NVIDIA ha fatto soldi con il cryptomining e non l’ha detto: multata per 5,5 milioni di dollari dalla SEC
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Nvidia è stata multata per 5,5 milioni di dollari dalla SEC per omessa comunicazione in merito al numero di schede video GeForce vendute ai miner di criptovalute nell’anno fiscale 2018. La mancata divulgazione dell’informazione avrebbe fuorviato gli investitori.
di Manolo De Agostini pubblicata il 06 Maggio 2022, alle 18:21 nel canale Schede Video
NVIDIAGeForceEthereum
La SEC (Securities and Exchange Commission), ossia l’ente che vigila sulla borsa statunitense, ha multato NVIDIA per 5,5 milioni di dollari. L’azienda guidata da Jensen Huang è stata ritenuta colpevole di non aver comunicato adeguatamente l’impatto del mining di criptovalute sui ricavi del business gaming – legati a doppio filo alla vendita di schede video GeForce.
L’ordinanza della SEC si concentra in particolare sui trimestri dell’anno fiscale 2018 di NVIDIA (da gennaio 2017 a gennaio 2018), periodo in cui “la società non ha rivelato che il cryptomining era un elemento significativo della crescita dei suoi ricavi materiali legati alla vendita delle GPU progettate e commercializzate per i videogiochi”. Ricordiamo che un gruppo di investitori nel 2020 decise di denunciare NVIDIA avanzando le stesse accuse proprio sul medesimo lasso di tempo. Purtroppo per loro, un giudice rigettò la causa.
Il fenomeno, come ben sanno gli appassionati in cerca di una scheda video, è diventato persino più rilevante negli ultimi due anni. La carenza di GPU sugli scaffali è stata indotta in buona parte anche dai miner, i quali hanno acquistato in massa le potenti GPU GeForce RTX 3000 di NVIDIA per minare con profitto criptovalute come Ethereum e simili.
Questi acquisti hanno creato un “circolo vizioso” fatto di prezzi alle stelle e disponibilità di schede video limitatissima, a danno dei gamer che volevano acquistare una GPU per usarla per lo scopo primario per cui era stata creata: giocare. La sete di potenza di calcolo dei miner ha portato indubbi benefici ai conti di NVIDIA, la quale è riuscita non solo a vendere elevate quantità di GPU, ma anche a prezzi più alti della norma.
L’azienda ha sempre dichiarato che per lei è difficile stimare esattamente quante schede video finiscono ai miner e quante ai giocatori in quanto commercializza le GPU, mentre sono i partner OEM a commercializzare effettivamente le schede video.
Ciò detto, l’indagine della SEC si concentra sull’anno fiscale 2018 e in particolare sulla documentazione depositata in cui l’azienda ha riportato un rilevante miglioramento del fatturato nel comparto gaming. A detta della SEC, NVIDIA sapeva che “questo aumento delle vendite era spinto in una parte significativa dal cryptomining”.
Nei documenti depositati NVIDIA non avrebbe indicato che incassi e fluttuazioni nel flusso di cassa fossero legate a un’attività volatile come il mining di criptovalute, impedendo agli investitori di fare una corretta disamina delle prospettive future del business gaming.
La SEC, inoltre, ha rilevato che “le omissioni di informazioni materiali da parte di NVIDIA sulla crescita del suo business gaming erano fuorvianti, dato che NVIDIA rilasciò dichiarazioni su come altre attività fossero sono state spinte dalla domanda di criptovalute, creando l’impressione che il business gaming non fosse significativamente influenzato dal cryptomining“.
Today we announced settled charges against NVIDIA Corporation for inadequate disclosures concerning the impact of cryptomining on the companys gaming business.
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U.S. Securities and Exchange Commission (@SECGov) May 6, 2022
“Le mancate comunicazioni di NVIDIA hanno privato gli investitori di informazioni critiche per valutare l’attività dell’azienda in un mercato chiave“, ha affermato Kristina Littman, capo della Crypto Assets and Cyber Unit della SEC Enforcement Division, ricordando che le aziende quotate sono tenute a garantire che le loro comunicazioni siano “tempestive, complete e accurate”.
In conseguenza di quanto appurato, la SEC ha multato NVIDIA per 5,5 milioni di dollari. L’azienda ha deciso di pagare senza ammettere o negare quanto rilevato dalla SEC, assicurando una maggiore trasparenza nelle future comunicazioni di mercato.
La cifra, a fronte degli incassi legati al cryptomining e del fatturato di NVIDIA, è decisamente contenuta e per questo non facciamo fatica a credere che l’azienda abbia deciso di pagarla senza colpo ferire.