Spada, Assolombarda: energia tema di sicurezza nazionale. Ripensare anche al nucleare
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Per il presidente di Assolombarda, la prima richiesta è un tetto al prezzo del gas. Ma anche diventare indipendenti e investire su più fonti di energia
di Giovanna Mancini
20 luglio 2022
4′ di lettura
Nonostante un primo rallentamento a partire da aprile, le aziende lombarde registrano ancora una domanda sostenuta, tanto che a giugno gli ordinativi restano sul livelli storicamente elevati, ai massimi dalla metà del 2007 (sebbene inferiori a quelli, record, degli utlimi 12 mesi). A preoccupare sono però gli scenari incerti dei prossimi mesi. «Noi imprenditori siamo ottimisti per definizione e infatti vedo grande voglia di reagire e continuare a investire – dice Alessandro Spada, presidente di Assolombarda –. Ma siamo anche consapevoli dei rischi all’orizzonte, legati al tema dell’energia, delle materie prime e dell’inflazione».
Vi aspettate stop produttivi?
Ce ne sono stati e purtroppo continuano. A settembre la situazione rischia di peggiorare: sulle materie prime cominciamo a vedere qualche diminuzione dei prezzi, ma sui costi dell’energia non si prevede una discesa a breve, con l’aggravante che in autunno e inverno il consumo di gas sarà superiore. È necessario un atto di responsabilità da parte di tutti, per affrontare questa situazione.
Che cosa proponete?
Come Assolombarda la prima richiesta è un tetto al prezzo del gas. Non abbiamo mai chiesto misure che blocchino il libero mercato, ma questo è un tema di sicurezza nazionale, perché l’energia non può essere sostituito come un qualsiasi altro bene e il rischio è che alcune imprese non siano più nelle condizioni di produrre. Inoltre occorre estendere alle aziende di tutta Italia il credito di imposta per gli investimenti di efficientamento energetico che oggi è previsto solo per le regioni del Sud.
Poi però servono anche misure strutturali: quali sono le priorità?
Questa emergenza ci insegna che non possiamo dipendere da un tubo che porta il gas dalla Russia. Dobbiamo diventare indipendenti dal punto di vista energetico, investendo su più fonti di energia. Per questo chiediamo che si torni a pensare anche al nucleare. Nel nostro Paese c’è il know how necessario: in particolare in Lombardia, ci sono aziende attive in progetti di ultima e ultimissima generazione, quindi sarebbe anche un’opportunità per creare lavoro sul territorio. Il dossier sul nucleare è il punto di partenza, ma poi occorre investire anche su altre fonti rinnovabili, come l’idrogeno o l’elettrico, velocizzando le licenze per gli impianti. Inoltre vanno incentivate, attraverso sgravi fiscali, le comunità energetiche.
Come si affronta l’inflazione?
Abbiamo proposto alcune misure congiunturali, in questo momento in cui l’inflazione è legata in larga parte ai rincari dell’energia e delle materie prime. Ad esempio: introdurre un meccanismo di detassazione degli aumenti retributivi sui rinnovi contrattuali, defiscalizzare la 13esima mensilità e ampliare le tipologie di welfare agevolato. Occorre però anche mettere in pista misure strutturali per valorizzare e rendere più attrattivo il lavoro, soprattutto nei confronti dei giovani, per trattenerli o attrarli in Italia e nelle nostre aziende.