Ucraina Russia, news di oggi sulla guerra | L’Ucraina: «La promessa di ritiro della Russia punta solo a confondere». Ancora bombe su Kiev

di Lorenzo Cremonesi, Andrea Nicastro, Marta Serafini, Giusi Fasano, Paolo Foschi

Le notizie di mercoledì 30 marzo sulla guerra minuto per minuto: dopo il quarto round di negoziati a Istanbul, in Turchia, Mosca ha fatto sapere che non si tratta di un cessate il fuoco, ma di una «riduzione delle attività militari»

• Siamo arrivati al 35esimo giorno di guerra.

• Nella giornata di ieri, martedì 29 marzo, si è concluso il quarto round dei colloqui tra Mosca e Kiev a Istanbul. Mosca ha parlato di una «riduzione significativa delle attività militari a Kiev e Chernihiv», ma ha precisato che «non si tratta di un cessate il fuoco»; l’Ucraina ha presentato proposte dettagliate sulla sua neutralità Stati Uniti, Unione Europea, Gran Bretagna e — ora — Ucraina sono scettici sulle reali intenzioni di Mosca.

• Sempre ieri il presidente francese Macron ha raggiunto al telefono Putin (gli avrebbe chiesto che «i nazionalisti depongano le armi a Mariupol») e ha preso parte a un vertice telefonico con gli altri leader Scholz, Draghi, Biden e Johnson.

• Forte tensione nel governo italiano sul Dl Ucraina, oggi in Aula al Senato: ieri c’è stato un lungo e teso confronto tra Draghi e Conte, e non è chiaro se i 5 Stelle daranno il loro appoggio all’aumento delle spese militari al 2% del Pil come promesso dall’Italia ai partner della Nato.

Ore 8.45 – Il preallarme tedesco sul gas


La Germania ha attivato il primo livello di allarme sulle forniture di gas: a dirlo è stato il ministro dell’Economia di Berlino, Robert Habeck. Si tratta del primo dei tre livelli dell’emergenza energetica, ed è un livello contemplato dai piani di tutti i Paesi: solitamente si parla di «preallarme», «allarme» ed «emergenza».

Il livello di allarme nel quale la Germania si trova ora è lo stesso nel quale l’Italia si trova da settimane: prevede monitoraggio più attento dei flussi di gas e la possibilità di attuare soluzioni «di mercato» per massimizzare l’afflusso di gas (ad esempio, si chiede agli importatori di massimizzare le importazioni).

Ulteriori misure possono essere prese nei livelli di allerta successivi: un Paese può chiedere di fermare le forniture ai clienti che hanno accettato contratti con clausole di interrompibilità (ad esempio, industrie che magari possono usare energie diverse dal gas), ridurre la temperatura e gli orari di riscaldamento in uffici pubblici o esercizi commerciali e, come ultima misura, intervenire sul razionamento delle forniture ai privati.

La Germania ha comunicato di avere al momento i serbatoi di stoccaggio pieni al 25% (la percentuale, in Italia, è più alta).

L’allerta è scattata perché domani, 31 marzo, la Russia dovrebbe implementare la misura annunciata da Putin: il gas dovrà essere pagato in rubli. Una condizione che i Paesi occidentali considerano una inaccettabile violazione dei termini contrattuali.

Ore 8.20 – Le esplosioni a Kiev (e in un villaggio russo vicino al confine)


«Non è un cessate il fuoco», avevano specificato dal governo russo, raffreddando le speranze sorte dopo l’annuncio di una «drastica riduzione delle attività militari» a Kiev e Chernihiv. E cessate il fuoco non è stato: Kiev ha vissuto un’altra notte con il suono delle sirene e le esplosioni dei colpi di artiglieria, ai margini della città.

Un’altra esplosione — da seguire, come indicato già nelle scorse ore da Guido Olimpio, sul Corriere — è avvenuta a Oktjabrskij, un villaggio nella regione russa di Belgorod, a una manciata di chilometri dal confine con l’Ucraina. La causa delle esplosioni non è stata ancora accertata, ma a prendere fuoco sarebbe stato un deposito di munizioni.

