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Regionali Sicilia, M5s si spacca sull’apertura al centro. Cancelleri guarda all’ex governatore Lombardo, Sunseri frena: “Nessun margine”

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“Non è il segreto di Fatima. Avevo già parlato di Raffaele Lombardo e lo avevo perfino incontrato per un caffè, in modo del tutto trasparente e noto, già due settimane fa”, chiarisce subito Giancarlo Cancelleri, sottosegretario alle Infrastrutture. Sentito da Ilfattoquotidiano.it dopo una dichiarazione – una netta apertura all’ex presidente della Regione Sicilia processato e assolto nel secondo processo d’Appello con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa – che ha scatenato immediate reazioni, anche all’interno del suo gruppo. Succede proprio mentre esplode la polemica perché il candidato del centrosinistra a sindaco di Palermo, Franco Miceli, ha incontrato venerdì il renziano Davide Faraone. Così che nella coalizione giallorossa si aprono fratture, proprio mentre sembrava compatta a dispetto degli avversari.

Ma andiamo con ordine. Intanto le dichiarazioni di Cancelleri che hanno dato fuoco alle polveri: “Mentre il centrodestra litiga, noi stiamo cercando di allargare a forze di centro – ha detto a LaPresse – Quali sono le forze di centro a cui pensiamo? Ci sarebbero gli autonomisti di Raffaele Lombardo”. Lombardo sì, ma non l’altro ex presidente: “Vorrei allargare alle forze di centro, ma non a Cuffaro, credo che non possa avere un percorso in comune con noi. L’ho sempre escluso e continuerò ad escluderlo“.

Queste le dichiarazioni di Cancelleri che hanno provocato l’immediata reazione di Dino Giarrusso: “Copione già visto – ha detto l’europarlamentare siciliano del M5s – Come al solito qualcuno si alza e dice che stiamo facendo questo o quello senza averne discusso con nessuno”. Ancora più trachant Luigi Sunseri, consigliere regionale per il M5s e papabile candidato del Movimento alle Regionali: “Non ci sono margini di dialogo con Lombardo”, afferma Sunseri. Che continua: “Lui e i suoi sono strutturali e organici al governo Musumeci e non intendiamo averci nulla a che fare. In Sicilia ci conosciamo tutti e li conosciamo tutti. È possibile immaginare un cambio di direzione di questa maledetta terra, finita in un baratro, con queste persone nei posti chiave? No. La Sicilia ha bisogno di discontinuità. E non possiamo garantirgliela con chi ha governato (male) e sta continuando a governare (male) la nostra regione”.

Una netta presa di distanza dal suo compagno di partito – ma entrambi sono in lizza per la stessa candidatura, la presidenza della Regione – che spinge Cancelleri a chiarire: “È ovvio che anch’io condivido quello che ha detto Sunseri. Un ragionamento verso il centro è un percorso che ritengo si stia facendo e si debba fare, ma attenzione, il mio non è un invito a Lombardo che ora deve rispondere sì o no. E non è un’apertura a chi sta con Musumeci fino alle elezioni e poi si sveglia il mattino dopo e cambia alleanze. Ritengo tuttavia doveroso un ragionamento sul fatto che in Sicilia ci sono delle spaccature nel centrodestra molto forti, che c’è un centro con molti elettori e pochi contenitori e il dialogo con chi può sposare la nostra visione per l’Isola può e deve essere aperto. Posto che io, tengo a chiarirlo, dico questo già da anni e ho già parlato di Lombardo”.

Uno sguardo ai centristi, dunque, già lanciato da tempo, sottolinea Cancelleri, ma l’ex presidente della Regione non era stato sempre menzionato: “Prima c’era un processo a suo carico. Poi è stato assolto”, ricorda il sottosegretario grillino. Un allargamento della coalizione, dunque. Nonostante in vista della Amministrative palermitane, qualche mese fa, la coalizione di centrosinistra avesse definito il perimetro, in modo chiaro e senza annessioni né al centro né a destra.

Perimetro però forse già messo in discussione dallo stesso candidato del centrosinistra per Palermo, Franco Miceli, che venerdì ha incontrato il renziano Davide Faraone, anche lui candidato sindaco. Miceli da un lato, l’apertura di Cancelleri dall’altro. Pd e M5s sembrano andare nella stessa direzione: il centro. Non però senza gravi mal di pancia interni, sia da un lato che dall’altro. L’incontro con Faraone non è piaciuto alla base del Pd e ha scatenato gli strali dell’attuale sindaco, Leoluca Orlando, al punto che l’incontro col renziano rischia di diventare un vero e proprio punto di scontro per l’alleanza giallorossa. A questo si aggiunge l’apertura a Lombardo che ha raggelato i Cinquestelle, proprio quando è scoppiato il dissenso nei confronti di Cancelleri tra i grillini siciliani a causa delle nomine dei referenti locali che, secondo indiscrezioni, sono tutte a favore di persone vicine al sottosegretario grillino.

Di sicuro c’è che la partita delle Regionali è ghiotta e le spaccature nel centrodestra accendono le speranze del centrosinistra in una terra che è sempre stata feudo della parte avversa, o perlomeno solo di una parte del centrosinistra: “Bisogna decidere se c’è la possibilità di allargare un perimetro a forze che possono raccontare una stessa idea di Sicilia, con programmi chiari”, insiste Cancelleri che nel frattempo mira alla terza candidatura alla presidenza della Sicilia. Anche se nega: “È ancora presto, ancora non sappiamo se la coalizione è composta da Tizio o da Caio. L’importante sarà trovare la migliore sintesi tra le parti”. E incassa una vittoria sui dissidenti: pare certa, infatti, la nomina di Di Paola a referente. La conferma si avrà lunedì ma i rumors lo danno ormai per sicuro.

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