Svezia e Finlandia, la «zona grigia» prima di entrare nella Nato: Londra pronta a dare protezione immediata

di Luigi Ippolito

Svezia e Finlandia chiederanno l’adesione alla Nato, ma tra questo passo e l’ingresso formale passerà del tempo — nel quale i due Paesi saranno «esposti» alle minacce di Mosca. Johnson, oggi a Stoccolma e Helsinki, offrirà garanzie di sicurezza immediate

DAL CORRISPONDENTE

LONDRA — Visita-lampo di Boris Johnson in Svezia e Finlandia: il primo ministro britannico sarà oggi a Stoccolma e Helsinki, nel momento in cui i due Paesi scandinavi discutono di una rapida adesione alla Nato. E la questione sarà nell’agenda dei colloqui.

Neutrali per tradizione

– la Svezia per secoli, la Finlandia per decenni — le due nazioni sono state costrette a rivedere la propria collocazione internazionale di fronte all’invasione russa dell’Ucraina: ed entrambe considerano ora di potersi sentire al sicuro solo sotto l’ombrello dell’Alleanza atlantica. Anche le rispettive opinioni pubbliche hanno cambiato atteggiamento e ora sostengono a larga maggioranza l’adesione alla Nato.

In realtà, i due Paesi sono già da tempo partner dell’Alleanza: ma un’adesione formale li metterebbe entrambi sotto la protezione dell’Articolo 5 della Carta Atlantica, che stabilisce che un attacco a un Paese membro è un attacco a tutta la Nato.

Il segretario generale Stoltenberg ha detto che l’inclusione di Svezia e Finlandia avverrà il più rapidamente possibile: ma resta comunque una «zona grigia» di vulnerabilità fra la richiesta di ingresso e la sua formalizzazione, che espone i due Paesi al rischio di una rappresaglia russa. Mosca, che aveva già detto che ci sarebbero state «conseguenze» per la loro adesione alla Nato, ha oggi ribadito di «monitorare attentamente che cosa accade ai confini, in termini di configurazione delle forze dell’Alleanza atlantica».

È in questo contesto che si colloca la visita di Johnson: Londra potrebbe fornire a svedesi e finlandesi garanzie di sicurezza immediate, tanto più che la Gran Bretagna è leader della Jef, la Joint Expeditionary Force (Forza di spedizione congiunta), l’alleanza militare che unisce i Paesi nordici e i Baltici. Uno strumento di difesa agile concepito proprio per affiancare la Nato con più rapidità.

I britannici ci tengono poi a consolidare il loro ruolo guida assunto nella crisi Ucraina: Londra è in prima linea nell’assistenza militare a Kiev – molto più massiccia di qualunque altro Paese europeo – e condivide appieno l’obiettivo americano di puntare alla sconfitta sul campo della Russia prima di poter intavolare un negoziato con Putin.

11 maggio 2022 (modifica il 11 maggio 2022 | 13:17)

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