Ore 8.00 – La strategia degli Stati Uniti è cambiata?


(Luigi Ippolito) «Ci sono due ragioni per pensare che la fine è in vista e una ragione per pensare di no», dice lo storico britannico Niall Ferguson al Corriere. «Le ragioni per il primo scenario sono che i russi chiaramente hanno un problema: la misera performance delle loro forze e le pesanti perdite subite, cui si aggiungono problemi logistici difficili da risolvere. Dunque l’annuncio che si focalizzano sul Donbass non è stata una sorpresa. La seconda ragione è che Zelensky continua a segnalare la volontà di trovare un accordo basato sulla neutralità dell’Ucraina».

E invece dove sta il problema? «Il problema sono gli Stati Uniti: perché l’Amministrazione Biden si è imbarcata in una strategia che punta a prolungare a la guerra, nella convinzione che questo porterà a un cambio di regime in Russia. La cosiddetta gaffe di Biden non era affatto una gaffe».

L’intervista integrale — ricchissima di spunti — è qui.

Ore 7.50 – Ma perché Russia e Ucraina proteggono Abramovich?


Quale ruolo sta giocando Roman Abramovich? E in quale campo sta? Le domande su che cosa stia facendo esattamente l’oligarca russo — che sembra «protetto» sia dall’Ucraina sia dalla Russia, e che ieri, per l’ennesima volta, era presente ai negoziati tra i due Paesi — continuano: così come quelle sul suo presunto avvelenamento (svelato da Wall Street Journal e Bellingcat, ma sul quale Stati Uniti e Russia, con accenti diversi, smentiscono o affermano di non avere prove). Marco Imarisio prova, qui, a indagare.

Ore 7.45 – Il Donbass, spiegato da Milena Gabanelli


Nelle scorse ore, il governo russo ha chiarito di voler «concentrare» la sua attività militare per raggiungere l’obiettivo della «liberazione» del Donbass — cioè la sua completa occupazione. Ma perché la Russia vuole quella regione? E perché l’Ucraina non ha intenzione di lasciarla? C’entrano le risorse naturali, la posizione strategica e i rapporti tra Zelensky e gli oligarchi: spiega tutto Milena Gabanelli nel suo Dataroom, qui.

Ore 7.30 – Cosa sta succedendo al governo, in Italia


(Luca Angelini) Cosa sta succedendo nel governo italiano? In estrema sintesi: il Movimento 5 Stelle, partito che appartiene alla maggioranza che sostiene l’esecutivo guidato da Mario Draghi, ha espresso fortissime resistenze circa la volontà del premier di aumentare — come concordato con i partner della Nato — le spese militari per raggiungere l’obiettivo del 2% del Pil. Nella giornata di ieri, Draghi ha incontrato il leader del Movimento, Giuseppe Conte, per cercare di arrivare a una sintesi: ma l’incontro è andato molto male.

«Se si mettono in discussione gli impegni assunti viene meno il patto che tiene in piedi la maggioranza», ha detto Mario Draghi: e il vertice è «finito così male — scrive Monica Guerzoni — che il premier ha ritenuto necessario salire al Quirinale e riferire a caldo, a Sergio Mattarella, quanto a rischio sia il destino del governo in un momento tragico per l’intero Occidente». (Qui i retroscena dell’incontro).

Il leader del M5S ieri sera, alla trasmissione tv DiMartedì, ha negato di voler aprire una crisi di governo. Ma, come nota Massimo Franco, «lo smarcamento gridato sull’aumento delle spese militari è un indizio della volontà di logorare e di tirare la corda a intermittenza».

Tanto che, anche nel Pd, è sempre più forte «il sospetto che i Cinque Stelle siano tentati di arginare il progressivo crollo elettorale e nei sondaggi recuperando le parole d’ordine del passato; e che il rinculo identitario prevalga su tutto».

