Sbarchi, baby gang, integrazione impossibile: “Cosa succederà in Italia”
18 Giugno 2022 – 19:02
Nel Paese imperversa una nuova ondata di criminalità e le forze dell’ordine sono in affanno: la “profezia” di agenti e militari
Sempre nuovi e inquietanti fenomeni di criminalità imperversano nel nostro Paese, come dimostrano i recenti fatti degli ultimi giorni. Le baby- gang a Peschiera del Garda, la rissa a Milano e il maxi sequestro di droga a Trieste sono solo alcuni episodi che hanno trovato spazio nelle pagine dei quotidiani o nei telegiornali.
Fenomeni di criminalità crescente che non colpiscono solo il Nord. “Purtroppo la Lombardia, già durante le festività natalizie, la sera di San Silvestro sono avvenuti dei fatti incresciosi che hanno riguardato la molestia ad alcune ragazzine in piazza Duomo a Milano”, ricorda Domenico Pianese, segretario generale del Coisp, fermamente convinto che nel capoluogo lombardo si stanno commettendo degli errori nel sistema di ordine e sicurezza pubblica. Ma, il Sud non è certo esente da fenomeni di criminalità organizzata. Anzi, la mafia, o meglio le mafie come la camorra, la Sacra Corona Unita e l”Ndrangheta sono vive e vegete più che mai, però, a differenza del passato, operano nell’ombra. “Nel frattempo la polizia di Stato ha subìto tagli di organici di 10mila unità rispetto al 1989 e rispetto agli organici che dovrebbe avere oggi ha, comunque, 10mila uomini in meno”, osserva Pianese che nota come questo fenomeno di ridimensionamento abbia riguardato anche l’Arma dei carabinieri, la Guardia di Finanza e la polizia penitenziaria. Con questa scarsità di mezzi risulta molto difficile, quindi, contrastare mafie, traffico di droga, bande di latinos e baby-gang, in aggiunta a tutta la sfilza di altri reati minori che quotidianamente vengono commessi.
Il problema maggiore che viene denunciato dai sindacati di polizia è la scarsa presenza sul territorio. “Negli ultimi 20 anni lo stato della sicurezza è cambiato. Da un lato sono diminuiti i mezzi e dall’altro oggi, per un poliziotto, è più facile passare dalla parte del torto che della ragione”, denuncia Andrea Cecchini, segretario generale e nazionale di Italia Celere. “Oggi ci contestano persino anche l’uso del teaser perché sostengono che possa portare alla morte, ma non è vero. È uno strumento che ci serve per fermare i criminali che usano armi bianche come coltelli, machete o altro”, sostiene Cecchini che punta il dito contro una legislazione inadeguata a contrastare il fenomeno delle baby-gang. Un fenomeno che non riguarda solo i latinos presenti a Milano, ma che a Roma è presente soprattutto tra gli ultrà di Roma e Lazio oppure ai gruppi di estrema destra e dei centri sociali. A Napoli, invece, le baby-gang sono legate alla camorra. “Mettendo insieme questi fatti si vede che le baby-gang sono accomunate dalla giovane età che corrisponde all’impunità, sia che commettano reati gravi o lievi. Basti pensare che questi ragazzi ci sbeffeggiano e ci sputano addosso quando li fermiamo”, racconta Cecchini.
Il problema delle baby-gang, secondo Gianni Tonelli, deputato della Lega e segretario generale aggiunto del Sap, è legato a un problema di integrazione di stranieri. “Chi opera un’azione di accoglienza ideologica il problema non se lo pone, mentre noi pensiamo che lo ius scholae sia sbagliato perché non richiede dei requisiti minimi e non tiene conto del fatto che vi sia o meno una realtà volontà di integrarsi”, spiega Tonelli. “Le baby-gang dimostrano che queste cose non possono essere date per scontate”, aggiunge il sindacalista. Ora, nelle prossime settimane, si ripresenterà il problema degli sbarchi dal Nord Africa che, a causa della guerra in Ucraina e della conseguente crisi del grano, aumenteranno vistosamente. “Già prima della guerra, abbiamo stimato che avremmo avuto più di 100mila immigrati che sarebbero arrivati nel nostro Paese. Ora pensiamo che questo numero sia in ribasso”, prevede Pianese che ricorda come lo scorso anno la situazione a Lampedusa fosse alquanto difficile: 1200 immigrati accolti a fronte di una capacità di 200 unità. A tal proposito, Cecchini di Italia Celere osserva: “Noi, a livello di professionalità siamo pronti, ma lo Stato non è pronto perché noi agenti abbiamo pochi mezzi e perché non abbiamo abbastanza Cpr adeguati”.