Ruby ter, il pm: «Silvio Berlusconi aveva schiave sessuali a pagamento, questa è storia»
di Redazione Milano
La requisitoria del procuratore aggiunto Tiziana Siciliano nel processo milanese sul caso Ruby ter. Al centro dell’accusa la corruzione in atti giudiziari
«I fatti sono stati già consegnati alla storia, indipendentemente dalle nostre valutazioni e da quella delle difese. E questo fatto non è già più nostro ma consegnato alla storia: il presidente del Consiglio in carica, Silvio Berlusconi, usava sistematicamente allietare le proprie serate ospitando a casa propria gruppi di odalische, schiave sessuali a pagamento», in una situazione «medievale, boccaccesca, incredibile e moralmente discutibile» che si consumava «tra Palazzo Grazioli, Villa Certosa e Villa San Martino».
A parlare — nel corso della requisitoria sul processo milanese Ryby-ter — è stata, nella mattinata di mercoledì, il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano.
Il processo è a carico di Silvio Berlusconi e di altri 28 imputati, tra cui una ventina di ex ospiti delle serate di Arcore e la stessa Karima El Mahroug — vero nome di «Ruby rubacuori» — che sarebbero secondo l’accusa state «stipendiate» con versamenti e regalie per portare nei precedenti processi sul caso Ruby la versione delle «cene eleganti».
Il magistrato ha iniziato anche a parlare del «pagamento delle testimoni», ossia delle cosiddette «olgettine», al centro dell’accusa di corruzione in atti giudiziari.
«Un uomo anziano e malato»
Tratteggiando in aula la figura dell’ex premier, Siciliano ha parlato di «un uomo che poteva avere il mondo ai suoi piedi, che si accompagnava con amicizie come quella con Putin, colui che ora sta mettendo in ginocchio il mondo»: mentre oggi «quello che processiamo è un grande anziano, un uomo malato» di cui «conosciamo la vita privata perché di interesse giornalistico e guardiamo a questo con tenerezza e compassione».
Un cambiamento legato alla durata del processo, contro la quale la pm si è scagliata: «Se un processo può arrivare ad una pronuncia di primo grado dopo 8 anni, vuol dire che il sistema ha fallito».
Secondo Siciliano, le ragazze «divertivano l’allora presidente del Consiglio, trascorrevano alcune la notte con lui e questi fatti, chiusi con sentenza passata in giudicato, sono stati cristallizzati come fatto storico: l’attività di un consolidato sistema prostitutivo».
Secondo Siciliano, le indagini hanno portato a scoprire «prove evidenti della corruzione: prove evidenti». Per questo, la pm ha chiesto di revocare l’ordinanza con cui i giudici hanno dichiarato inutilizzabili le deposizioni delle giovani, accusate nel processo di aver detto il falso in cambio di soldi e regalie dall’ex premier.
«Abbiamo trovato dati, fotografie, screenshot, messaggi, materiale probatorio incontaminato che nessuno aveva analizzato prima, materiale a nostra disposizione per la prima volta. Abbiamo fruito di documentazione bancaria, per costruire una solida base documentale che riempisse di significato ciò che prima erano solo sospetti».
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18 maggio 2022 (modifica il 18 maggio 2022 | 11:32)
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