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Ucraina Russia, le news del 31 marzo sulla guerra

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di Lorenzo Cremonesi, Andrea Nicastro, Marta Serafini, Giusi Fasano, Silvia Morosi

Le notizie di giovedì 31 marzo sulla guerra. Presto nuovi colloqui tra Mosca e Kiev, in videoconferenza: secondo la Turchia una svolta potrebbe essere possibile in due settimane

Ore 03.00 – Gb conferma, in arrivo 2.000 soldati russi da Georgia


Londra ha confermato la notizia, che circola da un paio di giorni, del ridispiegamento sul fronte ucraino di circa 2.000 soldati russi tolti dal teatro della Georgia, dov’erano dislocati nei territori secessionisti filorussi. Le truppe «fresche», dice il segretario alla Difesa, Ben Wallace, saranno riorganizzate in tre battaglioni. La mossa di Mosca «è indicativa delle perdite inaspettate subite durante l’invasione», ha aggiunto Wallace.

Ore 00.20 – Il 20 febbraio l’ultimo post di Ongaro


L’ultimo post che compare sul profilo facebook di Edy Ongaro risale al 20 febbraio scorso, quattro giorni prima dell’attacco russo all’Ucraina: «Edificheremo una società equa e senza distinzioni dove tutto è di tutti. basata sul lavoro e sorretta dalle mani callose dei proletari». «Massacrare i civili neorussi non ha mai portato fortuna a chi veniva da ovest, Avanti o popolo». Nel medesimo profilo si attribuisce il soprannome di «el buitre», in spagnolo «l’avvoltoio». Che era anche il soprannome dell’ex calciatore del Real Madrid Emilio Butragueno.

Ore 00.10 – Ongaro più comunista che nazionalista


A dispetto dei proclami imperiali, nazionalisti persino religiosi di Putin, Edy Ongaro era mosso da spinte politiche di segno opposto. Nelle foto pubblicate su Facebook indossa un colbacco con la stella rossa e la falce e martello. I suoi amici auspicano che«il sacrificio di Edy mostri la forza del proletariato». Un personaggio, insomma, più vicino all’Urss che alla Russia. Come dimostra anche il passaggio di una intervista rilasciata dallo stesso Ongaro nel 2015 a un sito russo: «Con molto orgoglio e molto onore posso dire di essere parte di questo battaglione internazionalista, mi sento dal primo momento tra compagni e compagne. In ogni Stato, in ogni parte del globo c’è qualche minoranza, qualche etnia che viene calpestata e allora bisogna reagire». Sempre secondo il post di un amico su Facebook, il miliziano italiano in passato aveva fatto parte di gruppi ultras del Venezia.

Ore 23.55 – Il miliziano italiano morto in una trincea


Edy Ongaro ha perso la vita ieri nel villaggio di Adveevka, nella regione allargata di Donetsk, al confine nord. Secondo le prime informazioni, l’italiano si trovava in una trincea assieme ad altri soldati, quando è caduta una bomba a mano lanciata dalle forze nemiche. Ongaro si sarebbe lanciato con il corpo sull’ordigno, a protezione dei compagni, morendo all’istante. «Era un compagno puro e coraggioso, ma fragile – hanno scritto i suoi amici del Collettivo Stella Rossa – In Italia aveva commesso degli errori. In Donbass aveva trovato il suo riscatto».

Ore 23.50 – Ongaro arruolato in una brigata di foreign fighters


Edy Ongaro era inquadrato nella Brigata Pryzrak, composta soprattutto da foreign fighters che si sono uniti a partire dal 2015 alla causa filorussa del Donbass. «Questo è il nostro giorno» aveva scritto quando Vladimir Putin aveva firmato in diretta tv il decreto col cui la Russia riconosceva l’indipendenza dall’Ucraina delle repubbliche del Donbass. Il suo nome di battaglia era «Bozambo», in ricordo di un partigiano della seconda guerra mondiale, e sosteneva che a spingerlo alla lotta con i ribelli filo russi delle repubbliche di Donetsk e Luhanskm sarebbe stato il ricordo delle violenze inferte dai fascisti alla sua famiglia.

Ore 23.20 – Ongaro si trovava in Donbass dal 2015


Edy Ongaro «si trovava in trincea con altri soldati quando è caduta una bomba a mano lanciata dal nemico. Ha servito per anni nelle fila di diversi corpi delle milizie popolari del Donbass fino alla fine dei suoi giorni». Lo scrive il Collettivo Stella Rossa-Nordest su Facebook. Ongaro era di Portogruaro e si trovava nel Donbass dal 2015.

Ore 23 – Ucciso Edy Ongaro, il miliziano italiano in Donbass


Un miliziano italiano di 46 anni, Edy Ongaro, combattente con le forze separatiste del Donbass, è rimasto ucciso ieri in battaglia, nel villaggio di Adveedka, a nord di Donetsk , colpito da una bomba a mano. La notizia, diffusa stasera con un post dal Collettivo Stella Rossa Nordest, è stata confermata all’Ansa da Massimo Pin, amico di Ongaro. «Purtroppo è vero — dice Pin —. I compagni in Donbass sono stati informati della morte di Edy da ufficiali della milizia popolare di cui faceva parte. Prima di comunicarlo abbiamo informato il padre e il fratello».

Ore 22.50 – La presidente del Pe Metsola in viaggio per Kiev


La presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola è in viaggio verso Kiev. Lo annuncia su Twitter: «Sulla strada per Kiev», scrive in inglese e ucraino, postando una foto in cui si vede un treno ucraino sullo sfondo.

Ore 21.11 – Usa, vogliamo rispetto confini come prima della guerra


«Noi vogliamo che la sovranità dell’Ucraina e i suoi confini siano rispettati come prima della fine di febbraio», quando Mosca ha lanciato la sua invasione. Sono le parole del portavoce del Pentagono John Kirby ai microfoni di Fox News.

Ore 21 – Gentiloni: non ci faremo ricattare da Mosca sul gas in rubli


Il decreto di Putin sul pagamento del gas russo in rubli «è stato emesso poche ore fa, stiamo ancora guardando i dettagli, ma ci sono due cose da dire. Primo: i contratti devono essere rispettati e nei contratti esistenti non c’è obbligo di pagare in rubli. Secondo: non ci faremo ricattare da Mosca». Ad affermarlo è il commissario Ue per gli Affari economici Paolo Gentiloni, parlando alla Cnn. Aggiungendo: «È un sistema per aggirare le sanzioni e ricattare l’Europa, ma nulla nei contratti glielo consente».

Ore 20.47 – Usa, gli americani lascino subito Russia e Bielorussia


Il dipartimento di stato americano ha ribadito l’invito ai cittadini americani di lasciare subito la Russia e la Bielorussia. «C’è il rischio che siano fermati dalle autorità per via della loro nazionalità», ha detto il portavoce del dipartimento, Ned Price, nel briefing con la stampa.

Ore 20.05 – Biden: «Putin sembra isolato. Non permetteremo a Mosca di usare l’energia come un’arma»


Non ha usato mezzi termini Joe Biden parlando del presidente russo: «Putin sembra isolato, pare che abbia licenziato alcuni suoi consiglieri. Non gli permetteremo di usare le risorse energetiche della Russia come un’arma». E riguardo all’aumento dei prezzi di gas e greggio, Biden ha fustigato le compagnie petrolifere americane che si stanno arricchendo con il conflitto in Ucraina. «Alcune società stanno aumentando la produzione, ma ad altre piace l’aumento dei prezzi», ha denunciato, ricordando che lo scorso anno le major del settore hanno generato 80 miliardi di dollari di profitti. Secondo il presidente americano per fronteggiare il caro prezzi, soprattutto della benzina, alleati e partner potrebbero rilasciare da 30 a 50 milioni di barili di petrolio e ha chiesto alle compagnie Usa di aumentare la produzione del greggio.

