Nuovi rigassificatori e più rinnovabili: la ricetta contro il caro-energia
ServizioConvegno dei Cavalieri del lavoro
Al convegno promosso dai Cavalieri del lavoro, i principali player hanno delineato il quadro energetico e il futuro dell’Italia senza gas russo
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Energia, sostenibilità e futuro (prossimo). Sono i tre temi intrecciati nel convegno promosso dai Cavalieri del lavoro. In cattedra i principali attori e protagonisti del mondo dell’impresa e della politica, impegnati sul tema della “Tecnologia e innovazione per una transizione energetica”.
I Cavalieri del lavoro, con il presidente Maurizio Sella, hanno rimarcato “come il Governo guidato da Mario Draghi abbia fatto tanto, e bene, per fronteggiare le numerose emergenze che l’Italia si è trovata a dover affrontare nell’ultimo anno”. E tutti questi sforzi non vanno vanificati. Tra gli impegni più rilevanti e urgenti del nuovo Governo – dice Sella – ci sarà senza dubbio la piena attuazione delle richieste del Pnrr. Ci auguriamo che non ci siano tentennamenti e che si percorra con puntualità e competenza la strada finora intrapresa”.
Il nodo della manipolazione russa
Passando alle analisi dei problemi energetici, ci sono state diverse “concause economiche e tecniche” dalla metà del 2021, che hanno “accelerato e spostato la domanda” e fatto “aumentare i prezzi”, ha spiegato il presidente di Acciaierie d’Italia, Franco Bernabè. Ma “senza la manipolazione del mercato da parte della Russia tutto ciò che abbiamo visto, con l’esplosione dei prezzi, non ci sarebbe stato”. Bernabé ha quindi aggiunto che “c’è stata una manipolazione del mercato da parte della Russia che ha cessato di vendere gas sul mercato spot e ha impedito alla Germania di fare gli stoccaggi prima della guerra. Quindi le sanzioni pesano su tutti noi ma chi ha dichiarato guerra all’Europa, prima che all’Ucraina, è stata la Russia con comportamenti irresponsabili, anche in termini di competitività”.
Tra le altre cause della crisi energetica Bernabè ha ricordato “l’uscita dalla pandemia che ha accelerato la domanda, la siccità, il mancato vento nel mare del Nord per le rinnovabili, la mancanza di acqua in Brasile”. Quanto al gas – dice – “fra due-tre anni la Russia non saprà dove piazzarlo, i prezzi dell’energia crolleranno”. Per l’Europa e per l’Italia, dunque, “i prossimi due anni saranno difficili ma dobbiamo resistere, avremo altre fonti energetiche”.
Altri rigassificatori dal 2023
Nell’inverno 2022-2023 Eni riuscirà “a sostituire un po’ più del 50% di gas russo”, in quello 2023-2024 arriverà all’80% ma “abbiamo assolutamente bisogno di rigassificatori”. Mentre “nel 2024-2025 saremo in surplus” di disponibilità rispetto al gas russo. Così ha affermato l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi. Insomma, dal 2023 in poi la presenza dei rigassificatori sarà essenziale per sostituire le forniture di Mosca.