Economia

Troppi rincari, Murano spegne le vetrerie

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Bollette fuori controllo

Un’azienda arriva a utilizzare 160-170mila metri cubi di gas al mese, circa un milione l’anno. Con l’incremento dei prezzi per le imprese è difficile reggere

di Barbara Ganz

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3′ di lettura

La tregua di agosto sta per finire: molte aziende l’hanno utilizzata per fermarsi e fare le manutenzioni, ma ora la scelta più difficile è come – e soprattutto se – riavviare l’attività.

Le vetrerie di Murano che possiedono una o più fornaci sanno che, una volta acceso, il forno va mantenuto: «Per arrivare in temperatura – spiega Cristiano Ferro, titolare di Effetre, unico produttore di semilavorati in vetro nell’isola – servono circa due settimane. Un’azienda come la nostra arriva a utilizzare 160-170mila metri cubi di gas al mese. Si arriva a un milione l’anno. Lo pagavamo fra i 18 e i 23 centesimi al metro cubo e ci pareva già una oscillazione notevole. Poi è partita la rincorsa dei prezzi».

Tariffe fisse in forse

A giugno 2021 i primi aumenti, a novembre si è arrivati a 80 centesimi, a luglio 1,92 euro. E la prospettiva è che, con i contratti di fornitura al rinnovo, i fornitori decidano di non proporre più tariffe fisse: «Così diventa impossibile fare programmazione. I piccoli gestori sono scomparsi dall’orizzonte, i grandi devono garantire i consumi domestici e fanno difficoltà anche con i vecchi clienti dai consumi elevati. La scelta è fra presentare fideiussioni bancarie o il pagamento anticipato di alcune mensilità: basti pensare che a luglio abbiamo pagato 298mila euro. Non solo: chi resta senza fornitore passa al regime di autotutela, ma solo se non ha una propria cabina di trasformazione, quindi in teoria può restare a secco. Se poi passa all’autotutela comunque, la scelta di cambiare successivamente fornitore può comportare una pratica dai tempi incerti che può portare a uno stop di settimane, incompatibile con questo genere di attività. Il tutto mentre le prospettive sono in peggioramento e si va verso nuovi aumenti».

Ecco perché la soluzione, spesso, è quella di restare fermi. Nei mesi scorsi per prima la Regione Veneto aveva deciso di intervenire con un bando, lo scorso novembre, da tre milioni a fondo perduto. Poi era arrivato il provvedimento del Governo: uno stanziamento, da parte del ministero dello Sviluppo economico, di cinque milioni per il vetro artistico di Murano sotto forma di contributi a fondo perduto destinati a ridurre i costi delle bollette di gas e dell’energia elettrica per il 2022.

Contributi a fondo perduto in ritardo

Molte imprese però segnalano che i soldi in cassa tardano ad arrivare. Lorenzo Ferro è un artigiano, produce bassorilievi in vetro per l’arredo: «Acquisto il vetro semilavorato: è chiaro che il fornitore che subisce gli aumenti poi scarica parte degli aumenti su realtà come la mia», racconta. Il paradosso è che il lavoro non manca, anzi: oltre al mercato italiano arrivano nuove richieste, anche dal Giappone. Merito anche di iniziative come la vetrina virtuale “Venice Original”, il progetto voluto dalla Cna Metropolitana di Venezia e sviluppato con il contributo di Jp Morgan, patrocinato da Comune e Camera di Commercio, per promuovere e rilanciare l’artigianato veneziano, già duramente colpito prima dall’acqua alta del 2019 e poi dalla pandemia.

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