Turista morta a Focene, il camper spostato prima dell’arrivo dei soccorsi e gli altri punti oscuri
di Rinaldo Frignani
Sulla vicenda la procura di Civitavecchia indaga a tutto campo. Il fascicolo aperto fin dall’inizio dai pm contro ignoti è per istigazione al suicidio
Accusa i soccorritori romani di non aver fatto nulla per salvare la sua fidanzata. E di non parlare nemmeno una parola d’inglese. Una presa di posizione molto chiara e dura quella di Michael Douglas, 34enne irlandese, che il 20 gennaio scorso, secondo la sua versione dei fatti, avrebbe assistito alla morte della sua compagna, la 25enne tedesca Jenna Gommelt, con la quale era partito per una vacanza in giro per l’Europa nel novembre 2021 a bordo di un’auto che all’occorrenza poteva trasformarsi in camper. Ma a quasi tre mesi da quel drammatico pomeriggio in viale di Focene, a Fiumicino, dove i due si erano fermati per qualche ora, sulla vicenda ci sono molti punti oscuri, a cominciare dal racconto fatto dal 34enne con la denuncia ai media del comportamento del personale della sala operativa del 118.
Sulla vicenda la procura di Civitavecchia indaga a tutto campo. Il fascicolo subito aperto dai pm contro ignoti, e tuttora attivo, è per istigazione al suicidio. Douglas è stato interrogato quel giorno stesso dai carabinieri della compagnia di Ostia per ricostruire cosa sia accaduto a bordo del camper. E quale sia stato il suo comportamento: perché il fidanzato della giovane, deceduta nel giro di poco tempo dopo l’allarme lanciato dall’uomo che ha telefonato al Numero unico di emergenza alle 15.39 del 20 gennaio, si è spostato con il veicolo prima ancora dell’arrivo dell’ambulanza e dell‘automedica inviate sul posto dal 118 su input della centrale operativa del 112. Douglas infatti ha denunciato un ritardo di 43 minuti nell’arrivo dei soccorsi dopo una rocambolesca telefonata nella quale, secondo lui, l’operatore sanitario dall’altro capo del telefono non parlava inglese. Fatto questo smentito nella mattinata di lunedì sia dalla Regione Lazio, con l’assessorato alla Sanità, sia dalla direzione sanitaria del 118, che hanno reso noti gli audio delle telefonate intercorse fra l’irlandese e la centrale operativa dove al 34enne è stato risposto in perfetto inglese.
Ed è stato anche specificato che i soccorsi sono giunti sul posto in diciotto minuti. Solo che poi il personale medico ha dovuto richiedere l’aiuto dei carabinieri per rintracciare il camper. Perché l’irlandese ha spostato il veicolo con la fidanzata morente? Proprio di queste telefonate riferite dall’uomo non è tuttavia al corrente l’avvocato della famiglia di Jenna, Manuele Piccioni, che invece si sta occupando di rappresentare le istanze dei genitori della giovane deceduta ed è in attesa dei risultati dell’autopsia effettuata il 26 gennaio scorso presso l’Istituto di medicina legale del Verano dov’era stata trasferita la salma. Al momento si attendono soprattutto gli esiti degli esami tossicologici, perché dagli altri accertamenti non sono emersi indizi che possono far pensare a una morte violenta.
L’irlandese è stato interrogato a lungo dai carabinieri di Ostia che hanno sentito anche il medico e un infermiere del 118. «Ho incontrato Douglas solo una volta nel mio studio dove si è presentato con i parenti della ragazza – spiega l’avvocato Piccioni -: voleva sapere come recuperare gli effetti personali della giovane rimasti nel camper». Non è chiaro se ci sia riuscito, mentre sul fatto dei ritardi nella consegna della salma ai genitori l’avvocato rimane cauto: «Il pm ha dato il nulla osta il 15 febbraio, poi c’è stato un errore nella trascrizione del cognome della ragazza presso il comune di Fiumicino che ha ritardato la pratica ma non c’entra chi indaga. La famiglia è sconvolta e ancora oggi aspetta di sapere cosa sia successo a Jenna».
4 aprile 2022 (modifica il 4 aprile 2022 | 17:20)
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