Transnistria, cos’è e dov’è la regione della Moldavia che sarebbe nel mirino di Putin

di Irene Soave

Ci sono state alcune esplosioni il 25 aprile in Transnistria, regione della Moldavia che si è autoproclamata indipendente: è il possibile futuro fronte dell’espansione russa. Residuo dell’ex Urss, ex “orto del Cremlino”, ora teatro di leggende criminali, non è riconosciuta dall’Onu

Le esplosioni del 25 aprile hanno spinto le autorità moldave a riunirsi, il 26 mattina, per discutere della sicurezza della Transnistria, l’autoproclamata Repubblica filo-russa al confine con l’Ucraina. Del 25 aprile sono esplosioni vicino all’edificio del ministero della Sicurezza; del 26 mattina l’attacco a un centro di trasmissione radiofonica russo con due antenne.
Da giorni, inoltre, nel contesto della crisi ucraina, si discute della Transnistria come possibile nuovo fronte. Anche a partire dalle dichiarazioni del generale russo Rustam Minnekaev, e prima (forse incautamente) del dittatore bielorusso Aleksandr Timoshenko: nei piani di guerra russi ci sarebbe una “proiezione territoriale verso la Transnistria”, con la conquista totale della parte meridionale dell’Ucraina e la creazione di un corridoio tra Crimea e Donbass. La manovra dovrebbe investire anche Odessa, che dalla “capitale” della Transnistria, Tiraspol – sede dell’amministrazione autonoma della regione – dista un centinaio di chilometri.

La Transnistria: cos’è, come è nata e perché si chiama così

Intanto la pronuncia: Transnìstria. Leggere “alla russa” Transnistrìa è un vezzo. Il nome della nazione è un toponimo: è la regione a Est del fiume Dnestr. La Transnistria è una lunga striscia di terra della Moldavia, al confine con l’Ucraina. A lungo parte dell’Impero Ottomano, poi della Russia sovietica, a settembre 1990 ha dichiarato unilateralmente la propria indipendenza con il nome di Repubblica moldava di Pridnestrovie.
Il 27 agosto 1991, la Moldova, il cui territorio comprende la Transnistria, diventava indipendente dopo il crollo dell’Urss; nasceva una nazione e già al suo interno aveva una disputa territoriale, quella con la Transnistria secessionista.
Nel 1992 il conflitto tra Transnistria e Moldavia si chiuse con un nulla di fatto: il cessate il fuoco tra le parti fu garantito da una commissione congiunta formata da Russia, Transnistria e Moldavia.
Nel 2010 la riapertura dei negoziati alleggerì la tensione tra Chisinau e Tiraspol: i due governi, nazionale e regionale, firmarono a marzo 2012 un accordo per riattivare il traffico ferroviario sulle rive del Dnestr. Lo Stato centrale era fermamente opposto all’indipendenza della Transnistria, che a oggi l’Onu non riconosce.

La Transnistria e i rapporti con la Russia

Ma già nel 2014, dopo l’annessione della Crimea alla Russia, il governo filorusso della regione ha chiesto che il territorio della Transnistria potesse unirsi, anch’esso, alla Russia.
Già nel blasone nazionale e nella bandiera, l’ultima al mondo con falce e martello, ci sono richiami espliciti al marxismo-leninismo e al passato sovietico. Tiraspol, che è il principale centro industriale e produttivo della regione, è il capoluogo dei Russi e dei russofoni residenti nella regione, e di fronte al Parlamento regionale troneggia una statua di Lenin.
Gli abitanti, dai recenti censimenti, sono più di mezzo milione così divisi: moldavi, 31,9%; russi, 30,3%; ucraini: 28,8%. Le tensioni tra russi e moldavi risalgono al periodo sovietico; oggi gli anni dell’Urss sono ricordati dagli abitanti russi con un senso di grandeur, relativo al ruolo della regione, a spiccata vocazione agricola, di “orto del Cremlino” (si racconta ancora oggi dei carichi di frutta e prodotti agricoli che ogni giorno da Tiraspol partivano verso la “corte” di Stalin).

Il “padre della patria” Igor Nikolaevic Smirnov

Nel 1987 un funzionario di stato siberiano, che gestiva una centrale elettrica in Ucraina, a Nova Kachovka, fu trasferito a Tiraspol con un analogo incarico. Si chiamava Igor Nikolaevic Smirnov. In poco tempo -meno di due anni- divenne il presidente del Soviet cittadino. Nel 1991, quando la Moldova pretendeva la sovranità sulla regione, fu il firmatario della proclamazione d’indipendenza ed entrò in guerra con Chisinau. L’idioma moldavo – differenziato artificiosamente dal romeno nel 1924, dopo l’occupazione sovietica della Bessarabia di cui la Transnistria faceva parte – era detestato dalla parte slava della popolazione, che Igor Smirnov raccolse e compattò. Quando ad agosto 1991 la Moldavia si rese indipendente, indicando come territorio suo anche la Transnistria, cominciò la guerra.

I militari russi e le forze di pace in Transnistria

Dal 1992, dopo la “pace” garantita da Russia e Moldavia, c’è sul territorio della Transnistria un contingente di forze di pace sotto la gestione Osce, formato da soldati russi, moldavi e locali.
Nella Transnistria c’è un contingente di forze russe di pace, un battaglione con circa 412 persone, e una unità militare N. 13962 (o OGRF), due battaglioni che contano circa 1.000 persone; di recente la presenza militare russa sul territorio è stimata in 1.500 unità, ma si tratta di tempi considerati, a livello internazionale, non verificabili. È nota anche la presenza di numerosi mercenari provenienti dalla Russia, anche loro distaccati come forze di peacekeeping; dopo una legge ucraina del 2015, che ha interrotto il transito del complesso militare russo su territorio ucraino da e verso la regione, questi mercenari sono “isolati” dal punto di vista tecnico-militare. Significa che (ufficialmente) non possono ricevere dall’esterno aiuti né rinforzi.

Contrabbando e criminalità organizzata in Transnistria

Strategica dal punto di vista geografico, la Transnistria è spesso rappresentata come un buco nero della legalità internazionale, un centro di riciclaggio di denaro e traffici illeciti di armi ed esseri umani. Una rappresentazione che si intreccia in un certo immaginario letterario – il cui libro più noto è l’Educazione Siberiana di Nicolai Lilin – fatto di storie di criminalità organizzata e leggende russe. “Nell’immaginario del lettore italiano, la Transnistria è un misto tra Corleone e Macondo”, ha scritto la giornalista Anna Zafesova. I cunicoli e i bunker di epoca sovietica sono considerati dai servizi segreti di tutto il mondo una sorta di tesoreria del contrabbando, piena di armi, droga e contanti. Questo immaginario ha reso la Transnistria, fino a pochi mesi fa, una meta turistica sui generis (e il governo regionale punta molto sul fascino della fortezza di Tighina). E molti hanno tifato per lo Sheriff Tiraspol, squadra di calcio della capitale, quando l’anno scorso è entrata in Champions League.

26 aprile 2022 (modifica il 26 aprile 2022 | 14:03)

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