Ore 20.01 – Putin ha chiesto aiuto alla Cina, per ora invano


Mosca ha presentato «delle richieste di aiuto finanziario alla Cina» ma per ora non è stato notato «nessun movimento» in risposta. È l’analisi, a quanto si apprende, stilata a Bruxelles alla vigilia del summit di domani tra i presidenti Ursula von der Leyen e Charles Michel con il leader cinese Xi Jinping. L’obiettivo del vertice, spiega un alto funzionario europeo, è spiegare alla Cina che l’Europa «sarà diversa» dopo questa crisi e che «non può essere neutrale». A Bruxelles si ritiene che la Cina ora «punti alla stabilità», dato che è ancora alle prese con il Covid, e possa voler smorzare la crisi.

Ore 19.50 – Media, Chernobyl è tornata sotto controllo di Kiev


La centrale nucleare di Chernobyl
è tornata sotto il controllo delle autorità di Kiev, dopo che la Guardia nazionale russa lo ha trasferito ai militari ucraini. Lo riferisce il Wall Street Journal, allegando un documento siglato dall’agenzia statale che gestisce gli impianti nucleari, Energoatom.

Ore 19.41 – Onu, almeno 1.232 i civili uccisi, 112 sono bambini


Sono almeno 1.232 i civili uccisi dall’inizio della guerra in Ucraina, tra cui 112 bambini, secondo l’ultimo bilancio dell’Alto commissariato dell’Onu per i diritti umani (Ohchr), ma il numero potrebbe essere sottostimato. L’agenzia delle Nazioni Unite, infatti, sottolinea che «le cifre reali potrebbero essere significativamente più alte», viste le difficoltà a reperire informazioni verificate, specie da alcune aree del Paese. Mentre i feriti accertati sono 1.935, di cui 149 minori.

Ore 19.03 – Telefonata Draghi-Scholz alle 21


Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, avrà oggi alle 21 una telefonata con il Cancelliere tedesco Olaf Scholz per parlare della guerra in Ucraina. Lo riferisce Palazzo Chigi.

Ore 18.30 – Gb, da 35 Paesi alleati più mezzi e munizioni


Più di 35 Paesi alleati si sono impegnati a inviare veicoli corazzati e munizioni di artiglieria all’Ucraina per respingere le truppe russe. Lo ha detto il ministro della Difesa britannico, Ben Wallace, al termine di un vertice virtuale di ministri convocato da Londra.

Ore 17.56 – Kiev: «Pagamenti in rubli? Mosca dichiara guerra del gas»


La Russia «ha dichiarato la guerra del gas» imponendo ai cosiddetti «Paesi ostili» di pagare in rubli le forniture che riceveranno da Mosca. Così il capo dell’ufficio della presidenza ucraina, Andriy Yermak, dopo l’annuncio del decreto firmato da Vladimir Putin, accusando i russi di «violare tutte le condizioni e la logica di mercato» con l’obiettivo di «salvare» la propria valuta. «L’Occidente ora deve rispondere con la maggior durezza possibile, abbandonando le risorse energetiche russe», ha esortato Yermak, ammettendo che alcuni Paesi non potranno farlo «rapidamente», ma «non c’è altra via d’uscita».

Ore 17.52 – Fonti Pe: Cina non aiuti Russia a aggirare sanzioni


L’Unione europea «deve convincere la Cina a non aiutare la Russia ad aggirare le sanzioni» e a «utilizzare tutta la sua influenza su Mosca per arrivare a un cessate il fuoco immediato e all’evacuazione in sicurezza dei civili». È quanto sottolineano fonti dell’Europarlamento alla vigilia del vertice Ue-Cina. Inoltre, secondo le stesse fonti, il vertice dovrebbe essere l’occasione per ricordare a Pechino, alla luce dell’importanza dei suoi legami economici con l’Ue e gli Usa, il ruolo e la responsabilità che ha nel favorire la stabilità globale.

Ore 17.18 – Mosca vieta l’ingresso in Russia ai leader Ue


Mosca vieta l’ingresso in Russia ai vertici dell’Ue, in risposta alle sanzioni. Lo riferisce Ria Novosti, citando il ministero degli Esteri. «Le restrizioni si applicano ai vertici dell’Unione europea, inclusi numerosi commissari e capi delle strutture militari dell’Ue, nonché la stragrande maggioranza dei membri del Parlamento europeo che promuovono politiche anti-russe», si legge in una nota.

Ore 17.17 – Usa sanzionano aziende tecnologiche russe


Gli Stati Uniti hanno decretato nuove sanzioni contro una serie di aziende tecnologiche russe, tra cui il più grande produttore di chip della Federazione. Nel mirino ci sono 21 entità e 13 individui, ha specificato una nota del Tesoro.

Ore 17.15 – Lavrov arriva in India: domani incontra Modi


Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, è atterrato a Delhi, in India, dando il via a una visita di due giorni in cui avranno un ruolo di primo piano i rapporti tra Russia e India. Nella giornata di domani, Lavrov, riportano i media indiani, è atteso domani per colloqui con il primo ministro, Narendra Modi, e con il suo omologo indiano, Subrahamnyam Jaishankar, che oggi ha incontrato la segretario agli Esteri britannica, Liz Truss, con cui ha discusso della guerra in Ucraina.

Ore 17.07 – Kiev, bombardato convoglio bus a Chernihiv


Le truppe russe hanno abbattuto un convoglio di autobus con volontari vicino a Chernihiv, a nord di Kiev. Lo ha annunciato la commissaria per i diritti umani di Verkhovna Rada Lyudmila Denisova su Facebook. «Cinque autobus sono finiti sotto il fuoco nemico quando hanno cercato di entrare nella città assediata per evacuare le persone. Sull’autobus c’erano solo volontari civili», ha scritto. A seguito del bombardamento, una persona è rimasta uccisa e quattro sono rimaste gravemente ferite. Uno dei veicoli è riuscito a fuggire nonostante i pneumatici forati.

Ore 16.56 – Scholz: gas si paga in euro, ho detto a Putin che resterà così «Abbiamo guardato i contratti per le forniture di gas, dicono che i pagamenti vengono fatti in euro, a volte in dollari» e «durante il colloquio con il presidente russo ho chiarito che resterà così». È quanto detto dal cancelliere tedesco, Olaf Scholz, parlando a Berlino.

Ore 16.56 – Comandante Gb: segni preliminari ripiegamento russo

Lo stato maggiore britannico ritiene vi siano «indicazioni preliminari» di un ripiegamento delle forze russe in Ucraina. Lo afferma l’ammiraglio Tony Radakin, capo di Stato maggiore della Difesa del Regno Unito, in parziale contraddizione con quanto affermato oggi stesso dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. Secondo Radakin, intervenuto oggi all’Institute for Government, un think tank londinese, questo scenario esporrà maggiormente le unità di Mosca agli attacchi dei «difensori». Nelle sue previsioni, l’Ucraina ha dinanzi a sé ancora «settimane molto difficili», ma in qualche misura Vladimir Putin «ha già perso»: visto che a suo dire gli eventi hanno «sminuito» la credibilità del leader del Cremlino e testimoniato «una serie di catastrofici errori di giudizio».

