Siccità, in settimana riunione del governo sull’emergenza

Crisi idrica

Richieste di aiuto dalle Regioni, che si incontreranno mercoledì. In crisi Po, Arno e Tevere.

19 giugno 2022

Siccita’, il fiume Po in secca a Sermide nel Mantovano

3′ di lettura

Di fronte ad una terra sempre più arsa, dopo una primavera che Coldiretti registra come la sesta più calda di sempre sul pianeta a livello climatico, il Po mai così in secca e le previsioni che annunciano ancora lunghe giornate senza piogge, interviene il governo: in settimana si terrà una riunione per analizzare la situazione e valutare eventuali misure per far fronte all’emergenza.

Stato di crisi

L’Esecutivo tiene dunque sotto stretta osservazione il dossier siccità e all’incontro dovrebbero partecipare il ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli – che sabato aveva definito «inevitabile» dichiarare uno stato di crisi – e della Transizione ecologica Roberto Cingolani, oltre al capo del Dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio. La situazione, d’altronde, non lascia spazio ad attese, con i livelli dei fiumi, a partire dal Po, mai così bassi da decenni e le precipitazioni primaverili che, dice ancora la Coldiretti, si sono più che dimezzate, con il territorio a boccheggiare stremato da temperature inusuali.

Veneto e Lombardia

Le Regioni dal canto loro hanno già chiesto un aiuto al governo, invocando un intervento il più rapidamente possibile. A muoversi per primi sono stati i governatori del Nord: il Veneto già ad aprile aveva chiesto lo stato d’emergenza finalizzato «a definire le modalità di gestione sovraregionale della crisi idrica» ma la lettera non aveva avuto seguito e ora il governatore Luca Zaia dice: «ben venga l’apertura del governo, tuttavia si poteva agire prima. Speriamo che non sia troppo tardi». A seguire sono arrivate le richieste di Lombardia e Piemonte. Le Regioni si vedranno mercoledì e quella sarà l’occasione per far sentire la propria voce al governo.

Siccita’ e crisi idrica, la portata d’acqua del Po a Borgoforte

Emilia Romagna

La secca del Grande fiume è un problema serio, visto che sulle sue acque poggia l’intera spina dorsale del patrimonio agricolo e agroalimentare della food valley italiana. Il presidente della Emilia Romagna Stefano Bonaccini ha inoltre annunciato che anche la sua regione sta preparando la richiesta di stato di emergenza, come hanno già fatto le altre regioni. Il tema, confermano fonti vicine al presidente della Conferenza Massimiliano Fedriga, è effettivamente sul tavolo e mercoledì si cercherà di trovare una posizione comune. Lo stesso Fedriga, tra l’altro, sta preparando la dichiarazione di stato di emergenza per il Friuli Venezia Giulia e un decreto sulla criticità idrica che coinvolgerà i settori dell’agricoltura e poi gli usi civili e domestici per contenere il consumo di acqua.

Piemonte

In attesa di capire la proposta delle Regioni, il Piemonte fa un passo avanti. L’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati annuncia che la Regione «chiederà il livello massimo di allerta, quello rosso» in modo da «permettere al Governo di intervenire con i mezzi della protezione civile o per decidere gli utilizzi delle acque». La Liguria, che ha riunito all’inizio della scorsa settimana l’Osservatorio dei Corpi Idrici, deciderà invece «nei prossimi giorni» proprio sulla scorta delle analisi che arriveranno dall’Osservatorio. Bisogna capire, hanno spiegato il governatore, Giovanni Toti e l’assessore alla protezione civile Giacomo Giampedrone, «quali misure di indirizzo intraprendere e quindi trasmettere ai Comuni e agli Enti gestori Ato provinciali».

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