“Mosca vuole distruggere la cultura ucraina”. Un progetto per mappare e ricostruire le opere d’arte distrutte dai russi

Una mappa per tenere traccia delle opere d’arte distrutte dalla guerra in Ucraina. Save Art UA– questo il nome del progetto che ha iniziato a prendere forma a marzo- elenca oltre quattrocento siti archeologici, musei, case della cultura, edifici religiosi e teatri rasi al suolo dalle bombe o danneggiati dalle raffiche di proiettili. Sono i danni collaterali del conflitto, vittime inconsapevoli dell’aggressione russa. “Il progetto ha l’obiettivo di arrivare alla ricostruzione di tutti i siti architettonici, così come di tutto ciò che riguarda la nostra identità e cultura”, racconta Artem Sakh, ventenne di Irpin, che ha realizzato la mappatura dei luoghi demoliti e curato la veste grafica del sito. Fin dall’apertura della pagina web la narrazione, curata nel dettaglio, è affidata in modo simbolico al poeta Taras Shevchenko, simbolo della cultura ucraina dell’Ottocento. La scelta non è casuale: aprendo la mappa, si scopre subito che a Borodianka, nella regione di Kiev, un busto eretto in sua memoria è stato colpito alla testa da un proiettile. “Si può navigare all’interno del sito e cercare luoghi specifici”, spiega Sakh. “Cliccandoci sopra, si leggono i dettagli: quando l’opera d’arte è stata costruita, quando è stata danneggiata. Poi si visualizzano le foto”. È un progetto ambizioso, in continua evoluzione: ci lavorano ventiquattro persone, tutti studenti tra i 18 e i 22 anni, che si occupano di individuare, fotografare e inserire nel database le opere da ricostruire. Ad esempio, nella regione di Kiev ci sono quarantuno siti demoliti, in quella di Kharkiv quarantaquattro. Il colpo d’occhio della mappa interattiva restituisce l’istantanea dell’avanzamento russo in Ucraina: la parte ovest è costellata da simboli di monumenti distrutti, quella a est è intonsa.

Tra i luoghi segnalati sulla cartina c’è ad esempio il Memoriale delle vittime del totalitarismo: è stato costruito nel 2000 e distrutto il 23 marzo 2022. Sorgeva all’interno di un parco, stesso luogo in cui soldati ucraini e polacchi furono seppelliti in fosse comuni dalla Russia bolscevica. Anche il Memoriale delle vittime dell’olocausto è estremamente danneggiato: sorge in un piccolo villaggio vicino a Kharkiv, dove tra il 1941 e il 1942 i soldati nazisti portarono a termine esecuzioni di massa di civili. Abbondano anche i centri culturali colpiti dagli attacchi russi, come quelli di Mariupol e Irpin. Non finisce qui: “Il nostro progetto prevede anche la possibilità di donare: tutto è realizzato nel totale rispetto della legalità, la raccolta fondi è trasparente e registrata”, precisa Sakh. “Abbiamo molti partner, tra cui il Ministero della cultura ucraino e la Camera di architettura. Siamo liberi di lavorare in totale indipendenza, loro ci supportano”. Fra i traguardi di Save Art UA c’è quello di fornire copertura informativa su ciò che sta succedendo in Ucraina, con l’obiettivo di raggiungere una platea internazionale. È infatti dall’estero che giunge la maggior parte delle donazioni. Il sito propone di volta in volta un luogo da salvare: ora è possibile contribuire alla ricostruzione del Galagan Museum, nella regione di Chernihiv, eretto nel 1983. “L’edificio è parzialmente danneggiato, soprattutto la facciata. Ci serve denaro per mettere in salvo i dipinti antichi, che potrebbero essere in pericolo”, sottolinea Sakh. Sono elencati anche tutti i materiali necessari per il recupero del museo e vengono specificati i costi: in tutto servono oltre 60mila euro, finora ne sono stati raccolti circa 16mila. Oltre a navigare all’interno della cartina, realizzata con il software mapbox, è possibile fare ricerche per nome, focalizzandosi su determinati siti archeologici, città o tipologie di edifici. Questa precisione e lo sforzo di tale lavoro sono motivati da una profonda convinzione di Sakh: “La Russia non vuole solo conquistare i nostri territori, vuole distruggere la cultura ucraina”.

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Peter Gomez

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