Ucraina: Droni ucraini colpiscono una maxi-raffineria in Russia

Una delle più grandi raffinerie petrolifere della Russia meridionale in fiamme, dopo essere stata colpita da due “droni di Kiev”: rischia di alimentare una nuova escalation del conflitto l’attacco denunciato da Mosca all’impianto di Novoshakhtinsk nella regione di Rostov, a pochi chilometri dal confine ucraino. Una dinamica ancora sotto inchiesta, quella che ha portato i velivoli senza pilota che si aggiravano sullo stabilimento a schiantarsi, come si vede in un video diffuso sui social. Ad alimentare i sospetti c’è anche il fatto che la raffineria sia di proprietà di una società legata a Oksana Marchenko, la moglie dell’oligarca ucraino filorusso Viktor Medvedchuk, agli arresti in Ucraina con l’accusa di alto tradimento. Per la Russia è uno dei colpi più duri anche sul piano simbolico, vista la permeabilità tradita dal suo sistema di difesa aerea. Secondo il governatore di Rostov, Vasily Golubev, nell’area sono stati riscontrati “rottami dei droni” e, dopo un paio d’ore in cui le attività della raffineria sono rimaste bloccate, l’incendio è stato domato. Un’escalation degli attacchi in territorio russo potrebbe complicare ulteriormente le trattative sullo sblocco dei porti. “Accogliamo con favore gli sforzi del segretario generale dell’Onu” Antonio Guteress “per sbloccare le esportazioni di grano dai porti ucraini. Le consultazioni sono in corso. Tuttavia, nessun accordo concreto su colloqui tra Ucraina, Russia, Turchia e Nazioni Unite è stato finora raggiunto”, ha spiegato il portavoce del ministero degli Esteri di Kiev, Oleg Nikolenko, a proposito del possibile incontro a quattro la prossima settimana a Istanbul. Il nodo principale resta quello delle garanzie sulla difesa delle sue coste dopo l’eventuale sminamento del Mar Nero. “La sicurezza – ha sottolineato – rimane un elemento chiave della posizione dell’Ucraina”. Una doccia fredda dopo l’incontro preparatorio a Mosca tra le delegazioni di Turchia e Russia, definito “positivo” e dopo il quale è stata anche annunciata la partenza di una nave mercantile di Ankara bloccata a Mariupol.

Intanto le agenzie di intelligence russe hanno hackerato numerosi obiettivi in Usa e in altri Paesi alleati pro Kiev, secondo un rapporto Microsoft che mostra come Mosca abbia lanciato una cyber war globale dopo l’invasione dell’Ucraina. I kacker russi, secondo il rapporto, hanno tentato di infiltrare i network (riuscendoci in quasi il 30% dei casi), di oltre 100 organizzazioni in Usa e di altre decine in 42 Paesi dall’inizio della guerra. Tra i target i ministri degli Esteri dei Paesi Nato, organizzazioni umanitarie, think tank, gruppi IT e fornitori di energia.

Se venisse attaccata, la Finlandia è pronta a combattere. Lo ha assicurato il capo di Stato maggiore dell’esercito di Helsinki, Timo Kivinen, commentando i rischi di minacce militari dalla Russia. “Abbiamo sistematicamente sviluppato la nostra difesa militare esattamente per questo tipo di guerra che viene combattuta” in Ucraina, “con un uso massiccio di armi di potenza di fuoco, forze blindate e anche forze aeree”, ha spiegato il generale finlandese, citato dal Guardian. “L’Ucraina è stata un boccone difficile da masticare – ha aggiunto – e lo stesso sarebbe la Finlandia”. Intanto sarebbe stato causato da due droni l’incendio nell’impianto di Novoshakhtinsk, nella regione di Rostov, a pochi chilometri dal confine ucraino: lo riferisce il servizio stampa della raffineria citato da Ria Novosti. Si registrano alcuni danni “causati dai rottami dei droni”, le fiamme “sono state spente”

Russia, raffineria di petrolio colpita da droni

DAL CAMPO
Sul terreno, la battaglia continua a infuriare nel Lugansk. Lo Stato maggiore ucraino ha confermato l’intensificarsi dei raid aerei sul Donbass e l’avanzata nemica oltre Severodonetsk, ormai in mani russe tranne l’enclave della fabbrica chimica Azot, nei cui bunker restano asserragliate le ultime truppe di difesa insieme a oltre 500 civili, tra cui almeno 38 bambini. “Successi parziali” russi vengono confermati da Kiev anche nell’insediamento di Hirske, dove le milizie separatiste hanno rivendicato di aver “eliminato un gruppo di mercenari”. Le forze di Mosca si avvicinano sempre più a Lysychansk, la città gemella di Severodonetsk, dove oltre 1.300 tra soldati ucraini e combattenti volontari stranieri sono stati circondati. Pesanti sarebbero però anche le perdite tra i filorussi. Secondo l’intelligence britannica, dall’inizio del conflitto i separatisti di Donetsk avrebbero perso oltre la metà dei loro combattenti, rimasti uccisi o feriti, e molto probabilmente la Russia cercherà ora di schierare un gran numero di unità di riserva. I raid continuano nel frattempo in tutto il Paese. Colpi di mortaio sparati dalle forze russe hanno ucciso 5 donne all’ingresso di un palazzo in un villaggio nel distretto di Izyum, nell’oblast di Kharkiv. A Mykolaiv, nel sud, diversi missili hanno provocato almeno un morto e due feriti tra i civili, distruggendo due scuole. L’esercito di Kiev si prepara però alla controffensiva verso Kherson e la fascia costiera, cercando allo stesso tempo di assestare nuovi colpi nel Mar Nero dopo i bombardamenti contro alcune piattaforme di trivellazione, che secondo l’Ucraina nascondevano “installazioni” militari, e le “significative perdite” inflitte ai russi dagli attacchi contro la strategica Isola dei Serpenti, al largo di Odessa.

Ucraina, distruzione a Lysychansk dopo i bombardamenti

“Al vertice del G7 in Germania il presidente Biden proporrà una nuova serie di misure per aumentare la pressione sulla Russia”. Lo ha detto un alto funzionario della Casa Bianca in un briefing con i giornalisti sul viaggio del presidente americano in Europa la prossima settimana per i vertici del G7 e della Nato. “Per gli Usa il G7 è stato leader nell’imporre sanzioni senza precedenti contro la Russia in risposta all’invasione dell’Ucraina”, ha detto ancora la fonte, annunciando che ai vertici in Germania e Madrid interverrà in collegamento anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

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