Strage in Texas, lacrime finte e killer trans : le bugie come a Sandy Hook

di Greta Privitera

Dopo la strage sono state diffuse falsità sull’assassino, sui poliziotti e sulle vittimeSi ripete il copione visto dopo il massacro di Newtown di dieci anni fa

Su Telegram, e su 4chan — un sito frequentato dall’estrema destra — qualche ora dopo, già si leggeva: «Il killer della strage di Uvalde era transgender». Affermazione falsa con allegate prove, naturalmente false: decine di foto che mostravano un ragazzo in abiti femminili rubate a un utente su Instagram. Poi sono arrivati i Proud Boys, il gruppo di suprematisti bianchi diventati famosi dopo l’attacco al Campidoglio. «Certo, la sparatoria è il risultato della terapia ormonale», hanno scritto nelle loro chat. A chiudere il cerchio — anzi, ad allargarlo — ci si è messo Paul Gosar, un repubblicano dell’Arizona, membro della Camera dei Rappresentanti, che su Twitter ha postato (e poi rimosso): «È un transessuale, straniero clandestino di sinistra di nome Salvador Ramos. Il genere di spazzatura che piace a voi».

Nemmeno il tempo di contare i morti, che sui social già le teorie del complotto sulla strage di Uvalde — dove il diciottenne Salvador Ramos ha ucciso 21 persone, tra cui 19 bambini — si sono fatte largo tra le bacheche di migliaia di americani, aggiungendo un’altra analogia con il massacro di Sandy Hook, avvenuto dieci anni fa a Newtown, in Connecticut. Allora il ventenne Adam Lanza aveva ucciso 27 persone, 20 delle quali erano bimbi di età compresa tra i sei e sette anni.

Non bastavano la scuola elementare, i piccoli morti tra i banchi e i corridoi, la giovane età del killer ed ex alunno. Non bastavano le immagini delle famiglie distrutte dal dolore nel parcheggio della scuola ad accomunare queste due cittadine della provincia americana, geograficamente lontanissime (3.200 chilometri, trenta ore di macchina). A completare la tragica somiglianza sono arrivate le fake news. Quello che è successo alle famiglie di Sandy Hook sta succedendo ora a quelle di Uvalde. Oltre al dolore per la perdita dei loro figli, i genitori del Connecticut hanno dovuto affrontare per dieci anni l’umiliazione di doversi difendere dalle accuse false e infamanti dei cospirazionisti. Ormai capita per ogni fatto di cronaca, ma a Sandy Hook i complottisti hanno diviso una comunità, rovinato vite già messe alla prova dal destino.

Nel 2012 Telegram non esisteva ancora. In quel caso era iniziato tutto da un gruppo chiuso di Facebook, frequentato da una decina di persone. L’immagine della pagina era quella di un bambino con gli occhi cerchiati di nero, un dito sporco di fango premuto sulle sue labbra. Hanno iniziato a chiedersi se la strage fosse vera, se non fosse architettata dal governo federale, dallo Stato. C’era chi si scambiava le foto dei bambini uccisi per confrontarle con altri che incontravano per strada, cercando di dimostrare che le vittime fossero ancora vive, che fosse tutta una montatura. C’era chi sosteneva di averli visti ai loro funerali. Per esempio, Lenny Pozner e sua moglie erano i genitori di Noah, un bambino di sei anni ucciso nella strage. Sono stati accusati di essere attori, di aver pianto a comando davanti alle telecamere. Per convincere che la morte del figlio era vera, si sono trovati costretti a pubblicare il referto dell’ospedale. «Ma più cercavo di spiegare la verità, e più i complottisti mi attaccavano», ha raccontato Pozner. Sono stati sommersi di minacce e alla fine hanno dovuto cambiare casa.

A Uvalde il copione si ripete. Oltre alla falsa notizia del killer transgender, c’è chi sostiene che la sparatoria sia stata orchestrata per allontanare le forze dell’ordine

impegnate sul confine con il Messico e permettere così a trafficanti di droga e criminali di varcare la frontiera. Come per Sandy Hook, c’è chi ha scritto sui social che i genitori delle vittime non fossero abbastanza disperati, che fossero in realtà attori che interpretavano un ruolo. Sempre su Telegram, gruppi di estrema destra hanno diffuso un’altra fake news su Salvador Ramos. Hanno scritto che era un immigrato senza documenti, anche dopo che Roland Gutierrez, un senatore del Texas, ha confermato che era nato in Nord Dakota.

26 maggio 2022 (modifica il 26 maggio 2022 | 23:50)

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