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MacBook Air M2: cambia pelle ma non tradisce le origini

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MacBook Air M2: cambia pelle ma non tradisce le origini



MacBook Air va incontro ad uno dei più grandi aggiornamenti sin dal suo debutto, nel lontano 2008. Le novità sono tante, sia visibili, sia sotto la scocca, ma non è cambiato lo spirito originario del prodotto


di , Bruno Mucciarelli pubblicato il nel canale Apple



Apple















Il MacBook Air venne presentato per la prima volta da Steve Jobs
il 15 gennaio 2008
durante la conferenza del MacWorld Expo di
San Francisco. Un evento che passò alla storia poiché protagonista fu un
computer portatile rivoluzionario per l’epoca, divenuto in poco tempo
un’icona di design e di stile e dal quale hanno tratto ispirazione i
sistemi Ultrabook che sarebbero arrivati negli anni successivi. 

L’idea geniale di Steve Jobs per la presentazione del
primo MacBook Air fu quella di improntare il tutto sulla caratteristica
principale del laptop Apple e cioè il suo spessore estremamente contenuto.
Il MacBook Air venne infatti presentato estraendolo da una comune busta di
carta da ufficio. Una mossa che sorprese tutti i presenti alla conferenza
e che fece subito capire quanto quel computer portatile fosse piccolo e
sottile. Nessuno prima di allora si era spinto tanto avanti e
nessuno aveva realizzato un laptop con uno spessore
che, nel
punto più sottile, era di appena 4 millimetri. La caratteristica
forma “a goccia” arrivava a 19 millimetri nella zona più spessa, comunque
inferiore a quanto di meglio la concorrenza aveva saputo esprimere fino ad
allora. 



A quei tempi, gli altri brand avevano portato sul mercato anche loro
computer portatili sottili e leggeri, ma erano tutti spessi almeno 2.5
centimetri e pesavano più di 1.3 kg. E non solo perché tutti avevano schermi
da 8 a 11 pollici con tastiere molto piccole e scomode da utilizzare. Il
MacBook Air rivoluzionava tutto questo, ponendo come punto fermo l’impiego
di una tastiera di dimensioni standard. Per arrivare a questo risultato,
Apple tolse il lettore CD e una serie di porte, introducendo però la memoria
di archiviazione SSD e un trackpad multi-touch. Il MacBook Air offriva una
sola porta USB 2.0, insieme ad una porta micro-DVI e un jack per le cuffie.
Per alcuni tutto questo fu un vero e proprio miracolo d’ingegneria,
ma molti non accettarono di buon grado la presenza di una sola porta di
connettività.

Sono passati oltre 14 anni da quella conferenza e le numerose
generazioni di MacBook Air
che da allora si sono succedute sono
state capaci di rubare più di qualche utente alla concorrenza. Versioni
con schermi da 11 o 13 pollici, versioni con processori Intel Core 2 Duo,
con Intel Core i3, i5 e i7. Arriva quindi il passaggio storico al
processore made in Cupertino, Apple Silicon M1 e
siamo ora alla completa rivoluzione stilistica con questo nuovo
MacBook Air con chip M2
. Un’evoluzione che però porta alcuni
tratti di continuità col passato, come la volontà di mantenere il laptop
sottile e estremamente portatile, completo nel suo hardware, ma anche in
linea con quelli che sono i canoni estetici degli ultimi portatili della
Mela.


Parliamo di rivoluzione stilistica perché Apple decide per la
prima volta di abbandonare la forma a cuneo
che aveva
caratterizzato da sempre questo laptop, proponendo ora un design a
spessore omogeneo. Ogni minimo dettaglio è stato aggiornato su questa
nuova macchina con la mela morsicata e sostanzialmente ciò che è avvenuto
si può inequivocabilmente considerare come il più grande aggiornamento mai
avuto per il MacBook Air da quel lontano 2008. Come vedremo
il cambiamento del design porta anche ad un upgrade nelle specifiche
tecniche
così come nell’hardware con cui l’utente dovrà
confrontarsi. C’è al suo interno il nuovo processore M2
che Apple ha presentato
durante la scorsa WWDC 22
proprio con questo MacBook Air e con il
nuovo MacBook Pro 13’’. Quest’ultimo, però, che non è cambiato in fatto di
design rimanendo il solito Pro con Touch Bar e chassis in alluminio che
vediamo da qualche anno a questa parte. 

Il MacBook Air con chip M2 possiede ora oltre al nuovo SoC realizzato
interamente da Apple, un display Liquid Retina da 13.6″ più
ampio del precedente, una videocamera presa in prestito
da MacBook Pro 14” e 16” con possibilità di video in Full HD,
un sistema audio con 4 altoparlanti e finalmente ritorna
la ricarica MagSafe e autonomia di oltre 18 ore. Questa
nuova macchina possiede anche due porte Thunderbolt di ultima generazione
per collegare qualsiasi tipo di accessorio e un jack da 3,5mm per le
proprie cuffie ad alta impedenza. Sicurezza con la presenza
del Touch ID
sul pulsante di accensione del sistema integrato
nella Magic Keyboard, che fa coppia anche con un ampio trackpad Force
Touch di ultima generazione. Per l’alimentazione Apple inserisce qui per
la prima volta un alimentatore compatto da 35W con due porte
USB-C
che permettono di caricare due dispositivi insieme e con
la ricarica rapida che garantisce uno step da 0 a 50% in soli 30 minuti
con l’alimentatore da 67W.