Ore 16.50 – Decreto Cremlino: «Europa può pagare gas in euro, banca russa convertirà in rubli»


Il decreto del Cremlino relativo al gas, firmato da Putin, dice che i «Paesi ostili» potranno continuare a pagare il gas naturale in valuta straniera tramite una banca russa che convertirà il denaro in rubli. È quanto emerge dal testo pubblicato dai media di Stato russi. Oggi Putin ha usato parole dure dicendo che la Russia comincerà ad accettare i pagamenti in rubli per le sue forniture di gas dai «Paesi ostili» a partire da venerdì e che i contratti verranno interrotti se i compratori non accetteranno le nuove condizioni. Per comprare il gas i clienti «dovranno aprire conti in rubli in banche russe», ha dichiarato Putin. Il decreto del Cremlino relativo al gas al comma 9 prevede la possibilità che alcuni pagamenti di gas da parte di compratori stranieri possano non essere effettuati in rubli, ma per questi casi sarà necessaria un’autorizzazione che verrà emessa dalla Commissione governativa russa per il controllo degli investimenti stranieri.

Ore 16.48 – Mosca, figlio Biden implicato in agenti patogeni


Il ministero della Difesa russo ha una corrispondenza tra Hunter Biden, il figlio del presidente degli Stati Uniti, con i dipendenti della Defense Threat Reduction Agency americana e gli appaltatori del Pentagono, che conferma il suo ruolo cruciale nel fornire finanziamenti per il lavoro con gli agenti patogeni in Ucraina. Lo ha detto il capo delle forze russe di protezione dalle radiazioni, chimiche e biologiche, Igor Kirillov in conferenza stampa, come riporta la Tass. «L’esistenza di questo materiale è confermata dai media occidentali», ha aggiunto.

Ore 16.45 – Passa il primo convoglio autobus che porta evacuati di Mariupol a Zaporizhia


Il primo convoglio di autobus che trasportano cittadini evacuati è arrivato poco fa alla rotonda del centro abitato di Lunacharsky, all’ingresso di Berdyansk, per portare i residenti di Mariupol a Zaporizhia.

Ore 16.37 – Kiev, i russi cominciano a ritirarsi da Chernobyl


Le forze russe hanno cominciato a ritirarsi dal sito nucleare di Chernobyl, di cui avevano preso il controllo nei primi giorni dell’invasione dell’Ucraina. Lo ha riferito l’agenzia nucleare di Kiev Energoatom, precisando che «due colonne» sono partite verso la frontiera tra Ucraina e Bielorussia. Non resta che «un piccolo numero» di soldati russi sul posto, ha concluso. Energoatom riferisce che ci sono notizie confermate secondo cui i soldati russi avrebbero scavato dei fossati nella Foresta rossa, zona di 10 chilometri quadrati che circonda la centrale nucleare di Chernobyl nella cosiddetta «zona di alienazione», e hanno ricevuto «significative dosi di radiazioni». Sempre secondo Energoatom, le truppe russe sarebbero «andate nel panico ai primi segni di malessere», che «sono comparsi molto rapidamente» e hanno iniziato a prepararsi a lasciare la centrale.

Ore 16.17 – Sanzioni Usa contro 13 individui ed entità russe


Nuove sanzioni Usa contro Mosca: il tesoro americano ha aggiunto alla sua lista 13 individui e varie entità russe. Lo si legge sul sito del ministero.

Ore 16.01 – Danimarca: «Nato ha chiesto invio 800 soldati in Lettonia»


La Nato ha chiesto alla Danimarca di inviare 800 soldati in Lettonia per rafforzare il fianco sinistro dell’Alleanza. Lo ha reso noto il ministero della Difesa danese. Nei giorni scorsi il leader danese Mette Frederiksen ha detto che il suo Paese era pronto a inviare un battaglione in Lettonia, che confina a est con la Russia e a sud con l’Ucraina, ma era necessario l’ok del Parlamento.

Ore 15.53 – Sindaco Melitopol sequestrato: «I miei carcerieri non sapevano nulla del Paese»


Il sindaco di Melitopol, sequestrato l’11 marzo scorso e poi rilasciato dai militari russi, ha raccontato su Bfmtv i suoi cinque giorni di prigionia, parlando di soldati «per nulla preparati» e «che non sapevano nulla sull’Ucraina». Attualmente Ivan Fedorov si trova a Parigi assieme a una delegazione di Kiev. «La propaganda russa è molto forte. Anche nell’Unione Europea dove le informazioni obiettive hanno difficoltà a volte ad arrivare», ha raccontato. Arrestato dai russi, Fedorov ha raccontato di aver subito «una violenza psichica. Cinque militari erano con me nella sala dell’interrogatorio. Non erano affatto preparati. Non sapevano nulla sull’Ucraina e su Melitopol». «Ho sentito nelle celle accanto alla mia le urla dei torturati e ho capito quale fosse il loro livello di violenza perché la vita umana per loro non conta». Fedorov ritiene di essere stato liberato in cambio di nove prigionieri grazie alla reazione pubblica suscitata dal suo rapimento.

Ore 15.36 – LE REAZIONI AL DISCORSO DI PUTIN



I governi di Francia e Germania «si coordineranno in modo stretto e quotidiano» per reagire all’aumento dei prezzi e allo choc energetico. È quello che hanno detto i ministri dell’Economia tedesco, Robert Habeck, e francese, Bruno La Maire, a Berlino, a margine di una bilaterale. «Siamo determinati a proteggere le imprese e i bilanci privati. Non accetteremo in nessun caso di pagare il gas in altre valute», ha spiegato La Maire.

«Non dobbiamo dare il messaggio che ci lasciamo ricattare da Putin», ha aggiunto Habeck.


«L’ultimo pacchetto di sanzioni non deve, non dovrebbe essere, l’ultimo».


Ore 15.32 – Livello radioattivo Chernobyl «non monitorato»


Il livello dell’inquinamento radioattivo della centrale di Chernobyl non è monitorato dal 25 marzo. Il sistema di controllo non sta funzionando, ha annunciato il capo della State Agency for Exclusion Zone Management, Yevhen Kramarenko, secondo cui il livello radioattivo ha superato le soglie minime consentite per 7 volte.

Ore 15.28 – Media, forte esplosione nel centro di Kiev


Una forte esplosione è stata avvertita nel centro di Kiev, riporta il Kiev Independent precisando di non poter indicare quale sia la causa della deflagrazione. «Le esplosioni possono significare che un missile russo in arrivo è stato abbattuto dalle forze di difesa aerea o che ha colpito il bersaglio», si legge sul Twitter del giornale.

Ore 15.20 – In territori occupati russi interrompono comunicazioni mobili operatori ucraini


Nei territori temporaneamente occupati, i russi hanno interrotto il segale delle comunicazioni mobili degli operatori ucraini e stanno installando le proprie torri. Lo rende noto in una chat Telegram il giornale locale di Melitopol che avverte i residenti a «prendere precauzioni quando si utilizzano i telefoni cellulari, abilitando la modalità aereo quando non vengono effettuate chiamate» e preferendo la comunicazione tramite app di messaggistica.

Ore 15.19 – Putin: «Pagamenti del gas russo in rubli da domani o i contratti saranno interrotti»


Le sanzioni contro Mosca sono «contro il nostro diritto a libertà e indipendenza, contro il diritto a essere Russia». Così il presidente russo Putin in un discorso trasmesso in televisione. «Non vogliamo sacrificare i nostri valori», ha aggiunto, chiarendo come ci sarà «una nuova ondata migratoria in Europa». Il presidente russo ha firmato un decreto sul pagamento in rubli delle forniture di gas ai cosiddetti «Paesi ostili» e ha esortato i Paesi occidentali ad aprire conti in rubli nelle banche russe per pagare il gas da domani.

«I contratti esistenti per la fornitura di gas saranno interrotti se gli acquirenti provenienti da Paesi ostili non adempiranno ai nuovi termini di pagamento». Gli Stati Uniti — ha concluso — «cercano di incolpare noi per i loro errori di politica economica, sono sempre alla ricerca di qualcuno da incolpare, è abbastanza ovvio, lo vediamo. E spingono l’Europa a comprare il loro gas più costoso».

