Nuova protesta di “Ultima generazione”: gli attivisti si incollano alla statua di Boccioni: “Non ci sarà arte in un pianeta al collasso”
“Non possiamo più permetterci di correre verso il progresso economico” che “ci sta portando verso l’estinzione di massa“. I giovani attivisti di Ultima generazione hanno rivendicato così l’azione di disobbedienza civile messa in atto al Museo del 900 di Milano, incollandosi alla scultura “Forme Uniche della Continuità nello Spazio” di Umberto Boccioni.
Dopo blocchi stradali, scioperi della fame e azioni a danno del Mite e di Eni, gli attivisti e ambientalisti di Ultima Generazione hanno deciso di ripetere il blitz compiuto una settimana fa nel Museo degli Uffizi a Firenze, quando era toccato al dipinto “La Primavera” di Botticelli. Questa volta gli attivisti non hanno incollato le proprie mani al vetro di protezione di un quadro ma al basamento in marmo della statua dell’artista futurista.
Due le richieste avanzate dagli attivisti, allontanati in breve tempo dalla statua dopo l’intervento delle guardie di sicurezza del museo milanese: la prima è l’interruzione immediata della riapertura delle centrali a carbone dismesse e la cancellazione dei progetti di nuove trivellazioni per la ricerca ed estrazione di gas naturale; l’altra è un maggiore investimento sulle energie rinnovabili.
“In un mondo nel quale saranno disponibili solo la metà delle risorse rispetto ad oggi, arriveremo ad ammazzarci per strada per un pezzo di pane”, ha dichiarato Simone, tra i portavoce della campagna. “Non ci facciamo arrestare a cuor leggero ma dobbiamo capire subito che non ci sarà arte in un pianeta al collasso“. “Per questo chiediamo alla cultura di schierarsi con noi e di fare pressione al governo”. “Le azioni di Ultima Generazione si battono per l’arte, la bellezza, il lavoro, la pace e l’ambiente che ci dà da vivere”, ha dichiarato Chloe, un’altra attivista.
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