MacBook Air M2: prezzi 

Il nuovo MacBook Air con M2 è disponibile in vendita
dallo scorso 15 luglio in quattro diverse colorazioni quali mezzanotte,
galassia, argento e grigio siderale e il suo prezzo varia in base alle
versioni:

  • MacBook Air M2 con CPU 8 Core – GPU 8 Core – 8GB di RAM e 256GB di SSD
    a 1.529€ 
  • MacBook Air M2 con CPU 8 Core – GPU 10 Core – 8GB di RAM e 512GB di
    SSD a 1.879€

MacBook Air con M2: cambia tutto ma non l’idea di Steve Jobs

Il MacBook Air di quest’anno è dunque un MacBook Air
completamente diverso
da quello che ci ha accompagnato in
questi 14 anni. L’iconica forma a cuneo non c’è più ed
Apple sembra aver direzionato anche questo Air verso i canoni estetici
pensati per i MacBook Pro 14” e 16” presentati durante lo scorso anno.
Curve visibili, uno spessore costante e soprattutto
alcune funzionalità che avevamo visto esclusivamente con quei Pro: la notch
sullo schermo
con relativa webcam FaceTime HD, il Touch ID
presente sul pulsante della tastiera e ancora il MagSafe
magnetico
e un sistema di altoparlanti più potente e
sofisticato.




Guardandolo a primo impatto si potrebbe dire di non essere di fronte ad
un MacBook Air, almeno per come lo abbiamo avuto sempre in mente. Sarà per
la presenza di nuove colorazioni: ce ne sono ora ben 4
che possono essere scelte tra il classico Grigio Siderale
e Argento, il Galassia (che è quello
che abbiamo provato) e il nuovissimo Mezzanotte. Sarà
per quelle curve più morbide e delicate che lo rendono meno industriale ma
più professionale. O sarà per la novità di quei piedini inferiori
pronunciati presi in prestito proprio dai MacBook Pro 14” e 16”. Di
fatto il nuovo MacBook Air appare come un MacBook Pro
estremamente più sottile
e anche decisamente più leggero. Ed è
proprio questo filo conduttore che forse vuole far passare Apple agli
utenti: un cambio generazionale che non sia solo nell’hardware ma anche
nell’estetica per far capire che i nuovi MacBook Air e Pro con processori
‘’made in Cupertino’’ sono diversi in tutto, anche nell’estetica, da
quelli visti finora. 

Osservandolo più da vicino scopriamo che è molto sottile in ogni
sua angolazione
e sembra essere anche più compatto rispetto a
prima (effettivamente Apple ci dice che occupa il 20% in meno di volume
rispetto alla generazione precedente). Sottile solo 11,3
millimetri ma resistente
, visto che è realizzato interamente in
alluminio e questo lo si sente non appena lo si prende in mano o lo si
maneggia per qualche minuto. Le dimensioni sono di 21,5 x 30,41 centimetri
con un peso che arriva ora a 1,24 chilogrammi e
l’apertura del display rimane sempre un punto saldo dei prodotti Apple e
anche questo MacBook Air M2 si può aprire letteralmente con un solo dito.






E restando in tema di materiali utilizzati è bene sottolineare come Apple
sia già ad emissioni zero per le operazioni aziendali
globali e che, entro il 2030, preveda di avere un impatto climatico pari a
zero nell’intera attività: questo include le catene di approvvigionamento
di produzione e tutti i cicli di vita dei prodotti. In altri termini Apple
si impegna a realizzare progressivamente nei prossimi anni prodotti al
100% carbon neutral
. Da questo impegno discendono alcune
scelte operate per questo nuovo MacBook Air, che è il primo prodotto Apple
ad utilizzare acciaio riciclato certificato oltre, come già accade per
altri prodotti da diversi anni, all’alluminio riciclato per la produzione
dell’intero chassis. Anche i magneti (che trovano posto nella cornice per
la chiusura del display) sono realizzati con elementi di terre rare
interamente riciclati. 

Come detto il nuovo MacBook Air M2 prende in prestito in gran parte il
design e la forma dei MacBook Pro 14” e 16” che hanno debuttato a fine
dello scorso anno. L’aspetto è simmetrico e più regolare
e, a nostro parere, dona a MacBook Air uno stile più moderno e
più “fresco”
rispetto alla forma a cuneo che in parte aveva un
po’ stancato alla vista. Un design che sicuramente Apple porterà avanti
per molti anni senza che faccia invecchiare velocemente i suoi prodotti.




