Peste suina, il sottosegretario Costa, domani firma ordinanza per zona Roma
ServizioIl piano anti ungulati
Contestualmente verrà redatto un piano per l’eradicazione del virus che prevederà l’abbattimento selettivo per la presenza dei cinghiali sul territorio
15 maggio 2022
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Il piano per eliminare il virus della peste suina che prevede anche l’abbattimento selettivo dei cinghiali è in dirittura di arrivo. In relazione all’emergenza legata alla peste suina, «credo che nella giornata di domani (lunedì 16 maggio, ndr) verrà firmata l’ordinanza dal commissario per quanto riguarda la zona di Roma, quindi verrà definita la zona rossa e verranno definite tutte le attività possibili all’interno di questa zona». Così a Tgcom24 il sottosegretario alla salute Andrea Costa. «Dopo di che, contestualmente – ha spiegato – verrà redatto un piano per l’eradicazione del virus che prevederà, ovviamente, l’abbattimento selettivo per la presenza dei cinghiali sul nostro territorio». Secondo i dati forniti dalla Regione Lazio, i casi positivi sono sei tutti riferiti alla stessa area, quella dell’Insugherata.
«Serve piano per una sensibile riduzione dei cinghiali»
«Dobbiamo essere consapevoli – ha quindi chiarito il sottosegretario – che siamo di fronte a due emergenze. La prima è quella legata alla peste suina e per questo stiamo mettendo in atto tutta una serie di strategie»; l’altra emergenza, «più ampia, è la presenza dei cinghiali sul nostro territorio che va oltre a quella che dovrebbe essere la densità prevista, provocando danni all’agricoltura e pericoli e sotto questo aspetto – ha concluso – credo che bisogna mettere in atto un piano che preveda la sensibile riduzione della presenza di questi animali sul nostro territorio».
Densità in alcune zone d’Italia almeno 5 volte superiore alla sopportabilità dell’ecosistema
Secondo Costa, «oggi la densità dei cinghiali in alcune zone d’Italia è almeno 5 volte superiore rispetto alla sopportabilità dell’ ecosistema». Al di la’ del fattore contingente della peste suina, il sottosegretario ha sottolineato: «resto convinto e lo voglio ribadire con forza, pur rispettando le sensibilità degli animalisti, che questa è un’emergenza dinanzi alla quale occorre prevedere il prolungamento dell’attività venatoria da 3 a 5 mesi e la possibilità alle Regioni di rideterminare le quote».