“Se ne vada”. Quel retroscena sulla frase di Biden




27 Marzo 2022 – 11:16




Putin è “un dittatore” e “un tiranno” che “non può rimanere al potere”, ha affermato Biden da Varsavia. Nessuno, tuttavia, si aspettava che il presidente statunitense utilizzasse termini così provocatori. Neppure il suo staff














Vladimir Putin, è “un dittatore che vuole ricostruire un impero” e “un tiranno” che “non può rimanere al potere“. Joe Biden ha sorpreso tutti quando, dal Castello reale di Varsavia, patrimonio dell’umanità Unesco, ha pronunciato queste parole. Nessuno si aspettava che il presidente statunitense utilizzasse termini così graffianti e provocatori. A quanto pare, neppure i membri del suo staff.

La frase incriminata (e la reazione del Cremlino)

E pensare che l’intervento di Biden era iniziato in pompa magna. Il cuore del discorso avrebbe dovuto coincidere con una nota citazione di Giovanni Paolo II (“Non abbiate paura“), alla quale sarebbe dovuta seguire una seconda citazione, questa volta di Abraham Lincoln (“la base del potere è il diritto“). Così in effetti è stato, solo che l’inquilino della Casa Bianca è andato oltre, avventurandosi in un’improvvisata che ha scatenato mille polemiche.

Risultato: i riflettori hanno illuminato la parte inattesa del copione. “Per l’amore del cielo, quest’uomo non può rimanere al potere“, ha affermato Biden riferendosi a Putin, tra l’incredulità dei presenti. Non tanto per il significato in sé, quanto perché questa parte è stata descritta dai media come un vero e proprio fuori programma.

Abbastanza chiaro il senso delle parole del presidente Usa: il presidente russo deve lasciare la guida della Russia. Piccata la reazione di Mosca, che ha replicato chiarendo che non spetta a Biden decidere quale sia il leader della Federazione Russa. “Non è qualcosa che decide Biden. Si tratta di una scelta dei cittadini russi“, ha tuonato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Da qualunque prospettiva si analizzi l’intervento di Biden, il suo si candida a diventare il discorso più provocatorio e aggressivo sulla Russia da parte di un presidente americano dai tempi di Ronald Reagan.

Fuori programma

La tensione, salita presto alle stelle, ha spinto la Casa Bianca ad intervenire con una nota di chiarimento: “Il presidente voleva dire che Putin non può esercitare il suo potere sui Paesi vicini o nella regione. Non stava mettendo in discussione il potere di Putin in Russia, né stava evocando la possibilità di un cambiamento di regime a Mosca“. Questa giustificazione non ha convinto praticamente nessuno.

La conferma è arrivata anche dal Washington Post, secondo il quale i funzionari della Casa Bianca sarebbero stati colti di sorpresa dalle affermazioni di Biden. Il quotidiano statunitense sostiene che nel discorso pronunciato a Varsavia non c’era nessun riferimento al fatto che Vladimir Putin non potesse restare al potere. Il presidente americano lo avrebbe detto “a braccio”.

Ricordiamo che non è la prima volta che Biden decide di lanciare un messaggio autonomamente. Lo aveva già fatto nei giorni scorsi definendo Putin un criminale di guerra, e lo ha fatto molte altre volte in passato. “I nuovi insulti di Biden restringono ulteriormente la finestra di opportunità per ricucire i rapporti tra Russia e Stati Uniti“, hanno fatto sapere da Mosca. Insomma, un ostacolo in più nella (complicata) salita verso la pace. Visto e considerando che, da quando è iniziata la guerra in Ucraina, l’amministrazione Biden si era sforzata di evitare di insinuare che il regime change a Mosca fosse un obiettivo del blocco occidentale.



























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