“Non li faccio arrivare io”. Lamorgese scaricabarile sui migranti




27 Maggio 2022 – 15:32




Nuovo boom di sbarchi. Torna l’emergenza. Il ministro mette le mani avanti: “Non è colpa mia, c’è il blocco del grano”














A volte non è questione di colore politico, e quindi di ideologia. Per lo meno non è soltanto questo. Ci vuole anche una sana dose di pragmatismo. Ma soprattutto ci vuole uno che ci metta la faccia, che abbia il coraggio di sporcarsi le mani e portare a casa il risultato. E il risultato, quando abbiamo a che fare con il dossier immigrazione, è facilissimo da pesare. I grafici (e i numeri) sono lì, sotto gli occhi di tutti. Li carica, mese dopo mese, lo stesso ministero dell’Interno. Dopo la maxi ondata che aveva travolto l’Italia nel triennio 2015-2017, Marco Minniti si era trovato a dover affrontare la disastrosa gestione di Angelino Alfano (170mila arrivi in un solo anno, il 2016). È stato il ministro piddì, con la stesura di un codice per limitare le incursioni delle Ong, a iniziare una prima inversione di rotta. Ma il vero (e unico) stop agli sbarchi lo impose Matteo Salvini quando il primo giugno 2018 salì al Viminale. Per circa un anno i numeri furono prossimi allo zero. Poi il governo gialloverde capitolò, i grillini voltarono la faccia alla politica “zero sbarchi” del Capitano e Conte affidò la pratica all’ex prefetto di Milano, Luciana Lamorgese. Da quel momento (fa eccezione la parentesi pandemica del 2020) la curva è tornata a salire pericolosamente.

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Se l’immigrazione non la contrasti, gli sbarchi non si fermano. È una lezione semplice. Serve, però, volontà politica per perseguirla. Il piddì Minniti, al tempo, si mise contro parte del suo stesso partito. Salvini, invece, finì indagato più volte per aver chiuso i porti alle ong che, nel Mar Mediterraneo Centrale, ormai facevano quello che volevano pur di traghettare decine di migliaia di clandestini dalle coste del Nord Africa all’Italia. Alcuni dei processi, quelli scattati quando il leader del Carroccio sedeva al Viminale, sono in corso ancora oggi. Salvini non si è mai tirato indietro. “Ho semplicemente fatto quello che era un mio dovere”, ha ribadito a inizio aprile parlando con i cronisti al termine dell’udienza del processo Open Arms che si tiene a Palermo. “Non ho alcuna preoccupazione – ha poi chiosato – solo il tempo che si perde ed i soldi che costano al contribuente italiano”. Al netto di quello che ne pensa certa magistratura, la linea dell’ex ministro dell’Interno portò a risultati mai visti: solo 10mila immigrati sbarcati nella seconda metà del 2018 e appena 5mila fino al settembre 2019.

Mentre Salvini sta ancora pagando per la linea dura intrapresa, oggi al Viminale sembrano guardare impotenti l’impennata degli arrivi registrata da inizio anno. La notizia è trapelata nei giorni scorsi. Il report è sconcertante: da gennaio 2022 sono arrivati in Italia 17.690 irregolari, quasi 4mila in più rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. Ma a preoccupare è il dato di maggio quando il ministero ha registrato un picco fortissimo: 6.929 arrivi. Di questi l’83% circa si sono concentrati tra l’11 e il 20. Certo, è anche colpa della guerra in Ucraina, o meglio della gravissima crisi alimentare che questa ha scatenato in Africa. Questo non lo mettiamo in dubbio. Ma è anche vero che se migliaia di migranti economici ancora tentano la traversata verso il nostro Paese significa che nulla viene fatto per fermarli. La stessa Lamorgese oggi, intervenendo alla tavola rotonda organizzata durante il congresso confederale della Cisl, ha preventivato l’arrivo di un’estate caldissima sul fronte immigrazione. “Con il blocco del grano c’è il rischio di una gravissima crisi umanitaria che andrà ad incidere sui flussi migratori”, ha detto. Poi, nel mettere le mani avanti, ha finito con l’ammettere la fallimentare politica dei porti aperti adottata, in controtendenza con quanto fatto da Salvini, dai giallorossi prima e dal governo Draghi poi: “Non si potrà dire che è la Lamorgese che fa arrivare migranti in Italia…”.

È vero che la crisi alimentare sta mettendo in ginocchio l’Africa, ma è anche vero che da quando sono stati riaperti i porti le Ong internazionali continuano a fare avanti e indietro dal Nord Africa all’Italia. È un via-vai frenetico e incessante che la Lamorgese non è mai riuscita a fermare. La sua gestione registrò l’arrivo di 40mila clandestini durante il Conte 2 (dal 5 settembre 2019 al 13 febbraio 2021) e altri 78mila da quando è al Viminale con Draghi premier. È nell’indifferenza dell’opinione pubblica che siamo così tornati ai livelli emergenziali a cui il nostro Paese è stato a lungo abituato con la sinistra al governo.




























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