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Maura e Emanuele, cambio di sesso (per entrambi) e nuova vita insieme

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di Elvira Serra

A Recanati lei era un uomo, lui una donna, stanno insieme da tre anni. Il Comune ha emesso i nuovi documenti di identità. «Vogliamo sposarci e adottare un figlio»

Questa è la storia di Maura che è nata Mauro 40 anni fa e di Emanuele che è nato Adriana 35 anni fa. Nei mesi scorsi, a maggio per lei e a luglio per lui, sono arrivati i documenti nuovi, quelli che rettificano la loro identità di genere. Maura oggi è una donna, Emanuele un uomo. Sognano di sposarsi, di adottare un figlio. Intanto si sentono già una famiglia a Recanati, dove vivono insieme: lei è centralinista al Comune, lui è aiuto cuoco in una casa di riposo. «Papà Osvaldo era impiegato in uno studio notarile, ora è in pensione. Mamma impiegata di banca. Ho una sorella più grande, ha 47 anni. Quando ho detto loro che volevo cambiare sesso, nel 2016, l’hanno presa come dovevano prenderla: male. Non se l’aspettavano, hanno avuto uno sbandamento», racconta Maura Nardi per telefono, lasciando il vivavoce affinché il compagno Emanuele Loati possa ascoltare e intervenire. «Poi però hanno quasi subito capito che era la strada da percorrere. Papà è stato la persona forte della famiglia, ha preso le redini in mano. È stato lui ad accompagnarmi sempre al Mit di Bologna, il Movimento Identità Trans, per il percorso psicologico che mi ha portata a cominciare con quello ormonale».

La reazione della famiglia

L’assistenza del padre è stata indispensabile per Maura, che ha perso la vista nel settembre del 2001. «Mentre le Torri Gemelle crollavano, io mi sottoponevo all’ultimo intervento per cercare di salvare il salvabile. Ma non è andato bene. Da subito però ho cercato di essere indipendente. Prima che Emanuele entrasse nella mia vive vivevo già da sola». Emanuele lo ha conosciuto tre anni fa, grazie a un gruppo Facebook a tematica transgender: «Informa Trans Italia». Maura va avanti: «Sicuramente il nostro percorso è la cosa che più ci accomuna. Riusciamo a capire bene i momenti di difficoltà che ancora adesso viviamo legati alla transizione. Ma abbiamo anche lo stesso modo di pensare, ci siamo ritrovati a tutto tondo in tante cose. Siamo una coppia tranquilla, ci piace farci molte coccole, amiamo la privacy. Questa improvvisa ribalta ci spaventa un po’. Facciamo tutto insieme, dalle pulizie di casa al cucinare fino allo shopping. Condividiamo tutto, perfino la doccia».

L’amore di Emanuele

Emanuele è arrivato in Italia dalla Romania quando ha compiuto 18 anni. Prima viveva in Abruzzo: si è spostato a Recanati per amore di Maura. È sempre lei a raccontare: «La transizione lui l’ha iniziata nel 2011 e l’ha fatta al Saifip di Roma. Entrambi abbiamo fatto la cura ormonale, io la mastoplastica, lui la mastectomia. La sentenza del Tribunale ci ha permesso di rettificare i documenti e ci permetterà di accedere agli interventi per la riassegnazione chirurgica del sesso. Ci sono voluti tre anni per ottenere dal Tribunale questa autorizzazione e non è poco tempo: sono stati anni difficilissimi da gestire dal punto di vista psicologico. Ormai la socializzazione era stata già compiuta a 360 gradi, i cambiamenti fisici erano avvenuti. Ma ero comunque costretta a presentare una carta di identità non più realistica, che mi ha creato tanti problemi, imbarazzo, incomprensioni. Banalmente con il capotreno che mi chiedeva biglietto e documenti, o con i carabinieri a un controllo qualunque. Purtroppo in Italia non è previsto il “foglio rosa” della identità sessuale».

La scelta del nome

Maura ha tenuto il nome che avevano scelto per lei i suoi genitori, cambiando solo la desinenza. «All’inizio volevo un nome nuovo, come ha fatto Emanuele. Poi però il percorso è stato talmente lungo, ha attraversato così tante fasi, che alla fine ho pensato di rendere le cose facili anche per gli altri». Qualche amico è rimasto, qualcuno lo ha perso. «Mi hanno abbandonata quelli che si sono intestarditi nel voler capire questa mia necessità e non si sono limitati a volerla accettare. Ma cosa c’era da capire? È come voler capire la fede che spinge un sacerdote nel suo percorso religioso: solo lui sa cosa sente davvero».

11 agosto 2022 (modifica il 11 agosto 2022 | 23:16)

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