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Omicidi di Sarzana, ispettori in tribunale. L’assassino era da arrestare 4 mesi fa

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10 Giugno 2022 – 08:23




Esecutiva una condanna per rapina, ma Bedini era libero: verifiche alla Corte d’appello di Genova. L’uomo indagato anche per il trans







Omicidi di Sarzana, ispettori in tribunale. L'assassino era da arrestare 4 mesi fa






Genova. Avrebbe dovuto essere già in arresto da 4 mesi Daniele Bedini, il 32enne fermato per l’omicidio di Nevila Pjetri, la donna di origini albanesi uccisa alla Marinella di Sarzana, nello spezzino, e trovata cadavere sul greto del torrente Parmignola domenica scorsa. È quanto emerge dalle verifiche in corso in queste ore sul mancato arresto del falegname sospettato per l’omicidio della donna e da ieri indagato anche per la morte, scoperta successivamente, della trans «Camilla», 43enne trovata senza vita a poca distanza dal luogo del primo omicidio. Bedini avrebbe dovuto scontare una pena di tre anni per una rapina a mano armata in una sala giochi di Massa Carrara, e proprio a Massa sono in corso accertamenti per capire quale disguido abbia impedito l’esecuzione della pena detentiva inflitta.

Stando a quanto emerso dopo che la Cassazione aveva confermato la condanna nei confronti del 32enne e rinviato gli atti alla Corte d’appello di Genova per l’esecuzione della pena gli atti sarebbero stati trasmessi al tribunale di Massa, ma forse per un ritardo, la successiva trasmissione alla procura non sarebbe arrivata in tempo. Intanto però è arrivato un secondo avviso di garanzia nei confronti di Bedini, formalmente motivato dagli inquirenti per poter svolgere gli accertamenti del caso sul secondo omicidio scoperto in pochi giorni al confine tra Liguria e Toscana e permettere alla parte e ai suoi legali di partecipare alle perizie.

Due delitti che hanno scosso il territorio, la campagna appena alle spalle del mare di una delle località più frequentate dai turisti e dalle famiglie nello spezzino. Il dubbio da chiarire è che cosa leghi i due omicidi, quello della 35enne prostituta conosciuta da altre ragazze nella zona, le stesse che avrebbero testimoniato alle forze dell’ordine di aver visto Nevila l’ultima volta mentre saliva su un’auto bianca, per sparire nella notte e non fare più ritorno viva. A portare a Bedini sarebbero stati i contenuti delle immagini immortalate dalle telecamere di sicurezza della zona: l’uomo è proprietario di un pick up bianco, sotto sequestro e sotto la lente ora degli inquirenti.

Ma i nodi ancora da sciogliere non sono finiti: il primo è quello della pistola. L’arma del delitto non si trova. Sarebbe presumibilmente calibro 22 come quella che ha colpito a morte Nevila, alla fronte e alla nuca. Oggi il medico legale ha ricevuto l’incarico di effettuare l’autopsia sul corpo di «Camilla», alias di Carlo Bertolotti, uccisa tre notti fa a Sarzana. Solo l’esame autoptico potrà chiarire se a sparare sia stata la stessa pistola in entrambi i casi. Non si fermano neanche gli accertamenti affidati agli uomini del Ris sui veicoli, in particolare sulla Ford di Camilla, a bordo della quale sono stati rinvenuti 2 bossoli e una macchia di sangue.

Ieri in giornata gli uomini del nucleo subacquei dei carabinieri di Genova hanno perlustrato ogni tratto del torrente Parmignola. Mancano all’appello ancora gli effetti personali e il cellulare della prima vittima, trovata seminuda e scalza in un canneto a fianco al corso d’acqua. Proseguono anche le indagini sulle celle telefoniche della zona e sul telefono del 32enne indagato per entrambi gli omicidi. Dall’esame delle celle gli inquirenti non escludono possano emergere dettagli sulla localizzazione dell’uomo ma anche delle vittime nelle ore dei delitti. Oggi in giornata intanto è atteso l’interrogatorio di garanzia per la convalida dell’arresto.





























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