Oggi il decreto Ucraina arriva in Aula al Senato e l’interrogativo che scuote la maggioranza è cosa faranno i 5 Stelle, se e quando Draghi porrà la fiducia.

Ore 7.20 – La Russia sta fingendo?


Gli annunci di ieri da parte del governo di Mosca — «Ridurremo drasticamente l’attività militare intorno a KIev e Chernihiv» — erano stati accolti con freddezza da Stati Uniti, Unione europea e Gran Bretagna: «Aspettiamo i fatti», era stato il commento delle diplomazie occidentali. Sembrava però che ad accompagnare quelle parole della Russia ci fossero anche segnali sul campo: il ritiro verso la Bielorussia di alcune unità stanziate nei dintorni di Kiev, segnalato da analisti militari statunitensi alla Cnn.

Oggi però alla cautela occidentale si somma lo scetticismo della stessa Ucraina. Lo Stato maggiore delle Forze armate ucraine, nel suo quotidiano aggiornamento sulla situazione, ha scritto che la promessa di ritiro da parte della Russia «punta a confondere»: si tratta «probabilmente della rotazione di singole unità» e creare un «equivoco» sul vero significato della mossa.

Dello stesso tenore le analisi della Difesa britannica: le unità russe — scrive il ministero della Difesa nel suo punto quotidiano — hanno subito pesanti perdite sul campo, e sono state dunque costrette a tornare in Russia e Bielorussia per riorganizzarsi e rifornirsi. Insomma: il timore che la «drastica riduzione» degli sforzi bellici nelle direttrici di Kiev e Chernihiv e la «concentrazione» sul Donbass non sia che una scelta tattica mascherata da buone intenzioni circola, forte, in Ucraina e nelle cancellerie occidentali.

Ore 7.00 – Washington: i cittadini Usa in Russia rischiano l’arresto



Il dipartimento di Stato Usa ha avvertito ieri, 29 marzo, che i cittadini statunitensi in Russia rischiano l’arresto da parte delle autorità locali e ha ribadito l’invito a rientrare «immediatamente» negli Stati Uniti. Nelle scorse ore un diplomatico statunitense ha potuto visitare la star statunitense del basket Brittney Griner, arrestata presso l’aeroporto di Mosca il 17 febbraio scorso per aver portato con sé cartucce per sigarette elettroniche contenenti cannabis.

Ore 6.48 – Petrolio: scorte Usa in calo, ma i prezzi scendono

L’American Petroleum Institute (Api) ha registrato una diminuzione di 3 milioni di barili di petrolio greggio nelle scorte statunitensi per la settimana terminata il 25 marzo. Gli analisti si aspettavano una diminuzione di 1,558 milioni di barili. I prezzi del petrolio sono comunque scesi martedì mentre i colloqui di pace tra Russia e Ucraina hanno mostrato progressi. Il West Texas Intermediate in consegna a maggio ha perso 1,72 dollari (-1,6% a quota 104,24 dollari al barile al New York Mercantile Exchange). Il greggio Brent in consegna a maggio ha registrato una flessione del 2%, chiudendo a 110,23 dollari al barile al London Ice Futures Exchange.

Ore 6.30 – Kiev: Mosca ha spostato 2000 soldati dalla Georgia in Ucraina


L’esercito russo in Ucraina ha ricostituito i suoi ranghi con unità provenienti dai territori occupati della Georgia: secondo lo stato maggiore delle Forze armate ucraine citate dalla Ukrainska Pravda sarebbero arrivate in totale circa 2.000 persone.

Ore 6.01

– L’esercito ucraino: l’annuncio del ritiro delle truppe russe è fuorviante


«Ci sono indicazioni che le forze russe si stiano riorganizzando per concentrare i loro sforzi sull’Ucraina orientale», «allo stesso tempo il cosiddetto `ritiro delle truppe´ è molto probabilmente una rotazione di singole unità e mira a fuorviare la leadership militare ucraina», creando l’idea sbagliata che i russi abbiano deciso di non cercare di accerchiare Kiev. Così lo stato maggiore ucraino a proposito dell’annunciata riduzione dell’attività militare da parte di Mosca.

