Serie A, 5a giornata: alle spalle di Juve e Roma c’è un altro campionato

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Serie A, 5a giornata: alle spalle di Juve e Roma c’è un altro campionato

Di Juventus-Roma ne avremo solo due e fra sei giorni il campionato già si gioca il primo jolly. Questo significa che poi, per altre 31 giornate su 32, saremo costretti ad assistere alla marcia implacabile delle battistrada in cui anche i rari pareggi faranno la differenza. È uno scenario a cui francamente non eravamo abituati. Dopo anni in cui abbiamo gonfiato il petto sottolineando che la Serie A non era il torneo più spettacolare del mondo, ma di certo era il più combattuto ci ritroviamo una situazione da Portogallo, da Scozia di qualche anno fa. Due squadre di livello europeo che fanno storia a sé tecnicamente, economicamente e adesso anche politicamente (!), più altre diciotto che vivono un’altra realtà e giocano un altro campionato.

Terzo posto senza padroni
La cosa paradossale è che il campionato degli altri è molto più divertente. Dopo un sabato in cui il massimo dello sballo è stato scoprire a che minuto Juve e Roma avrebbero sbloccato le loro partite, ieri finalmente c’è stato un po’ di movimento. Abbiamo riscoperto un campionato in cui l’Inter può prendere quattro pere a San Siro dal Cagliari, in cui il Milan non riesce a battere il Cesena, in cui il Napoli deve sudare sette camicie per aver ragione del Sassuolo. A voler essere onesti è un campionato esteticamente modesto, in cui le squadre sono farcite di giocatori che dieci anni fa la A l’avrebbero vista solo in televisione, ma se non altro è un campionato in cui dal terzo posto in giù c’è spazio per i sogni di tutti.

C’è ancora bisogno di Zeman
Senza le giocate dei fuoriclasse l’ultima frontiera possibile del divertimento è il gioco collettivo. In questo senso è un’ottima notizia che Zeman sia riuscito a salvare la panchina: dopo un solo punto nelle prime quattro giornate tirava una brutta aria per il maestro boemo, che alla fine di Inter-Cagliari sembrava perfino ringiovanito. «Il mio calcio non è ancora passato di moda», ha sibilato con orgoglio e non senza ragione. In effetti, proprio come vent’anni fa, va benissimo per tutte le squadre che non devono lottare per lo scudetto. Va benissimo per il campionato degli altri, a cui regala un tocco di esotismo in mezzo a tanti catenacci più o meno contemporanei.

Ferrero-Samp: è amore
Se la lotta tra Juve e Roma è soporifera anche nelle dichiarazioni, finora molto cavalleresche e imparagonabili alla guerra dialettica che segnò un’epoca negli anni ’80, nel campionato degli altri c’è ancora posto per qualche personaggio ruspante. Ci sono Zamparini e Lotito, l’un contro l’altro armati nel posticipo di stasera, ma soprattutto c’è Ferrero, che insieme a Zeman è stato il protagonista assoluto della domenica. Quando a giugno annunciò di aver comprato la Sampdoria, in una conferenza stampa che è già passata alla storia della televisione, lo stato d’animo della gente blucerchiata variava dal terrore, alla disperazione, alla vergogna. Solo i più fideisti avrebbero potuto immaginare che appena tre mesi dopo l’inquietante “Viperetta” sarebbe stato osannato da una gradinata sud in delirio.

C’è vita oltre Juve-Roma
E invece bisogna ammettere che, al netto di altre discutibili sortite televisive e non, il romanaccioFerrero è riuscito a fare breccia nel cuore dei genovesi doriani. È un uomo pieno di entusiasmo e al contrario di altri suoi colleghi non guarda i tifosi dall’alto in basso, ma si mette al loro livello. C’è molto della sua energia in questa Samp imbattuta, padrona del derby e per ora sola al terzo posto, in attesa che l’Udinese dica la sua. Classifica alla mano sono proprio queste, insieme a un non ridimensionato Verona, le vere sorprese dell’altro campionato. Impronosticate e felici. Segno che nonostante tutto c’è una Serie A ancora capace di rigenerarsi e stupire, che ci sarà vita anche dopo Juventus-Roma di domenica prossima.

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