Ore 15.01 – Incontro a Varsavia tra Duda e Kuleba


«Nello sviluppo del loro dialogo attivo con il presidente Zelensky, il presidente polacco Andrzej Duda mi ha ricevuto oggi a Varsavia. Apprezziamo molto il forte sostegno della Polonia all’Ucraina e l’ospitalità verso gli ucraini. Un’Ucraina libera e forte significa una Polonia e un’Europa libere e forti». Così il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba su Twitter.

In development of their active dialogue with President @ZelenskyyUa, Polish President @AndrzejDuda received me in Warsaw today. We highly value Poland?s strong support for Ukraine and hospitality towards Ukrainians. Free and strong Ukraine means free and strong Poland and Europe. https://t.co/h3vHuqtgV2

— Dmytro Kuleba (@DmytroKuleba) March 31, 2022

Ore 14.56 – Zelensky accolto dalla Camera belga con l’inno dell’Ucraina Dopo un’introduzione del presidente della Camera belga Eliane Tillieux, l’inno nazionale ucraino è stato suonato dal vivo da un violoncellista e un violinista per accogliere l’intervento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il presidente si è alzato in piedi nel suo ufficio con la mano sul cuore. «La pace — ha detto Zelensky — è più preziosa dei diamanti russi», tornando a chiedere aiuto per l’ingresso nella Ue. «Fateci avere la possibilità di diventare membri dell’Unione Europea».

Ore 14.54 – Salgono a 20 i morti nei raid sugli uffici regionali


È salito a 20 morti in Ucraina il bilancio del missile russo che martedì mattina ha colpito il quartier generale del governo regionale a Mykolaiv, nel sud del Paese. Lo riferiscono i servizi di emergenza ucraini, precisando che i soccorritori hanno trovato 19 corpi sotto le macerie e un’altra persona è morta in ospedale. Il governatore regionale ha accusato la Russia di avere aspettato che le persone arrivassero per lavorare prima di colpire l’edificio. I servizi di emergenza fanno sapere che sono ancora al lavoro sul posto.

Ore 14.42 – La Russia inizia l’addestramento dei mercenari in Siria


Le forze russe in Siria hanno cominciato l’addestramento di migliaia di mercenari locali inquadrati in gruppi armati filo-governativi siriani già finanziati da Mosca. Lo riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, secondo cui gli addestramenti sono cominciati nella regione costiera siriana e nella Siria centrale.

Ore 14.37 – Stoltenberg: «Russia cessi blocco porti»


«I porti dell’Ucraina sono fondamentali per l’esportazione di cereali e grano nel resto del mondo. Il blocco dei porti ucraini non è un grande problema solo per l’Ucraina, ma per molti popoli nel mondo e sta provocando una fiammata dei prezzi degli alimenti in tutto il mondo. È estremamente importante che questo blocco cessi». Lo sottolinea il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, in conferenza stampa a Bruxelles.

Ore 14.08 – Cremlino: «A breve modalità per pagamenti del gas in rubli»


Mosca presenterà a breve le modalità per i pagamenti del gas in rubli, schema che è stato definito, ha reso noto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. La Russia, ha aggiunto, mantiene il suo impegno a rispettare gli obblighi contrattuali, inclusi la quantità delle forniture e il prezzo. I Paesi del G7 avevano precisato la loro intenzione di continuare i pagamenti in euro e dollari, come previsto dai contratti, dopo che il Presidente russo Putin aveva anticipato il cambiamento di valuta per pagare gli acquisti, con il passaggio al rublo.

Ore 13.45 – Nato favorevole all’ingresso della Finlandia


«Se la Finlandia deciderà di entrare nella Nato sono certo che avrà un protocollo di accesso rapido, ho visto con i miei occhi quanto le loro truppe, come quelle svedesi, rispettino gli standard della Nato. La Finlandia è già un partner molto stretto della Nato. Ma come abbiamo rispettato la decisione della Finlandia di non fare parte della Nato per anni, ora rispetteremo la loro decisione sul farne parte: si tratta di una scelta sovrana di un paese democratico sovrano». Lo ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.

Ore 13.35 – Kiev: «A Chernobyl situazione fuori controllo»


«La situazione a Chernobyl è catastrofica, i russi non hanno il controllo della situazione. Si rischiano effetti ad ampio raggio. L’area della centrale deve essere de-militarizzata. Ho scritto di mio pugno una lettera al segretario generale dell’Onu Guuterres per chiederlo». Lo ha detto, incontrando i media internazionali in videocall a Leopoli, la vicepremier Iryna Vereshchuk.Secondo alcuni fonti i militari russi si sarebbero ammalati per esposizione alle radiazioni.

Ore 13.26 – Erdogan: «Nostro obiettivo incontro Putin-Zelensky»


Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha affermato che prevede di sentire al telefono presto Putin e Zelensky e che «l’obiettivo ultimo è portare i due a incontrarsi». Lo riporta l’agenzia Anadolu secondo la quale il leader turco ha fatto sapere che Ankara sarebbe pronta a ospitare l’incontro.

Ore 13.24 – Sono 19 le vittime del palazzo regionale di Mykolaiv


È salito a 19 il numero delle vittime estratte dalle macerie del palazzo del governatore a Mykolaiv, bombardato due giorni fa dalle truppe russe. Lo ha detto Ilyana Patsyuk, capo del servizio stampa del Servizio statale di emergenza dell’Ucraina nella regione di Mykolaiv, citata da Ukrinform.

Ore 13.17 – Nato: «La Russia mente continuamente sul ritiro»


«Vediamo dichiarazioni di ritiro delle forze russe da Kiev, ma la Russia ha continuamente mentito sul ritiro. Possiamo giudicare dalle azioni e non dalle parole», ha dichiarato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, presentando il suo rapporto annuale per il 2021. «La Russia — prosegue — non si sta ritirando, si sta riposizionando, raggruppando e rafforzando».

Ore 13.13 – Jacopo Tissi farà parte del Corpo di Ballo della Scala


Jacopo Tissi, il ballerino italiano che ha lasciato il Teatro Bolshoi di Mosca dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, entrerà a far parte del Corpo di Ballo della Scala di Milano in qualità di Primo ballerino ospite dalla Stagione 2022-2023. Lo annuncia la stessa Scala.

Ore 12.59 – Putin al telefono per un’ora con il premier norvegese


Il premier norvegese Jonas Gahr Stoere ha avuto una conversazione telefonica di un’ora con Putin in cui i due hanno discusso dell’invasione dell’Ucraina. Lo ha reso noto ha affermato l’ufficio del primo ministro norvegese in una nota. La Norvegia, membro della Nato, condivide il confine con la Russia nell’Artico.

Ore 12.58 – Mosca: «Kiev mette a rischio libertà di religione»


«Una violazione del diritto della libertà di religione»: così l’ambasciata russa presso la Santa Sede definisce la proposta di legge di Kiev per «vietare», come scrive Ria Novosti, le attività del Patriarcato di Mosca in Ucraina.

Ore 12.53 – A Chernihiv ancora bombe: rimasti 140mila civili


Sono proseguiti per la seconda notte i bombardamenti su Chernihiv, a nord-est di Kiev, nonostante l’impegno russo a ridurre le operazioni militari sulla città. Lo riporta la Bbc citando le testimonianze dei residenti. Nella città, che è circondata dalle forze russe ed è rimasta senza elettricità, acqua e gas, secondo le autorità locali ci sono ancora 140mila civili. «Ho sentito le esplosioni durante la notte», racconta un abitante di Chernihiv. «La notte è stata più tranquilla della precedente, sono anche riuscito a dormire… ma poi alle 5 c’è stato un nuovo forte bombardamento. Ho visto il cielo diventare arancione, ma era lontano», racconta un altro.