Ore 4.45 – Ripristinata l’elettricità per 150 mila ucraini


Dopo le riparazioni degli ingegneri – riporta il Kyiv Independent – numerosi insediamenti in Ucraina hanno ripreso l’accesso all’elettricità, secondo il ministero dell’Energia ucraino. Tuttavia, si stima che 831.000 ucraini in 1.491 insediamenti rimangano ancora senza accesso all’elettricità.

Ore 4.30 – Crisi alimentare, la Russia respinge le accuse degli Usa




Mosca considera le osservazioni del vicesegretario di Stato americano Wendy Sherman sul presunto ruolo della Russia nella crisi alimentare in Ucraina e nel mondo come parte della guerra dell’informazione di Washington contro la Russia: lo ha affermato l’ambasciatore russo negli Stati Uniti Anatoly Antonov, secondo quanto riferito dalla Tass. «Consideriamo le osservazioni di Wendy Sherman come una parte della guerra dell’informazione degli Stati Uniti contro la Russia», ha affermato il diplomatico nel canale Telegram dell’ambasciata.

Ore 3.49 – Partenza sprint per la Borsa di Hong Kong


La Borsa di Hong Kong apre la seduta cin un solido rialzo sulla scia dei guadagni di Wall Street e del cauto ottimismo sui colloqui tra Ucraina e Russia per chiudere il conflitto: l’indice Hang Seng segna nelle prime battute un balzo dell’1,03%, a 22.153,06 punti.

Ore 3.38 – Usa: 94 navi civili ucraina che portano cibo bloccate nel Mar Nero dai russi


I russi stanno bloccando 94 navi alimentari civili nella regione del Mar Nero e hanno bombardato tre navi che trasportano merci dai porti del Mar Nero in tutto il mondo, in particolare quelle noleggiate da una azienda agricola. Lo ha detto il primo vicesegretario di Stato americano Wendy Sherman, citato da Ukrinform. Circa il 30% delle esportazioni mondiali di grano provengono dalla regione del Mar Nero, così come il 20% del mais e il 75% dell’ olio di girasole. Molti esportatori hanno rinunciato a inviare le loro navi nel Mar Nero, anche nei porti russi. «La Marina russa sta bloccando l’accesso ai porti ucraini, il che blocca di fatto l’esportazione di grano», ha detto la Sherman citata da Ukrinform.

Ore 3.25 – Casa Bianca: incontro Biden-Putin possibile solo dopo de-escalation militare


Un incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo statunitense Joe Biden sarà possibile solo dopo una significativa riduzione dell’escalation in Ucraina: lo ha detto ai giornalisti il direttore delle comunicazioni della Casa Bianca Kate Bedingfield, secondo quanto riferito dalla Tass.

Ore 3.01 – Dai pianoforti alle auto di lusso, il Giappone allunga l’elenco dei beni da non esportare in Russia


Il Giappone amplia la lista delle sanzioni applicate all’export in Russia per intensificare la pressione sugli oligarchi considerati vicini al presidente Putin. L’elenco riguarda 19 prodotti, e include automobili del valore di oltre 6 milioni di yen, l’equivalente di 44.000 euro, motociclette che superano i 600 mila yen (4.400 euro), allargando il divieto alla sfera musicale, con pianoforti del valore di oltre 200 mila yen (1.450 euro), il settore dei gioielli con le perle naturali, gli orologi e anche quello della ristorazione, tra cui i whisky giapponesi di alta fascia. Tokyo aveva già imposto un divieto per circa 300 prodotti, compresi gli articoli che potevano essere utilizzati come accessori militari, oltre all’esportazione di semiconduttori.

