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Pnrr, il comandante dei Carabinieri: «Azione a tutto campo contro mafia e corruzione»

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La Festa dell’Arma

Il generale Teo Luzi alla festa della Benemerita: «Priorità dell’Arma, la coesione sociale»

di Marco Ludovico

Il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Teo Luzi (foto Ansa)

3′ di lettura

C’è «un debito buono» dei cittadini italiani. Da proteggere, tutelare e assicurare contro ogni forma di insidia criminale in agguato. È il Pnrr, piano nazionale di ripresa e resilienza. L’ha richiamato oggi, lunedì 6 giugno, il comandante generale dell’Arma, Teo Luzi, durante la festa per il 208° anniversazione della fondazione. Il Pnrr, obiettivo strategico prioritario del presidente del Consiglio, Mario Draghi, e del suo governo, è da un pezzo nelle mire della criminalità organizzata e delle forme camaleontiche di corruzione sempre più attrezzate. Il «debito buono» degli italiani, come lo chiama Luzi, va difeso a tutti i costi contro malavita e malaffare.

«Una battaglia insieme alle altre forze di polizia»

Spiega il numero uno dell’Arma: «Con le altre forze di polizia abbiamo avviato ogni iniziativa per difendere il “debito buono” degli italiani dalle aggressioni delle mafie e dalle insidie della corruzione». Luzi ricorda la natura e l’identità dei Carabinieri, «oltre 5mila stazioni» in tutta Italia, proprio in questa scommessa di protezione del Pnrr. «A esso rivolgiamo ogni attenzione dedicando importanti risorse investigative e ponendoci in ascolto di cittadini e imprese, con la sensibilità che ci deriva dalla prossimità al territorio». Poi il comandante generale dell’Arma cambia registro: la prospettiva della sua analisi diventa politica nel senso nobile del termine. «Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è un programma ambizioso per la trasformazione del Paese» sottolinea Luzi.

Coesione sociale, valore assoluto

Oltre l’identità poliziesca, dunque, Luzi attualizza funzione e responsabilità dei 100mila militari dell’Arma in una dimensione più profonda con il quotidiano vivere dei cittadini. Il comandante generale, infatti, sottolinea come «l’Arma che vive tra la gente» metta tra «i desideri più positivi, tra tutti, l’aspirazione alla coesione sociale». Assicura come «la ricerca della coesione animi anche l’impegno dell’Arma in tutti gli ambiti della propria missione, presupposto vitale per infondere nei cittadini la fiducia» nei Carabinieri. La coesione sociale è presupposto essenziale di sviluppo. Al contrario, se si disgrega, diventa minaccia e fattore di ostacolo alla sua crescita. La mafia, per esempio contrabbanda una falsa solidarietà sociale. In realtà è coesione criminale.

L’esempio durante il Covid

Durante la pandemia «quando l’Italia si aspettava che l’Arma facesse il suo dovere, i Carabinieri non sono venuti meno a questo impegno» tanto che «neppure una stazione è stata chiusa». Dice nel suo intervento il ministro della Difesa Lorenzo Guerini: «Mi sono chiesto: come sarebbe la geografia italiana senza il reticolo di stazioni e tenenze distribuite su tutto il territorio, dalle grandi città fino al più piccolo dei borghi? Forse, senza l’Arma dei Carabinieri ci saremmo trovati in un Paese diverso, con una popolazione più distantedalle istituzioni, certamente meno coesa e con un minor senso di appartenenza». Aggiunge Luzi: «A oggi 33 militari sono deceduti per Covid-19 e oltre 40mila sono stati contagiati». Il Comandante dei Carabinieri mette in evidenza anche lo spirito interforze: «Un modello di coordinamento, casa comune dell’impegno incessante di prefetti e forze di polizia, interpreti sul territorio degli indirizzi del ministro dell’Interno» Luciana Lamorgese. «Soprattutto sul piano della prevenzione: un’attività silente, che non trova misura nelle statistiche, né enfasi sui media. Perché tutto quello che non accade è il vero successo di questa unità d’intenti».

Contro il disagio di famiglie e aziende «faremo di tutto»

Superata la crisi economica e sociale della pandemia, ripiombati in uno scenario ancora più fosco a causa del conflitto russo-ucraino, nella fragilità economica dilagante le incursioni mafiose, ma anche quelle sovversive, si moltiplicano. Il generale Luzi lo dice ad alta voce: «Faremo di tutto affinché il comprensibile disagio di famiglie e aziende non diventi preda di ambizioni criminali e di strumentalizzazioni antagoniste, poco interessate a costruire il futuro». Racconta l’azione odierna dell’Arma in una prospettiva più mirata, meno generica: «Abbiamo a cuore anche i giovani, significa affrontare i bisogni e le sensibilità emergenti della nostra modernità. Le criticità della rete, la dignità del lavoro e la salvaguardia dell’ambiente sono i temi decisivi». Scommesse quotidiane ormai sconfinate.

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