“Sesso prima delle nozze? Permesso se è di qualità”
Il sesso prima del matrimonio è «un semplice dato di fatto». Il documento del Papa sulla sessualità per i fidanzati cristiani, se letto bene, è «rivoluzionario» perché non nega il sesso prima del matrimonio ma invita a una «sessualità responsabile, di qualità». «I tempi sono cambiati, e il Papa si prende cura dei nostri legami d’amore perché diventino stabili e forti. Il sesso non è un peccato». A spiegare il documento di Francesco è monsignor Riccardo Mensuali, autore di libri sul tema della natalità e della famiglia. (L’ultimo è Leggero come l’amore per San Paolo).
Don Riccardo, facciamo chiarezza. Cosa intende dire il Papa con il documento «Itinerari catecumenali per la vita matrimoniale»?
«Il documento è ricco ed è quanto meno molto superficiale ridurlo al tema della sessualità prima del matrimonio, che pare solo esigenza mediatica. È in sintonia con la preoccupazione del Papa di prendersi cura dei nostri legami d’amore, perché diventino forti e stabili e siano fonte di una vita buona e pacifica. Viene avanzata la proposta di un cammino di preparazione non alla cerimonia in sé, ma alla vita intera in famiglia che è lunga e complessa. Il Papa, in sostanza, dice che se vuoi bene devi spendere del tempo per coloro che ami. Ecco, il cuore del documento è: dedichiamo tempo, cuore e mente a creare, col matrimonio, un progetto grande e buono per la singola famiglia e per la società intera».
Quindi il sesso prima del matrimonio, se inteso come percorso serio e non «occasionale», è ammesso?
«Il sesso non è peccato, anzi. I figli, che ormai tutta la società nel suo insieme ha compreso che mancano, come si fanno? Si può sintetizzare che di sesso ce ne servirebbe di più, non di meno, ma «di qualità», direbbe qualcuno. E cioè collocato al servizio del legame duraturo, del progetto fecondo e alto del matrimonio. Poi, quando una coppia è seria e ben fondata, sceglierà con coscienza e libertà la dimensione più adatta alla propria relazione. Il sesso è il piacere di realizzare un dovere, quello di essere responsabili del legame e se è con un ovetto vibrante, è anche più divertente».
Eppure, sembrerebbe che la posizione della Chiesa in tema di sessualità non sia mai cambiata.
«In uno tempo dove tutto sembra sfasciarsi e liquefarsi, dobbiamo solo dire grazie alla Chiesa che mantiene lucida una visione alta dell’umano e della sua natura. Non è vero che è la mentalità mondana ad essere moderna. La monogamia e la fedeltà si imposero come passi di progresso e più moderni, nella storia antica dell’uomo, rispetto alla giungla della mancanza di relazioni personali che precedeva. Il vero progresso è un legame fedele. Fra l’altro parole come «senza» o «attesa» non sono state cancellate dall’umanità, anche se svilite dal nostro mondo nevrotico. Direi piuttosto che la chiesa è rivoluzionaria».
C’è però un grosso problema di denatalità, come risolverlo?
«I figli non li fanno più i soldi, anche se è bene che i governi sostengano con fantasia creativa la natalità. I figli li fa un amore forte, fonte di un progetto di responsabilità. Questo è il fine del Documento e di tutto il magistero del Papa. Direi che è il fine della formazione cristiana, quello di accompagnare col Vangelo e la vita della chiesa giovani ragazzi a sognare cammini alti, belli e, per questo, esigenti e impegnativi».
Ci sono casi in cui anche per la Chiesa la separazione è l’unica via.
«Nella Lettera agli Sposi Francesco afferma che vivere insieme non è una penitenza. Perché sa bene che a volte lo è. C’è, in questo, profonda comprensione di quanto sia impegnativo camminare insieme. Ma mai perdere la speranza. L’arte di stare insieme si impara, non è spontanea».