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Nuovo vaccino: domande e risposte. La guida

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Il siero aggiornato a ottobre, i virologi preoccupati: sarà tardi. Nell’attesa, consigliata la quarta dose agli over 60 e ai fragili

giovanni panettiere

Cronaca

VACCINO FIALA VACCINI FIALE CONTRO IL COVID-19 CORONAVIRUS RICERCA PRODUZIONE BIONTECH PFIZER

Vaccino Covid

VACCINO FIALA VACCINI FIALE CONTRO IL COVID-19 CORONAVIRUS RICERCA PRODUZIONE BIONTECH PFIZER

Vaccino Covid

1) Il nuovo vaccino arriverà troppo tardi?
Di un vaccino aggiornato anti-Covid non se ne parla prima di cento giorni. A dirlo è lo stesso amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla, che spegne così le speranze di chi contava di avere a disposizione la nuova profilassi prima dell’autunno. Il rischio è di arrivare in ritardo sulla tabella di marcia della potenziale, ulteriore ondata in agguato dalla fine di settembre. “Quanto dichiarato da Pfizer non è certo una buona notizia – spiega Massimo Clementi, ordinario di Microbiologia e Virologia all’Università San Raffaele –. Sarebbe stato opportuno avviare l’ulteriore vaccinazione di massa tra agosto e il mese successivo. Tuttavia, non si tratta di uno slittamento dovuto a difficoltà nella messa a punto del farmaco, ma del tempo necessario per la conclusione della procedura di validazione dell’Ema”. In pratica, se il ritardo è un’ulteriore garanzia di sicurezza per la nostra salute, almeno all’inizio della campagna vaccinale dovremmo lavorare a testa bassa per coprire il gap.
2) Sarà un siero per il Covid e l’influenza?
Il nuovo siero nasce dal combinato disposto fra la profilassi contro il ceppo di Wuhan, che continua ad essere efficace nello scorgiurare l’insorgere di una malattia grave, e un vaccino anti-Omicron 1. Non coprirà anche dall’influenza. “Ci eravamo illusi di poter avere un solo antidoto – ammette Massimo Andreoni, presidente della Società italiana di Infettivologia –, non è possibile. Tuttavia, si potranno fare le due punture in un’unica seduta: non ci sono controindicazioni”.
3) Chi deve fare comunque la IV dose?
“Ci troviamo di fronte al virus più contagioso della storia – premette Carlo La Vecchia, ordinario di Epidemiologia alla Statale di Milano –. Ciò significa che i vaccini devono essere efficaci soprattutto contro la malattia grave più che in chiave anti-infettiva, considerando che il Covid muta ogni 3-4 mesi e gli antidoti saranno sempre …

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