Ore 2.51 – Casa Bianca: nessuno si faccia ingannare dall’annuncio del ritiro delle truppe russe


«Nessuno dovrebbe farsi ingannare» dal ritiro dei soldati russi. Lo ha detto la Casa Bianca, commentando le notizie che arrivano dall’Ucraina. Secondo lo staff della Difesa ucraina non ci sarebbe un ritiro, come annunciato da Mosca, ma un «mero avvicendamento di unità» dalle zone attorno a Kiev e Chernikiv.

Ore 2.44 – Trump chiede Putin di divulgare notizie dannose su Biden


Donald Trump ha chiesto a Vladimir Putin di rendere pubblica qualsiasi informazione dannosa a sua conoscenza sulla famiglia Biden, in particolare su Hunter Biden, il figlio del presidente. «Direi che, se Putin sapesse la risposta, dovrebbe renderla nota e noi dovremmo conoscerla», ha detto in una nuova intervista pubblicata da JustTheNews.

Ore 2.31 –

La Borsa di Tokyo apre in calo aperto in calo




L’indice Nikkei 225 perde lo 0,16%, a 28.208,22, mentre l’indice Topix scende dello 0,57%, a 1.980,24.

Ore 1.58 – Stato maggiore ucraino: truppe russe consolidano le posizioni conquistate


Le truppe russe stanno rafforzando le posizioni conquistate, anche installando campi minati, mentre non si registrano tentativi di espandere il loro controllo sulle città: lo riferisce lo stato maggiore ucraino, secondo la Ukrainska Pravda, nel suo riepilogo della situazione sul terreno. Nella regione di Zaporozhye, i russi stanno realizzando strutture di fortificazione ma «l’obiettivo di raggiungere i confini amministrativi delle regioni di Donetsk e Luhansk, l’accerchiamento della città di Kiev e stabilire il controllo sulla riva sinistra dell’Ucraina rimane inadempiuto». In direzione sud – dice lo stato maggiore – «il nemico sta adottando misure per ripristinare la capacità di combattimento delle sue unità» frenando «le azioni delle unità delle forze armate ucraine con fuoco di artiglieria e attacchi aerei». Bombardamenti hanno interessato anche i dintorni di Stepnogorsk, Orikhovo e Gulyaypole, mentre «non ci sono cambiamenti significativi nella composizione e posizione delle truppe nemiche nelle aree di Volyn , Polissya e Seversky». Nessun cambiamento significativo anche nelle zone operative del Mar Nero e del mar di Azov. Proseguono invece «attacchi aerei e missilistici nelle aree di Kreminna e Mariupol», che resta comunque in mani ucraine.

Ore 1.45 – Gb: raccolti 11,3 milioni di sterline al concerto pro-Ucraina


Ammonta a 11,3 milioni di sterline la somma destinata ad aiuti umanitari in Ucraina, raccolta attraverso il concerto di beneficenza a cui hanno preso parte fra gli altri Ed Sheeran e Camilla Cabello.

Ore 1.11 – Usa preparano nuove sanzioni contro la Russia, nel mirino l’industria bellica


Gli Stati Uniti preparano un nuovo round di sanzioni contro la Russia. Secondo il vice segretario al Tesoro degli Stati Uniti Wally Adeyemo, le sanzioni prenderanno di mira le catene di approvvigionamento per l’esercito russo e mineranno l’industria della difesa del paese.

Ore 0.58 – Bbc: ancora bombardamenti nella zona di Kiev


La Bbc segnala ancora bombardamenti nel nord-ovest di Kiev, nonostante i russi ieri


abbiano annunciato la riduzione delle operazioni militari sul fronte della capitale. I reporter dal terreno riferiscono di esplosioni a circa 20 km dalla capitale, senza essere in grado di chiarire se a sparare siano i russi o gli ucraini. In precedenza anche la Cnn aveva dato conto di pesanti colpi di artiglieria e razzi nell’area di Kiev.