Ore 12.31 – Gb, altri 14 obiettivi russi inseriti nella lista delle sanzioni


Altri 14, tra aziende e individui, sono stati inseriti nell’elenco degli obiettivi sanzionati dalla Gran Bretagna. Lo riporta Sky News sottolineando che tra questi c’è anche il cosiddetto «macellaio di Mariupol», il colonnello generale russo Mikhail Mizintsev, accusato di aver bombardato obiettivi residenziali nella città portuale nel sud dell’Ucraina. Nel mirino delle nuove sanzioni britanniche sono finiti, tra gli altri, Aleksandr Zharov, amministratore delegato di Gazprom-Media e Anton Anisimov, capo di Sputnik International Broadcasting. Nel mirino anche il canale di notizie Russia Today, con le sanzioni emesse nei confronti del suo amministratore delegato Alexey Nikolov e del suo proprietario Sergey Brilev.

Ore 12.27 – Peskov, Usa non sanno quello che accade al Cremlino


Né al Pentagono, né al Dipartimento di Stato statunitense hanno informazioni reali su quello che sta accadendo al Cremlino, né capiscono il suo meccanismo decisionale: lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.

Ore 12.18 – Draghi: «Per Putin è prematuro incontrare Zelensky. Esiste uno spazio per una mediazione della Cina»


«Ho chiamato Putin per parlare di pace e per chiedere un cessate il fuoco, anche breve. Le condizioni non sono mature ma è stato aperto il corridoio umanitario di Mariupol». Così il premier Mario Draghi incontrando la stampa estera, parlando della telefonata con il presidente russo di ieri. Nella telefonata con Putin «ho confermato la disponibilità dell’Italia, che è stata accolta. La nostra telefonata si è conclusa» con l’impegno di «mantenerci in contatto». La cosa positiva è che «l’Italia è richiesta come garante sia dall’Ucraina sia dalla Russia, ma dipenderà tutto dai negoziati», ha aggiunto il presidente del Consiglio.

E ancora, «ho espresso a Putin la convinzione che per risolvere i nodi di un accordo fosse necessario un incontro con Zelensky. La risposta è stata che i tempi non sono ancora maturi», ha aggiunto. «Le sanzioni funzionano. Tutti desideriamo uno spiraglio di luce, ma restiamo con i piedi per terra», e in effetti «le posizioni delle due parti si sono un po’ avvicinate», ma sono «cauto perché c’è ancora molto scetticismo». La Turchia sta svolgendo «un ruolo importantissimo per avviare un negoziato di pace. Avremo in cantiere un incontro nelle prossime settimane».



E, ha concluso, «lo spazio per una mediazione cinese esiste».

Aiutare l’Ucraina e mostrarci «così uniti e compatti» è anche «difendere l’ordine multilaterale, le regole che ci hanno accompagnato dalla fine della Seconda Guerra mondiale e hanno dato democrazia, pace e benessere».


Ore 12.16 – Esercito, pesanti bombardamenti in regione Kharkiv


La regione di Kharkiv, nel nord-est dell’Ucraina, è stata sottoposta a pesanti bombardamenti nelle ultime 24 ore. Lo ha detto il governatore militare della regione Oleh Synyehubov su Telegram, aggiungendo che l’intenso attacco ha impedito l’apertura di corridoi di evacuazione nella regione. Nell’ultimo giorno, «le truppe russe hanno colpito 47 volte con artiglieria, mortai, carri armati e sono stati registrati circa 380 bombardamenti da Grad e Smerch».

Ore 12.01 – Dl Ucraina: ok del Senato alla fiducia con 214 sì e 35 no


L’Aula del Senato ha detto sì alla fiducia posta dal Governo al decreto legge sulle misure per fronteggiare la crisi ucraina, nel testo già approvato dalla Camera. Il sì è arrivato con 214 voti a favore, 35 contrari e nessun astenuto. Ha espresso dichiarazione di voto contraria il gruppo di FdI. Il presidente della commissione Difesa, Vito Petrocelli (M5S) ha espresso voto contrario.

Ore 11.58 – Ambasciata Slovenia toglie bandiera: sembra russa


La bandiera slovena issata all’ambasciata di Lubiana a Kiev è stata ammainata (per ragioni di sicurezza) perché troppo somigliante a quella russa. Entrambe hanno — infatti — i colori in orizzontale bianco-blu-rosso, con quella slovena che presenta uno stemma nazionale in alto a sinistra. Nei giorni scorsi il governo di Lubiana ha deciso di riaprire la propria ambasciata in Ucraina, dove tuttavia è in servizio l’incaricato d’affari Lesjak, mentre l’ambasciatore Tomas Mencin espleta il suo servizio da Rzeszow, località polacca al confine con l’Ucraina.

Ore 11.50 – Ankara: da Abramovich sincero sforzo per la pace


Il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha definito «sinceri» gli sforzi posti in atto dal miliardario russo Roman Abramovich per imbastire una mediazione che porti la pace tra Russia e Ucraina. L’oligarca, la cui madre era ucraina, è stato colpito da sanzioni che però lo stesso presidente Zelensky ha chiesto di sospendere, indicando il patron del Chelsea come uno dei possibili mediatori.

Ore 11.43 – Testimone Mariupol: «È come Stalingrado, solo rovine»

Una città in rovina, con interi quartieri completamente spianati. È la testimonianza raccolta da Bbc nel giorno in cui si è concordato un cessate il fuoco locale per creare un corridoio umanitario per l’evacuazione di civili dalla città portuale ucraina. Andrei Marusov, un giornalista di 50 anni, racconta: «Quando sono partito la città era completamente distrutta… la strada dove vivo non esiste più. La città, come appare, è Stalingrado. Sono solo rovine. È un peccato, perché negli ultimi anni la città è riuscita a diventare più o meno moderna con infrastrutture, una vita culturale fiorente, le strade, gli ospedali erano tutti rinnovati… E quando me ne stavo andando piangevo. Che cosa avete fatto? È un crimine orribile».

Ore 11.36 – Croce Rossa: pronti a guida evacuazione Mariupol da domani Il Comitato internazionale della Croce Rossa è pronto «a guidare» le operazioni di evacuazione dei civili dalla città ucraina di Mariupol a partire da domani, a condizione di avere le garanzie necessarie. Lo afferma l’organizzazione in un comunicato. «È disperatamente importante che questa operazione avvenga. Vi dipendono le vite di decine di migliaia di persone».

Ore 11.32 – Zelensky: «La guerra in Ucraina sta diventando routine»

La guerra in Ucraina «purtroppo sta diventando una routine». Così il presidente ucraino Zelensky in collegamento video con la Camera dei Paesi Bassi. «Trentasei giorni. Questo è da quanto il nostro popolo stanno combattendo contro l’esercito, che è stato definito il più forte del mondo. La Russia si sta preparando a combattere contro di noi da decenni», ha detto. Rivolgendosi, poi, al primo ministro olandese, Mark Rutte, ha insistito sull’adesione del suo Paese all’Ue e ha chiesto che i Paesi Bassi scelgano una città ucraina da ricostruire dopo la guerra. Infine, ha lanciato un appello ai Paesi Bassi a boicottare le esportazioni russe di materie prime per la produzione di energia.

Ore 11.27 – Google, hacker russi hanno cercato di attaccare reti Nato


Secondo un rapporto del Threat Analysis Group di Google, hacker russi hanno cercato di penetrare nelle reti della Nato e delle forze armate di alcuni Paesi dell’Europa orientale. Google ha affermato che gli attacchi informatici sono stati lanciati da un gruppo con sede in Russia chiamato «Coldriver» o «Callisto». Il rapporto non specifica quali forze armate siano state prese di mira.

