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Quando Torino impazzì per Elisabetta: la visita ad Italia ‘61 accompagnata da Gianni Agnelli

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di Alessandro Chetta

Il 9 maggio 1961, la regina d’Inghilterra arrivò in treno a Porta Nuova. Cicerone del breve tour fu l’Avvocato

Aveva 34 anni, Elisabetta II, il 9 maggio 1961, quando illuminò un’ex capitale orgogliosa di festeggiare i cento anni dell’Italia unita. Sul trono dei Windsor da appena nove anni, venne in visita a Torino – tra le poche tappe, con Roma e Firenze, nel nostro Paese – in occasione di Italia ‘61, accompagnata dal principe Filippo.

Un evento, quando il vocabolo non era ancora stato consumato da Facebook, che iniziò nel primo pomeriggio con l’approdo della sovrana dalla Capitale a Porta Nuova, accolta dal sindaco Amedeo Peyron, dall’ambasciatore Giuseppe Arpesani e da Giuseppe Pella, patron di Italia ‘61.

Il cerimoniale previde l’uscita su piazza Carlo Felice: la regina d’Inghilterra fu messa sulla dirittura di sguardo che da via Roma termina sul Palazzo che fu dei nostri re.

Smagliante, in giallo, nella nuvola di maggiorenti cittadini e nazionali (prefetto, ministri, industriali) e di curiosi che le si creò intorno, The Queen passeggiò tra Palazzo Carignano e Palazzo Madama; e poi venne accompagnata in piazza Vittorio e al Valentino; quindi agli spazi della grande Esposizione sul Po.

Cicerone fu Gianni Agnelli, come usava dire «padrone della lingua», al tempo quarantenne non ancora ufficialmente al vertice della Fiat.

Il clou a Palazzo Nervi, nel padiglione della Gran Bretagna, dove il fotoreporter Michelangelo Rossi, senza invito, intrufolatosi travestito da ammiraglio, la immortalò con la sua Leica accanto alla Union Jack. Una serie di scatti che oggi acquisiscono straordinario valore storico, visto che di quella giornata si conservano poche immagini.

Breve ma memorabile il tour subalpino della sovrana inglese: le autorità italiane peraltro ricordarono giustamente a Sua Maestà che fu proprio il Regno Unito, insieme alla Svizzera, la prima nazione a riconoscere il Regno d’Italia, proclamato da Vittorio Emanuele II il 17 marzo di cent’anni prima.

Nel libro Italia ‘61 schegge di memoria, Pierluigi Marengo ricorda che «Torino impazzì veramente», forse un riflesso genetico del calore riservato per secoli a duchi e regnanti sabaudi. «Quando Elisabetta si muoveva, lo faceva tra enormi ali di folla. Tutti volevano vederla. In Italia da meno di vent’anni non vi era più il re, e quindi qualche nostalgia monarchica non mancava. Se si unisce la sua giovanissima età, la sua figura di poco più che ragazzina coronata, il suo essere simbolo dei vincitori della guerra, il piatto era pronto e succulento».

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8 settembre 2022 (modifica il 8 settembre 2022 | 21:00)

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