Ore 0.54 – La denuncia di Human Rights Watch: truppe russe utilizzano mine antiuomo vietate


Le forze russe che combattono in Ucraina hanno utilizzato mine antiuomo vietate : è l’accusa lanciata da Human Rights Watch. «Le mine antiuomo – spiega l’organizzazione – sono state localizzate da tecnici ucraini per l’eliminazione degli ordigni due giorni fa, il 28 marzo 2022. Notoriamente la Russia possiede queste mine che possono uccidere e mutilare indiscriminatamente persone entro un raggio di circa 16 metri. L’Ucraina viceversa non possiede questo tipo di arma». «I Paesi di tutto il mondo dovrebbero condannare con forza l’uso da parte della Russia di mine antiuomo vietate in Ucraina», ha affermato Steve Goose, direttore delle armi di Human Rights Watch. «Queste armi non fanno distinzione tra combattenti e civili e lasciano un’eredità mortale per gli anni a venire». Il Trattato internazionale per la messa al bando delle mine del 1997 vieta totalmente l’uso, la produzione, lo stoccaggio e il trasferimento di mine antiuomo. La Russia non è tra i 164 paesi che hanno aderito al trattato.

Ore 0.49 – Casa Bianca, scetticismo sul ritiro delle truppe russe


«Dobbiamo vedere cosa fanno effettivamente i russi prima di fidarci esclusivamente di ciò che hanno detto». Così la direttrice della comunicazione della Casa Bianca, Kate Bedingfield, sulle dichiarazioni della Russia riguardo una diminuzione drastica della attività militari intorno a Kiev. «Abbiamo visto fin dall’inizio che hanno fatto una spinta aggressiva verso Kiev all’inizio di questo conflitto, e non abbiamo motivo di credere che abbiano adattato quella strategia», ha detto. «Ovviamente, continuiamo a fare di tutto per imporre dei costi per questa decisione. Continueremo ad attuare la nostra strategia, ma, come ha detto il presidente, non crederemo sulla parola. Aspettiamo di vedere come saranno le loro azioni», ha aggiunto.

Ore 0.44 – Fra i prigionieri scambiati anche una delle guardie costiere dell’Isola dei Serpenti


Fra i prigionieri scambiati fra Russia e Ucraina negli ultimi giorni c’è anche uno degli uomini della guardia costiera che erano impegnati nella difesa dell’isola dei Serpenti e che avevano risposto “nave da guerra russa, vai a farti fottere”
all’intimazione di resa. Si tratta di Roman Hrybov. Lo riporta il sito The Kyiv Independent.


?? Famous defender of Zmiinyi (Snake) Island released from Russian captivity.

Border Guard Roman Hrybov, whose phrase ?Russian warship, go f*ck yourself? went viral, was part of a recent prisoner exchange.

— The Kyiv Independent (@KyivIndependent) March 29, 2022

Ore 0.39 – La Cina all’Onu: sanzioni alla Russia aggraveranno la crisi alimentare


«Le sanzioni e i blocchi economici esacerberanno artificialmente la mancanza di cibo e l’alterazione dei prezzi, sconvolgendo ulteriormente la produzione alimentare e la catena di distribuzione nel mondo, facendo salire i prezzi e ponendo un onere sui paesi in via di sviluppo che non meritano». Lo ha detto il vice rappresentante permanente della Cina all’Onu, Dai Bing, alla riunione del Consiglio di Sicurezza sull’Ucraina. Pechino chiede un «maggiore coordinamento internazionale per stabilizzare la fornitura di cibo e i prezzi, assicurando la sicurezza alimentare globale» e sostiene che l’Onu e le sue agenzie di settore «devono attivamente contribuire a coordinare la produzione e il commercio di cibo tra i paesi aiutando le nazioni in via di sviluppo a sopravvivere allo shock».

