Sardegna, autopsia su neonata morta dopo il parto: “Escluse violenze, è nata prematura”
La neonata partorita in casa a Burgos e trovata senza vita venerdì 17 giugno a cinque giorni dalla nascita, non è morta per cause violente. È quanto emerge dall’autopsia eseguita nel pomeriggio del 20 giugno al Policlinico di Monserrato, in provincia di Cagliari. Restano in piedi le altre ipotesi, cui solo gli ulteriori esami necessari per completare l’autopsia potranno dare risposte: che la piccola sia morta denutrizione, come supposto fin dal ritrovamento del cadavere dai medici e dagli inquirenti, o che abbia resistito solo pochi giorni in vita perché nata prematura, con alcuni organi non ancora adeguatamente formati. Per avere tutte le risposte bisognerà aspettare gli esiti degli esami istologici e il medico legale ha richiesto almeno 90 giorni di tempo. Dai primi riscontri risulta che la piccola è nata viva, ma non si sa per quanto tempo abbia resistito. A chiamare i soccorsi, la madre 28enne della vittima insieme ai suoi familiari (i genitori e la sorella), che al momento sono tutti indagati per abbandono di incapace.
Durante la mattinata, il sostituto procuratore di Nuoro Giorgio Bocciarelli, che è anche titolare dell’inchiesta, ha conferito l’incarico per l’esame necroscopico al medico legale, Alberto Chighine. Gli avvocati Salvatore Lai e Giuseppe Floris, difensori della mamma della neonata e dei suoi familiari hanno nominato un loro perito di parte, il professionista Nicola Lenigno.
Al momento del ritrovamento del cadavere da parte dei carabinieri e dei medici del 118 non risultavano evidenti segni di violenza, permettendo fin da subito di ipotizzare un decesso per cattiva nutrizione. Intanto i carabinieri della compagnia di Bono, guidati dal capitano Davide Masina, stanno continuando le indagini e ascoltando nuovi testimoni e conoscenti della famiglia per cercare di ricostruire un quadro preciso sulle circostanze che possono aver determinato la tragedia. Nei prossimi giorni i quattro indagati, sentiti più volte dai militari, saranno interrogati formalmente da Bocciarelli. I carabinieri, non appena la giovane mamma e i suoi familiari sono stati iscritti nel registro degli indagati, hanno sequestrato i loro telefoni cellulari per analizzare il contenuto di chat e messaggi e la presenza di immagini, video e audio potenzialmente utili alle indagini.
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