Ore 11.17 – Mosca: nella notte colpiti 52 obiettivi militari


Le forze russe hanno distrutto la notte scorsa 52 obiettivi militari ucraini, tra cui un sistema missilistico anti-aereo S-300 vicino a Izyum (est): a renderlo noto il portavoce del ministero della Difesa di Mosca, Igor Konashenkov, come riporta Interfax. Tra gli altri obiettivi centrati anche quattro postazioni di comando, un sistema missilistico terra-aria Buk-M1, due lanciarazzi, un deposito di missili e munizioni di artiglieria e due depositi di carburante.

Ore 11.16 – Ucciso il marito della deputata ucraina Olga Stefanyshyna


È morto mercoledì 30 marzo, in un bombardamento nei pressi di Cernihiv, il marito della deputata del partito ucraino Holos, Olga Stefanyshyna. «Il mio amato Bogdan — ha scritto la moglie su Facebook — è morto a causa di un razzo russo, cercando di salvare diverse persone. Io rimarrò con i nostri bimbi. Sto molto male a causa di questa guerra maledetta».

Ore 11.08 – Dal 1° aprile al 15 giugno in Russia verranno arruolate 134mila persone

Dal primo aprile al 15 giugno in Russia verranno arruolate 134mila persone. «Una normale prassi annuale — secondo il ministero della Difesa, come riportato dal giornale Ria-Melitopol — non collegata in alcun modo alla guerra con l’Ucraina». Putin ha firmato il decreto sulla coscrizione primaverile per «effettuare dal 1 aprile al 15 luglio 2022, la coscrizione di cittadini russi di età compresa tra 18 e 27 anni che non sono nella riserva (…), per un totale di 134.500 persone», si legge nel testo.

Ore 11.03 – Il capo dell’intelligence Gb: «Cina non si allinei troppo alla Russia»


La Cina non deve allinearsi troppo alla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. Lo ha detto Sir Jeremy Fleming, capo del servizio di intelligence Gchq, omologo britannico dell’Nsa americana, in un discorso in Australia. Sir Jeremy ha aggiunto che le aspirazioni della Cina a diventare una potenza di primo piano sulla scena globale non sono aiutate «da una stretta alleanza con un regime che ignora volontariamente e illegalmente» le regole internazionali e che quindi gli interessi a lungo termine dei due Paesi non sono gli stessi.

Ore 10.54 – Mosca: ok a incontro Lavrov-Kuleba, «ma va ben preparato» Mosca ha ricevuto la proposta di Ankara sull’organizzazione di un incontro tra i ministri degli Esteri della Federazione Russa e l’Ucraina Sergei Lavrov e Dmitry Kuleba. La parte russa «non ha mai rifiutato» i contatti con Kiev, ma «l’incontro dovrebbe essere ben preparato», ha riferito il vice ministro degli Affari esteri della Russia Andrei Rudenko, secondo quanto riportano i media russi.

Ore 10.51 – La denuncia del governatore del Donetsk: «I russi hanno usato bombe al fosforo»


«La scorsa notte i soldati russi hanno usato bombe al fosforo a Mariinka, Krasnogorivka, Novomyhailivka, nella regione di Donetsk». Così al telegiornale il governatore della regione Pavlo Kyrylenko, aggiungendo che «sono undici i civili feriti nelle esplosioni, di cui quattro bambini».

Ore 10.50 – Kiev: «Mosca si prepara a nuovi attacchi su Odessa»


«Le navi da guerra russe nella base di Sebastopoli, in Crimea, vengono rifornite di missili da crociera». A dirlo — secondo Ukrinform — il portavoce dell’amministrazione militare regionale di Odessa, Serhii Bratchuk, secondo il quale «sono probabili attacchi missilistici su Odessa e ad altre città ucraine». Bratchuk ha spiegato che si tratta di missili 3M-54 Kalibr, che sono in grado di cambiare traiettoria più volte durante il volo e sono quindi difficili da intercettare. «Le unità di difesa aerea si stanno preparando a respingere gli attacchi», ha aggiunto.

Ore 10.45 – Intelligence Kiev: «Ancora pesanti attacchi a Chernihiv»


Nonostante la Russia abbia annunciato l’intenzione di ridurre le proprie azioni militari a Chernihiv, continuano massicci i bombardamenti e gli attacchi missilistici da parte di Mosca sulla regione. Lo rende noto l’intelligence ucraina, che sottolinea anche come, a dispetto del ritiro di un certo numero di truppe da Kiev, la città resti comunque sotto assedio, a est così come a ovest, fatto che fa presupporre un’intensificazione nei prossimi giorni dei combattimenti. Inoltre, prosegue il comunicato, pesanti scontri continuano a Mariupol, obiettivo-chiave per Mosca, tuttavia il centro della città resta sotto controllo delle forze ucraine.

Ore 10.35 – Tre treni per evacuazione Lugansk e Donetsk


Oggi tre treni di evacuazione partiranno dalle regioni di Lugansk e Donetsk. Ad annunciarlo il capo dell’amministrazione militare regionale di Lugansk, Serhiy Haidai. Ieri quasi 400 civili sono stati evacuati nella regione di Lugansk.

Ore 10.30 – Cessate il fuoco a Mariupol: già partiti 17 bus per la città


I primi autobus diretti a Mariupol per l’evacuazione dei civili sono partiti: 17 bus si sono già mossi per Mariupol da Zaporizhzhia (a circa 220 chilometri a nord-ovest). Altri 28 bus sono in attesa dell’autorizzazione a passare al checkpoint russo di Vasylivka, vicino a Zaporizhzhia. Ieri sera Mosca ha annunciato di essere pronta a un cessate il fuoco temporaneo dalle 10 locali (le 9 in Italia) a Mariupol.

Ore 10.15 – Sintomi da radiazioni nei soldati russi che se ne vanno da Chernobyl


Emergono nuove informazioni — impossibili da verificare in maniera indipendente — su quanto sta avvenendo a Chernobyl. Secondo i media bielorussi, citati da media ucraini, alcuni dei soldati che hanno lasciato l’area della centrale sono stati portati al Centro repubblicano bielorusso di ricerca e pratica per la medicina delle radiazioni e l’ecologia umana, poiché presenterebbero sintomi da esposizione a radiazioni.

Energoatom — la Compagnia nazionale ucraina che gestisce le centrali nucleari – osserva che i soldati russi sono esposti a significative radiazioni esterne e interne nella zona di esclusione di Chernobyl.

Se la vicenda fosse confermata, mostrerebbe un livello di inconsapevolezza dei pericoli della «zona di esclusione» stupefacente, visto il rischio legato all’area di Chernobyl dopo l’esplosione del reattore 4 avvenuta il 26 aprile 1986, il più grave incidente nucleare al mondo.

Gli ucraini che lavorano a Chernobyl hanno descritto come una «missione suicida» l’arrivo di soldati senza dispositivi di protezione nell’area intorno alla centrale.

Ore 9.45 – Qual è l’impatto della guerra sulle banche europee?


La risposta è complicata, ma a fornirla è il presidente del Meccanismo di Vigilanza Unico della Bce Andrea Enria, in audizione davanti alla commissione Econ del Parlamento Europeo a Bruxelles. «Il settore bancario dell’area euro», ha detto, «è ben preparato per l’impatto della guerra tra Russia e Ucraina, grazie alla sua forte posizione di capitale e di liquidità». Nel dettaglio, l’esposizione «diretta» delle banche europee verso le controparti russe, aggiunge, appare «gestibile, il che vuole dire che il primo impatto sulla stabilità finanziaria dell’area euro è contenuto. Queste esposizioni ammontano a circa 100 miliardi di euro», e sono concentrate «in poche banche che operano in Russia, Ucraina e Bielorussia attraverso filiali che sono finanziate localmente».

