Palermo, arrestato candidato Fdi: chiedeva voti a boss mafioso

Palermo, 10 giugno 2022 – La campagna elettorale per le elezioni del nuovo sindaco di Palermo si sono chiuse con un altro arresto di un candidato al consiglio comunale. Dopo Pietro Polizzi di Forza Italia, oggi a essere arrestato è Francesco Lombardo, candidato nella lista di Fratelli d’Italia. Come per Polizzi, anche per Lombardo l’accusa è quella di voto di scambio. L’esponente di Fratelli d’Italia è stato intercettato mentre parlava al telefono con Vincenzo Vella, boss di Brancaccio, già condannato tre volte per associazione mafiosa

Dopo aver iniziato la campagna elettorale in un clima infuocato per il sostegno di Marcello Dell’Utri e Totò Cuffaro, il candidato del centrodestra Roberto Lagalla ha dovuto parare i colpi anche nel giorno che doveva essere di festa per la chiusura della stessa campagna elettorale. “Due vicende orribili – ha commentato l’ex Rettore -. Se dall’indagine dell’Antimafia emergeranno degli impresentabili i partiti dovranno farli dimettere, altrimenti mi dimetterò io”.


Fratelli d’Italia ha già dato mandato ai propri legali di costituirsi come
persona offesa dal reato riservandosi di costituirsi parte civile qualora l’ufficio della Procura eserciti l’azione penale nei confronti di Lombardo, che alla recente kermesse di Giorgia Meloni a Palermo era sul palco per la foto finale dei dirigenti.


A infiammare il giorno dei comizi finali, prima del silenzio elettorale di domani, era stata la notizia, in mattinata, rilanciata dal coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, sulla presenza “del figlio di un boss che sta in carcere nella lista del Pd”. In realtà, la persona tirata in ballo non è del Pd: è inserito nella lista ‘Progetto Palermo’ che fa riferimento a
 Franco Miceli, candidato sindaco per l’area progressista. Si tratta di Nicola Piraino, candidato alla VI circoscrizione: il padre Biagio è stato arrestato due anni fa in una operazione antimafia nel quartiere Noce; l’uomo, che faceva il meccanico, fu accusato di gestire gli affari per conto del boss Giovanni Nicoletti. Il figlio non vede il genitore da anni.

Immediata la reazione dal Pd. “È vergognoso il tentativo di Tajani di intorbidire le acque: invece di prendere le distanze da Dell’Utri e Cuffaro, come da tempo chiediamo al suo partito e al suo candidato Lagalla, si tenta di confondere l’opinione pubblica con vicende imparagonabili», replica il vicesegretario
 Pd, Peppe Provenzano. E Franco Miceli aggiunge: “Piraino è caporalmaggiore, militare dalla carriera limpida costellata da encomi, che ha rinnegato suo padre, scelta per la quale ci vuole anche un certo coraggio e che merita la stima di tutti noi”.


”Sono militare da 24 anni, ho giurato fedeltà alla Patria – si difende Piraino, 44 anni – Con la mafia e con mio padre non ho rapporti. Questo clamore m’ha sorpreso, ma sono assolutamente sereno e vado avanti con l’ambizione di cambiare il mio quartiere”.

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