Più sport in carcere per agevolare il reinserimento di chi ha scontato la pena nella società civile
ServizioLa convenzione
Sottoscritta una convenzione fra Sport e Salute Spa e Fondazione Nicola Irti, con l’obiettivo di migliorare il benessere psico-fisico dei detenuti, incrementare l’offerta sportiva e formativa negli istituti penitenziari con un programma affidato a tecnici e allenatori qualificati
di Andrea Carli
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Il punto di partenza è quello più solido: la Costituzione della Repubblica italiana. E in particolare l’articolo 27, terzo comma: «Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato».
È tutto in questo passaggio il senso dell’iniziativa che è stata presentata nella sala conferenze dello Stadio Olimpico di Roma: la sottoscrizione di una convenzione fra Sport e Salute Spa e Fondazione Nicola Irti. Protagonista di primo piano, lo sport, inteso anche e soprattutto nella sua capacità di formare al gioco di squadra, all’inclusione, all’appartenenza a uno stesso gruppo.
L’accordo punta a migliorare il benessere psico-fisico dei detenuti, incrementare l’offerta sportiva e formativa negli istituti penitenziari con un programma affidato a tecnici e allenatori qualificati, rendere gli istituti penitenziari autonomi nelle attività sportive attraverso la realizzazione di percorsi di formazione e la dotazione di strutture. «Il progetto è subito stato affiancato e sostenuto dalla Sottosegretaria Vezzali e dal Dipartimento per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri – – ha spiegato il presidente e ad di Sport e Salute, Vito Cozzoli -. L’obiettivo comune è sostenere oltre 100 progetti di attività sportiva in carcere, coprendo quindi un’importante fetta di strutture carcerarie italiane, partendo proprio da quelle sguarnite di progettualità e affiancando associazioni e società sportive che da anni operano in carcere a puro titolo volontaristico, fornendo loro strumenti, competenze e professionalità per rendere l’attività in carcere qualificata ed adatta al contesto e alle circostanze. Interverremo inoltre per infrastrutturare almeno 50 spazi ricreativo/sportivi in carcere».
Cozzoli (Sport e Salute): sport strumento per il reinserimento dei detenuti
La sottoscrizione dell’intesa ha fatto da contesto al convegno “Rieducare-Lo sport come strumento di dialogo”, aperto dal discorso da Cozzoli. «La comunità si basa sulle persone e lo sport ha una straordinaria capacità di promuovere la comunità – ha sottolineato il presidente e ad di Sport e Salute -. Vogliamo promuovere un modello di società in cui lo sport sia una reale protezione sociale e civile per tutti a prescindere da età, condizioni economiche e sociali. È un modello di comunità sportiva inclusiva, che vogliamo promuovere in ogni parte del Paese. Un modello culturale». Il tutto sulla base della considerazione che lo sport sia «uno strumento fondamentale per il reinserimento dei detenuti. Stiamo rilanciando il nostro modello territoriale, perché dobbiamo intercettare il disagio sociale». Si delinea così una nuova strategia, finalizzata al reinserimento nella società civile di chi ha sbagliato, e cerca una seconda opportunità. «Le politiche pubbliche non possono fermarsi alle mura degli istituti penitenziari – ha ricordato Cozzoli – e le attività ricreative, compreso lo sport, sono uno dei pilastri della rieducazione del condannato. Rieducare con lo sport non vuole essere uno slogan, ma una reale opportunità».
Il precedente
Nel 2021 Sport e Salute con il DAP (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria) aveva sottoscritto un protocollo con l’obiettivo di “scattare” una fotografia dell’attività sportiva in carcere e da un lavoro comune insieme al DAP è nata idea valorizzata dal prof. Natalino Irti, presidente della Fondazione “Nicola Irti” per le opere di carità e di cultura, di potenziare azioni e promozioni dello sport nei carceri del Lazio e dell’Abruzzo.