«Stiamo monitorando e valutando molto seriamente le implicazioni prudenziali delle sanzioni», ha aggiungo. «Attuare efficacemente le sanzioni è un compito impegnativo per le banche, poiché devono costantemente adattare le loro operazioni alla natura sfaccettata e in evoluzione del quadro sanzionatorio».

Ore 9.30 – Un incontro tra i ministri degli Esteri di Ucraina e Russia


Il ministro degli Esteri turco ha annunciato che i suoi colleghi di Ucraina e Russia potrebbero incontrarsi entro due settimane. Si tratterebbe di un passaggio decisivo nella dinamica dei negoziati di pace, che finora si sono svolti a un livello decisamente inferiore. La stessa possibilità di un incontro tra i leader di Russia e Ucraina, Putin e Zelensky, era stata vincolata da parte di Mosca a un incontro tra i ministri degli Esteri.

L’annuncio di Ankara arriva dopo che, nelle scorse ore, sia Kiev sia Mosca avevano ridimensionato le speranze emerse dai colloqui di martedì, avvenuti a Istanbul.

Secondo il ministro degli Esteri turco, Roman Abramovich sta giocando «un ruolo importante» nei colloqui.

Ore 9 – Gazprom «sta studiando il blocco delle forniture del gas», dicono i media russi


Che la Russia stia utilizzando le forniture di gas e petrolio all’Europa come un’arma diplomatica, con la quale provare a destabilizzare il fronte occidentale, è ormai del tutto evidente.

Gli ultimi segnali di questa strategia sono arrivati negli scorsi minuti: secondo il quotidiano Kommersant — naturalmente vicinissimo al Cremlino — Gazprom «sta valutando la possibilità di un blocco totale delle forniture di gas ai paesi ostili e le conseguenze di tale passo».

L’affermazione sembra da un lato naturale — è chiaro che un’azienda come Gazprom non possa non pianificare le conseguenze di una possibilità che le parole di Putin hanno reso improvvisamente concreta —, ma dall’altro in palese contraddizione con almeno due prese di posizione ufficiali delle scorse ore.

La prima, del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, che ha spiegato come «occorra tempo» per mettere in piedi il cambio di valuta per il pagamento delle forniture di gas di cui ha parlato Putin.

La seconda dello stesso Putin, che in una telefonata con il premier italiano Mario Draghi non ha menzionato la possibilità di blocco delle forniture — una mossa che priverebbe, peraltro, la Russia di un flusso di cassa essenziale (800 milioni di euro al giorno per l’export di petrolio e gas).

Ore 8.45 – Il corridoio di Mariupol


Dopo settimane di bombardamenti feroci, e a fronte di una situazione umanitaria devastante, la Russia ha annunciato un cessate il fuoco a Mariupol per consentire l’evacuazione dei civili.

La notizia era stata accolta con scetticismo da Kiev: ma ora il governo ucraino ha ricevuto «un messaggio dal Comitato Internazionale della Croce Rossa sulla conferma da parte della Russia di essere pronta ad aprire un corridoio umanitario da Mariupol con transito per Berdyansk», e ha annunciato l’invio di 45 autobus.

Ore 8.30 – La situazione a Chernobyl


La situazione non è chiara, ma il ministero della Difesa degli Stati Uniti ha detto ieri — tramite un funzionario anonimo, citato dalle agenzie internazionali e dalla Cnn — che alcune forze russe si sarebbero ritirate dal sito nucleare di Chernobyl.

La centrale è caduta in mani russe nei primi giorni dell’invasione alla fine di febbraio, innescando i timori che gli standard di sicurezza all’interno della zona possano essere compromessi.

Non è al momento possibile sapere se le truppe che hanno lasciato la zona si siano ritirate dal sito nucleare o dall’area circostante, né se si tratti di un ritiro o di un riposizionamento.

Il capo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Mariano Grossi, ha fatto visita nelle scorse ore a una centrale nucleare nel Sud dell’Ucraina: «Cerchiamo di essere molto attivi per assicurarci che, il prima possibile, le centrali tornino nelle mani degli ucraini», ha detto.

L’Ucraina ospita 15 reattori nucleari (di cui 8 attualmente in funzione) in 4 centrali: una di esse, quella di Zaporizhzia, è attualmente sotto il controllo russo.

Ore 8.15 – Putin è stato informato poco, e molto male


I primi a dirlo, ieri, sono stati i funzionari dell’intelligence Usa: «Putin è stato male informato dai suoi» sull’andamento della guerra in Ucraina, perché i capi militari russi «hanno paura» di riferirgli quanto «male stiano facendo le forze armate di Mosca», e questo starebbe causando una «tensione continua» con il ministero della Difesa perché il presidente russo «non si fida» dei capi militari».

Nella notte italiana, a confermare questa teoria, sono arrivate voci dalla Casa Bianca («Sappiamo che Putin si è sentito mal consigliato dai vertici militari russi, e crediamo che anche ora sia male informato sull’andamento delle operazioni: Kate Bedingfield, a capo delle comunicazioni della Casa Bianca) e dal Pentagono («Il fatto che non abbia capito appieno la situazione delle sue forze in Ucraina è sconfortante»: John Kirby, portavoce del ministero della Difesa).

E come se non bastasse, ecco le parole di Jeremy Fleming, capo della GCHQ: «I suoi consiglieri sono terrorizzati all’idea di dirgli la verità. Questa è diventata la sua guerra personale: ma nonostante tutta la cortina di disinformazione che lo circonda, le conseguenze dei suoi calcoli sbagliati devono essere chiarissime, ormai, al regime».

Versione confermata da diplomatici europei: «Putin pensava che le cose stessero andando meglio — è il problema di chi si circonda di yes men, o ci parla da un capo all’altro di un lungo tavolo», hanno detto fonti europee alla Reuters. «I militari russi erano convinti di partecipare a delle esercitazioni, e hanno firmato un documento che estendeva il loro periodo di servizio: «Sono stati male informati, erano male addestrati, e sono arrivati in un Paese dove hanno trovato delle donne anziane, identiche alle loro nonne, che urlavano loro di tornarsene a casa». La situazione, al momento, «è imprevedibile»: e la speranza è che «le persone che non sono d’accordo con la situazione attuale inizino a farsi sentire».

Ore 7.30 – Le notizie, cupe, dall’intelligence britannica


Il report del ministero della Difesa britannica è diventato, in questi giorni di guerra, un appuntamento atteso del mattino, per capire come si muova la situazione sul terreno di guerra. E le notizie che arrivano, oggi, non sono positive. Secondo l’intelligence militare britannica, nonostante gli annunci di Mosca i bombardamenti nella regione di Chernihiv continuano, e c’è da attendersi che nei prossimi giorni ci saranno pesanti scontri intorno a Kiev . Si combatte ancora a Mariupol, dove le forze ucraine sono comunque riuscite — incredibilmente, viene da aggiungere, vista la ferocia degli attacchi — a mantenere il controllo del centro della città.

Il presidente ucraino Zelensky, in un messaggio della serata di mercoledì, ha detto di attendersi un violento attacco nelle regioni del Donbass — l’unico annuncio di Mosca cui ha detto di credere.

