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Perché il centrodestra ha perso

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Vince il centrosinistra, anzi Letta, perde il centrodestra, perde pure Renzi. I cinquestelle non perdono perché non partecipano. Questo in sostanza il verdetto del turno di ballottaggio, il cui risultato politico va sommato come sempre a quello del primo turno, dove a parte le scontate vittorie a Genova e (un po’ meno) Palermo il centrosinistra aveva comunque tagliato per primo il traguardo. Il risultato più clamoroso è Verona, dove il Pd vince fuori casa, con il gol in contropiede dell’ex calciatore Damiano Tommasi. Tommasi vince, e vince bene, in una terra leghista, di centrodestra, dove gli elettori di centrodestra sono comunque la maggioranza. E nessuno come lui sa che le vittorie fuori dalle mura amiche contano doppio.
La nota dolente per il centrodestra è proprio questa: non riuscire a trasformare in una vittoria politica la maggioranza dei consensi che si hanno nella società. E’ pari pari quanto si è visto alle scorse amministrative, quando furono perse città (Roma e Milano) dove pure il centrodestra era favorito (soprattutto a Roma), ed è lo spettro che a questo punto si para davanti alla coalizione per la prossima primavera: nei sondaggi il centrodestra è oltre il 50 per cento, ma la realtà ci sta mostrando che tradurre questa superiorità in seggi non sarà così semplice. Le divisioni interne hanno pesato fino al punto da risultare decisive.
Di tutto questo bailamme ha approfittato, come accadde a ottobre scorso, il Pd. A Verona come altrove. I buoni risultati in Emilia Romagna lo dimostrano, come pure a Carrara, dove subisce uno smacco anche il candidato di Matteo Renzi, l’ex magistrato Cosimo Ferri, che qualche giorno fa si era schiarato a sorpresa con il centrodestra (arrivando addirittura a dichiarare “spero perda il Pd”) e che invece se ne torna con le pive nel sacco. …

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