicepresidente Kamala Harris hanno entrambi effettuato visite di alto profilo nell’ultimo mese nei paesi confinanti con l’Ucraina. Ma nessun funzionario americano ha ancora visitato pubblicamente l’Ucraina da quando la Russia ha lanciato la sua invasione alla fine di febbraio. «È altamente improbabile che il signor Biden o la signora Harris si rechino a Kiev» scrive il giornale citando una persona vicina alle decisioni dell’amministrazione. «I requisiti di sicurezza per il presidente o il vicepresidente in una zona di guerra sono enormi e richiederebbero un numero enorme di personale e attrezzature americane per fare il viaggio». Secondo il giornale si potrebbe trattare di un segretario di gabinetto o un membro anziano dell’esercito.
Ore 2.24 – Avvio in rialzo per la Borsa di Tokyo
La piazza finanziaria giapponese beneficia dei guadagni di Wall Street sull’onda del calo dei rendimenti dei treasuries americani. L’indice Nikkei ha registrato un rialzo dello 0,34% a 26.935,78 punti nei primissimi scambi.
Ore 1.59 – Giallo sull’incrociatore russo Moskva. Kiev: colpito da noi. I russi: incendio a bordo
L’ammiraglia della flotta russa nel Mar Nero, l’incrociatore missilistico Moskva, è stata gravemente danneggiata dall’esplosione delle munizioni a bordo. Lo ha riferito il ministero della Difesa russo. L’equipaggio era stato evacuato. Un funzionario ucraino in precedenza aveva affermato che la Moskva era stata colpita da due missili. La nave da 12.500 tonnellate ha un equipaggio di circa 500 persone. La Moskva era armata con 16 missili da crociera «Vulkan» antinave, che hanno una portata di almeno 700 km (440 miglia). «A seguito di un incendio sull’incrociatore missilistico Moskva, le munizioni sono esplose. La nave è stata gravemente danneggiata », ha affermato in una nota il ministero della Difesa russo, che però non ha specificato le cause dell’incendio che ha provocato l’esplosione. Resta dunque un giallo, anche se l’Ucraina rivendica l’attacco missilistico contro la nave.
Ore 1.38 – La Russia stanzierà sussidi per le compagnie aeree nazionali colpite dalle sanzioni
Il governo russo valuterà lo stanziamento di fondi per i sussidi alle compagnie aeree nazionali che hanno perso entrate a causa delle sanzioni. Lo riporta il sito del Consiglio dei Ministri citato dall’agenzia Tass. I fondi, si legge, compenseranno le mancate entrate derivanti dalla cessazione dei contratti di trasporto con passeggeri a causa dell’annullamento del trasporto internazionale e (o) nazionale in condizioni di pressione di sanzioni esterne.
Ore 1.17 – Elicotteri, obici e munizioni: le nuove armi degli Usa all’Ucraina
A qualche ora dall’annuncio del presidente americano Joe Biden di un altro invio di armi all’Ucraina per un totale di 800 milioni di dollari, il Pentagono ha pubblicato la lista delle nuove forniture. Nell’elenco ci sono 18 obici da 155 mm, 40.000 proiettili di artiglieria, sistemi radar di sorveglianza aerea AN/TPQ-36, AN/MPQ-64 Sentinel e mine anti-uomo Claymore M18A1. Inoltre, per aiutare le truppe ucraine a spostarsi sul campo gli Stati Uniti invieranno 100 veicoli corazzati Humvee, 200 mezzi corazzati per M113 e 11 elicotteri Mi-17. Questi vanno ad aggiungersi ai cinque già inviati all’inizio di quest’anno. Nel pacchetto, precisa il Pentagono, sono inclusi anche altri Switchblade, i cosiddetti «droni kamikaze», missili Javelin, attrezzature mediche, giubbotti antiproiettile ed elmetti. Nel briefing di ieri il portavoce del Pentagono ha detto, inoltre, che sono stati inviati in Ucraina anche «dispositivi di protezione individuale contro armi chimiche».
Ore 0.49 – Dipartimento di Stato Usa con Biden: giusto usare il termine genocidio
Il Dipartimento di Stato Usa ha difeso la posizione del presidente Joe Biden sul fatto che quello che sta accadendo in Ucraina è un genocidio. «Non è un incidente», ha detto la numero tre del Dipartimento Victoria Nuland. «È una decisione intenzionale della Russia, delle sue forze, distruggere l’Ucraina e la sua popolazione civile», ha aggiunto. «Alla fine – ha aggiunto parlando con la Cnn – le parole di Biden saranno dimostrate quando le prove saranno evidenti».
Ore 0.21 –
Le Pen: quando la guerra sarà finita, sosterrò un piano di sviluppo strategico fra Nato e Russia
«Quando la guerra tra Russia e Ucraina sarà finita e risolta da un trattato di pace, sosterrò l’attuazione di uno sviluppo strategico tra NATO e Russia», ha affermato la candidata alla presidenza francese Marine Le Pen.
Ore 0.01 – New York Times: oligarca Medvedchuk nominato nell’inchiesta sul Russiagate
Il nome dell’oligarca russo Viktor Medvedchuk, arrestato in Ucraina e considerato persona vicina a Vladimir Putin, era comparso nelle indagini sul Russiagate. Lo rivela il New York Times. Da quanto emerso Medvedchuk è stato un cliente del consulente politico repubblicano Paul Manafort, responsabile della campagna di Donald Trump nel 2016, arrestato per frode e poi graziato dall’allora presidente nel 2020. L’oligarca, precisa il New York Times, non è considerato una figura centrale dalle indagini sul Russiagate e tuttavia resta inquietante il fatto che sia anche solo nominato un personaggio che per oltre due decenni è stato vicino sia politicamente che personalmente a Putin ed è stato una figura di spicco nell’ala filo-russa della politica ucraina, dove proprio Manafort ha trovato diversi clienti.
14 aprile 2022 (modifica il 14 aprile 2022 | 15:29)
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