— Ministry of Defence ?? (@DefenceHQ) March 31, 2022

Ore 7.15 – Il retroscena della telefonata tra Draghi e Putin, ieri


(Elena Tebano) «Presidente, la chiamo per parlare di pace». Ha esordito così, nella sua telefonata a Putin di ieri, il presidente del Consiglio, Draghi. Le prime parole di una chiamata durata 45 minuti. I due avrebbero dovuto vedersi a Mosca, un mese fa, ma l’incontro è stato annullato dopo l’invasione russa dell’Ucraina, che il presidente del Consiglio italiano ha condannato con forza. Ieri Draghi si è informato sull’andamento dei negoziati con l’Ucraina e ha ribadito a Putin «la disponibilità del governo italiano a contribuire al processo di pace, in presenza di chiari segni di de-escalation da parte della Russia». Nel colloquio i due leader hanno discusso anche la modalità di pagamento del gas russo. Draghi nei giorni scorsi aveva escluso di farlo in rubli, come invece aveva intimato Putin all’Occidente. E il presidente russo è stato costretto a tornare sui suoi passi quando la sua stessa amministrazione gli ha spiegato che non era possibile (racconta tutto Federico Fubini). Lo stato dell’economia russa colpita dalle sanzioni, per altro, è uno degli aspetti sui cui Putin, secondo l’intelligence americana, sarebbe male informato. Draghi e Putin, infine, «hanno concordato sull’opportunità di mantenersi in contatto». Il presidente russo ieri ha sentito di nuovo anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz, confermando che sarà possibile pagare il gas russo in euro alla Gazprombank e che poi questa convertirà i pagamenti in rubli. Qui l’articolo completo di Marco Galluzzo.

Ore 6.50 – Il morale delle truppe russe, e l’autosabotaggio


Jeremy Fleming, il capo di una delle agenzie di spionaggio britanniche, ha rivelato in un discorso in Australia che il morale delle truppe russe — secondo informazioni raccolte dall’intelligence occidentale — è bassissimo, si rifiutano di obbedire agli ordini e hanno compiuto episodi di auto-sabotaggio, oltre ad aver accidentalmente distrutto un loro stesso aereo da guerra. «Abbiamo visto soldati russi, a corto di armi e di morale, rifiutarsi di portare avanti quanto veniva loro ordinato, sabotare i propri materiali bellici, abbattere per errore un loro aereo», ha detto.

Secondo Fleming, Putin ha apparentemente «sbagliato in modo massiccio i calcoli» dell’invasione: ha sottovalutato l’impatto delle sanzioni e «la resistenza del popolo ucraino» e sovrastimato le capacità del suo esercito di arrivare a una vittoria rapida.

Ore 6.30 – Il rublo è tornato ai livelli pre-invasione


Il rublo recupera sul dollaro e torna ai valori pre-aggressione russa contro l’Ucraina, attestandosi a quota 76 (-5,263%): per l’acquisto di un dollaro, in altri termini, servono adesso 76 rubli, contro gli 84,95 del 24 febbraio e i 139,7 registrati il 7 marzo nel momento di massima debolezza.

Il trend ha beneficiato dell’ipotesi — non esclusa dalla Cina — di usare rubli o yuan nel commercio di fonti energetiche, in base a quanto riportato dalla Tass, citando il ministero degli Esteri di Pechino.

Ore 6.15 – Il cessate il fuoco a Mariupol


Il ministero della Difesa russo ha annunciato un cessate il fuoco locale a Mariupol per consentire l’evacuazione dei civili dalla città portuale assediata dell’Ucraina. Un corridoio umanitario da Mariupol a Zaporizhzhia, attraverso il porto di Berdiansk controllato dai russi, sarà garantito dalle 10 del mattino. «Affinché questa operazione umanitaria abbia successo, proponiamo di realizzarla con la partecipazione diretta dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e del Comitato Internazionale della Croce Rossa», si legge nella nota di Mosca.

Ore 5.26 – Cnn: a Chernihiv forze Kiev riguadagnano terreno





La Cnn riferisce di un video pubblicato sui social media che mostra le truppe ucraine guadagnare terreno rispetto alle forze russe vicino alla città settentrionale di Chernihiv. Nel video girato nel villaggio di Sloboda, a circa 19 chilometri da Chernihiv si vedono un certo numero di forze ucraine, un carro armato russo bombardato e in fiamme e per le strade un denso fumo bianco. Il villaggio è vitale per gli sforzi ucraini per rompere l’accerchiamento russo di Chernihiv. Il video è stato geolocalizzato e la sua autenticità è stata verificata dalla Cnn.

Ore 2.45 – Blinken: Putin male informato? Limite dei governi autoritari


Rispondendo ad una domanda sulle notizie secondo cui il presidente russo Vladimir Putin è stato male informato dai suoi stessi generali sui progressi in Ucraina, il segretario di Stato americano Anthony Blinken ha affermato che «l’incapacità di dire la verità a chi sta al potere» è un «tallone d’Achille» dei governi autoritari. Lo riportano i giornalisti al seguito del segretario in missione in Algeria.

Ore 2.15 – Il sindaco di Irpin: mezza città distrutta


Il sindaco della città ucraina di Irpin, nell’oblast di Kiev, Oleksandr Markushin, ha detto che metà della città è stata distrutta. Lo riporta la Cnn. «Il 50% della città e le infrastrutture critiche sono state distrutte e le macerie non sono state rimosse», ha detto il primo cittadino nel corso di una conferenza stampa.

Ore 1.20 – Zelensky a Biden, sostegno Usa è vitale per noi


Il presidente ucraino Zelenskiy ha parlato di un’altra «giornata diplomatica molto attiva» e ha delineato le sue tre priorità chiave: armi per l’Ucraina, nuove sanzioni contro la Russia e sostegno finanziario per il suo Stato, come scrive il Guardian. Riferendosi alla sua telefonata con il presidente Usa Biden, il leader ucraino ha affermato che la conversazione è stata «molto dettagliata» ed «è durata un’ora».

Ore 00.34 – La ripresa dei negoziati il primo aprile


Russia e Ucraina riprenderanno i loro colloqui di pace online il 1 aprile: lo riferisce un alto funzionario ucraino dopo che l’ultimo round di negoziati si è concluso in Turchia. Il negoziatore ucraino, David Arakhamia, afferma in un post online che l’Ucraina aveva proposto che i due leader dei paesi si incontrassero, ma la Russia ha risposto che occorre lavorare ancora su una bozza di accordo.

Ore 23.42 – Unchr: persi contatti con alcuni dipendenti di Mariupol


L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) ha affermato che l’organizzazione non è in grado di comunicare con alcuni dei suoi dipendenti a Mariupol. «Alcuni sono riusciti ad uscire. Alcuni sono dentro e non possiamo comunicare con loro a questo punto», ha detto l’Alto Commissario dell’Unhcr, Filippo Grandi alla Cnn. Per continuare a evacuare i rifugiati, come avvenuto a Kharkiv la scorsa settimana, «abbiamo bisogno di impegni fermi che non ci saranno combattimenti e abbiamo bisogno di un po’ di tempo».

Ore 23.13 – «De escalation russa? No, noi non crediamo a nessuno».


De escalation russa? No, noi non crediamo a nessuno. Lo dice il presidente dell’Ucraina Zelensky. «I negoziati continuano ma per ora si tratta solo di parole». Lo ha affermato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in un nuovo video. A proposito della presunta de-escalation annunciata dalla Russia nelle zone di Kiev e Chernihiv, il leader ucraino ha dichiarato che è «la conseguenza del lavoro dei nostri difensori, ma allo stesso tempo vediamo aumentare i militari (russi, ndr) nel Donbass». «Se qualcuno crede di poter dire ai nostri militari come combattere e come difendere allora meglio che vada direttamente al fronte invece di parlare dal divano di casa sua», aggiunge Zelensky.

31 marzo 2022 (modifica il 1 aprile 2022 | 05:13)

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