Ore 0.36 – Onu: le missioni umanitarie non riescono a raggiungere Mariupol


«La maggior parte dei posti li possiamo raggiungere in Ucraina in questo momento, ma non Mariupol». Lo ha detto David Beasley, direttore esecutivo del World Food Programme (l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di assistenza alimentare e che è la più grande organizzazione umanitaria del mondo) sottolineando le conseguenze di vasta portata della guerra in Ucraina sulla produzione mondiale di grano. «Ci aspettano mesi difficili», ha aggiunto.

Ore 0.25 – Kiev denuncia: l’esercito russo continua a rapire sindaci e funzionari cittadini ucraini


Lo ha denunciato il sindaco di Kiev Vitaliy Klitschko, a capo anche l’Associazione delle città ucraine. «Durante la guerra, dal 24 febbraio, gli occupanti hanno rapito 11 sindaci e altri otto funzionari comunali», ha detto Klitschko, secondo quanto riporta Radio Svoboda, sottolineando che rapire i leader delle comunità in tempo di guerra mette in pericolo tutti i residenti di tali comunità, poiché sono responsabili della gestione dell’emergenza e dei mezzi di sussistenza. Klitschko ha chiesto alle organizzazioni internazionali e ai sindaci dei comuni europei di «fare ogni sforzo, utilizzare tutti i meccanismi e le pressioni possibili per aiutare l’Ucraina a superare l’invasione russa il prima possibile».

Ore 0.15 – Onu: la Russia ha provocato una pericolosa crisi alimentare


La Russia è stata accusata all’Onu di aver provocato una «crisi alimentare mondiale» e di far correre il rischio di una carestia in vari Paesi scatenando una guerra contro l’Ucraina, considerata il «granaio d’Europa». Il presidente «Vladimir Putin ha iniziato questa guerra, ha creato questa crisi alimentare globale, ed è lui che può fermarla», ha denunciato la vice segretaria di stato Usa Wendy Sherman in una riunione del Consiglio di Sicurezza Onu dedicato alla situazione umanitaria in Ucraina. «La Russia e il presidente Putin, loro soltanto, portano la responsabilità di aver fatto la guerra all’Ucraina e delle conseguenze di questa guerra sulla sicurezza alimentare mondiale», ha aggiunto. «I prezzi dei generi alimentari stanno già salendo alle stelle nei paesi a basso e medio reddito poiché la Russia soffoca le esportazioni ucraine. In tutto il Medio Oriente e l’Africa, i prezzi già elevati delle materie prime di base, compreso il grano, sono aumentati tra il 20% e il 50% quest’anno», ha proseguito, dicendosi «particolarmente preoccupata per paesi come Libano, Pakistan, Libia, Tunisia, Yemen e Marocco, che dipendono fortemente dalle importazioni ucraine per nutrire le loro popolazioni».

Ore 0.01 – Kiev, uditi forti colpi di artiglieria


A Kiev sono stati sentiti poco fa forti colpi di artiglieria e razzi. Lo riferisce una squadra della Cnn sul campo. L’emittente ha riferito in precedenza che i combattimenti sono continuati nel pomeriggio nella periferia di Kiev, specialmente nel nord-ovest e nel nord-est della città, nonostante i funzionari russi abbiano affermato che Mosca stava allontanando alcune unità dalla capitale e da Chernihiv.

Ore 00.00 – Per l’intellingenze inglese l’offensiva su Kiev è fallita


Il servizio di intelligenze della Gran Bretagna crede che l’allentamento della pressione russa sul fronte di Kiev sia un fatto concreto. Lo annunciato nel loro quotidiano punto sul conflitto. «La ritirata russa e i contrattacchi ucraini – scrive Londra – significano che quasi certamente l’offensiva russa è fallita nel suo obiettivo di circondare Kiev. Le dichiarazioni russe riguardanti il ritiro di alcune unità da questa area possono indicare l’accettazione che l’inizxiativa nella regione è perduta. È altamente probabile che la Russia dirotterà le sue forze dal nord alle regioni dell’est.

30 marzo 2022 (modifica il 30 marzo 2022 | 09:01)

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