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Meloni-Salvini, è duello sul blocco navale per i migranti

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L’ipotesi di fermare i flussi migratori con il blocco navale crea qualche dissapore tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini. L’ex ministro della Gioventù rilancia con forza questa soluzione. Mossa accolta da qualche mugugno da parte della Lega, che, sul dossier immigrazione, fa capire di non apprezzare troppe invasioni di campo. “Noi al governo – trapela dal partito verde – abbiamo già azzerato gli sbarchi e dimezzato i morti coi decreti sicurezza, che fra due mesi riproporremo identici. Possiamo quindi vantare risultati concreti, riconosciutici in tutta Europa, e ogni suggerimento degli alleati sarà per noi prezioso”. Una precisazione che cade all’indomani della due giorni del segretario leghista a Lampedusa, da dove ha rilanciato la sua candidatura alla futura guida del Viminale.

Nel mezzo Forza Italia. Fonti del partito azzurro bollano come “una sciocchezza” la proposta ‘sic et simpliciter’ del blocco navale, che, in effetti, se fosse un atto unilaterale del solo governo italiano, sarebbe un atto di guerra. Ma al contempo ricordano come questa ipotesi vada inserita come addendum in una strategia globale europea contro l’immigrazione. La stessa impostazione, ricordano le stesse fonti, è infatti descritta nel programma della coalizione, in cui si parte dai decreti sicurezza e che parla di blocco navale solo nell’ambito di un azione coordinata dell’Unione europea e con il consenso dei paesi di origine. Detto questo l’asse Pd-Azione è andata all’attacco della leader di Fratelli d’Italia: la dem Chiara Gribaudo definisce questa idea “una fandonia folle e inapplicabile”. Netta anche Laura Boldrini: “Meloni – si chiede l’ex Presidente della Camera- sa che per il diritto internazionale è considerato un atto di guerra? Sa che servirebbero più navi di quante ne dispone la Marina militare? Sa che i morti supererebbero i respinti? Nessuna idea seria?”. Anche Osvaldo Napoli (Azione), sostiene che quello di Meloni “è un tipico esempio di populismo, cioè promettere qualcosa che non si realizzerà mai perché non dipende solo dalla volontà di un Paese ma dalla somma delle volontà di 27 Paesi uno, cioè la Libia. E nessun Paese europeo si è mai detto disponibile al blocco navale”. A sostegno della validità di questa ricetta contro i clandestini, Meloni cita oggi un articolo del quotidiano fondato di Antonio Gramsci del lontano 2017: ” “UE: Blocco navale in Libia contro le morti in mare”. Questo il titolo – scrive Meloni su Facebook – scelto dall’Unità il 26 gennaio 2017 per sintetizzare le proposte della Commissione europea per “fermare i flussi migratori”. Il Blocco navale europeo in accordo con le autorità del nord Africa che da anni propone Fratelli d’Italia altro non è che l’attuazione di quanto proposto dall’Unione Europea già nel 2017 e ribadito numerose altre volte. Chi oggi blatera che “il Blocco navale non si può fare perché è un atto di guerra” dimostra – conclude Meloni – la sua totale ignoranza sul tema immigrazione”.

Scintille tra i poli anche sul fisco. “Quando saremo al governo – promette sui social Silvio Berlusconi – applicheremo una flat tax al 23%, per tutti, famiglie e imprese, per alleggerire l’oppressione fiscale, per combattere davvero l’evasione, per aumentare le entrate dello Stato”. Secca la replica di Piero Fassino (Pd): “L’unica aliquota fiscale del 23% uguale per tutti significa che chi ha di meno paga come chi ha di più. Fanno credere di moltiplicare pani e pesci, mentre moltiplicano ingiustizie e disuguaglianze”.

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