E come la forma e il design, il nuovo MacBook Air M2 ha preso in
prestito dai MacBook Pro anche il MagSafe
. È stato senza dubbio
un ritorno gradito sulle macchine Pro e lo è a maggior ragione su un
sistema fortemente orientato alla mobilità come il MacBook Air. Viene
posizionato sul lato sinistro nella parte estrema superiore della cornice
appena accanto alle due (uniche) porte Thunderbolt 3 di
ultima generazione, entrambe USB 4 (fino a 40 Gbps) o USB 3.1 Gen 2 (fino
a 10 Gbps). Sul lato opposto è sempre presente il jack da 3,5mm
per chi ancora vuole ascoltare musica con cuffie cablate. Peccato forse
per l’assenza su questo lato di almeno una porta Thunderbolt, ci sarebbe
piaciuto vederla per una maggiore flessibilità d’utilizzo. In tema di
porte e connettività è bene prestare attenzione al fatto che l’utente
potrà collegare al MacBook Air M2 un solo display esterno.
Si
tratta di una limitazione che trova ragion d’essere nella destinazione
d’uso di questo sistema: un portatile pensato per il lavoro quotidiano,
per la mobilità e per gestire carichi di lavoro comunque non
particolarmente esosi (ma osserveremo meglio questo aspetto più avanti).
La Mela opera una segmentazione molto attenta della propria proposta
commerciale, e per chi ha maggiori esigenze vi sono le macchine della
famiglia Pro che già a partire dalla versione a 14 pollici offre il
supporto a 4 display esterni.

Come detto c’è il MagSafe e non ci stancheremo mai di
sottolineare il vantaggio di averlo nuovamente:
con esso non
solo viene liberata una porta Thunderbolt che può essere utilizzata per
altro durante la ricarica del laptop, ma si scongiura anche il rischio di
vedere il portatile rovinare a terra a causa di strattoni accidentali del
cavo. Grazie a MagSafe il cavo si separerà immediatamente dal MacBook al
primo strattone più intenso permettendo di salvaguardare il laptop da una
caduta potenzialmente anche fatale. Una soluzione che in passato ha
salvato molti MacBook e che per fortuna Apple ha deciso di riportare in
auge.




Il cavo fornito in confezione ha la guaina intrecciata
come quella che troviamo sui nuovi MacBook Pro, sull’iMac o anche
sull’HomePod ed è in tinta con il colore della scocca del laptop.
Soluzione stilistica e al contempo funzionale, che assicura una maggior
longevità del cavo. Sempre in confezione l’utente troverà un alimentatore
diverso in base al modello scelto
. Apple in questo caso infatti
propone un caricatore da 30W per il modello di MacBook Air ”basico” (con
SSD da 256GB e GPU da 8-Core al prezzo di 1.529€) mentre per il modello
superiore (con SSD da 512GB e GPU da 10-Core al prezzo di 1.879€) mette in
confezione il primo caricatore a doppia porta USB-C da 35W. Per tutti i
modelli chiaramente è possibile anche acquistare il caricatore più potente
da 67W. 

E abbiamo visto che in questo caso la differenza tra i tre diversi
caricatori sta nei tempi di ricarica. Abbiamo provato quello da 35W e
siamo riusciti a caricare il MacBook Air M2 in 30 minuti del 25%
in standby
. Un tempo e una velocità che si è rivelata essere
la metà di quella invece ottenuta con un caricatore da 67W
non
tascabile. Palese poi che il nuovo caricatore a doppia USB-C da 35W nel
momento in cui deve caricare anche un qualsiasi altro device
contemporaneamente al MacBook Air limiterà la potenza al laptop che dunque
richiederà un po’ più di tempo.




Parlando di estetica andiamo a considerare anche la tastiera e
il trackpad
. In questo caso il nuovo MacBook Air con M2 vede la
presenza di una nuova tastiera che Apple ha in parte ripreso da
quella del Pro.
Non ha il fondo nero come quella dei modelli
più performanti ma di fatto vede la presenza di una fila di tasti di
dimensioni regolari per le funzioni (regolazione della luminosità dello
schermo, comandi del volume, accesso rapido a Spotlight, attivazione della
modalità ”Non disturbare” e i comandi di riproduzione dei contenuti
multimediali) ma soprattutto un Touch ID più grande e più comodo. Non
c’è alcuna Touch Bar
a conferma del fatto che Apple ha deciso
di abbandonare una soluzione controversa che evidentemente al pubblico non
è piaciuta.




Sulla tastiera possiamo confermare la bontà della corsa dei
tasti
più che adeguata per una scrittura comoda e veloce. Ci
sono i giusti spazi tra un tasto e l’altro e risultano anche un pochino
più silenziosi rispetto a quanto visto e soprattutto sentito con i vecchi
modelli di MacBook che, lo ricordiamo, avevano l’anch’essa controversa
tastiera a farfalla. Di pari passo con la tastiera va il trackpad
del nuovo MacBook Air M2 che non sembra discostarsi molto da quello degli
altri modelli con la differenza della dimensione leggermente maggiorata e
dall’essere più silenzioso nei tocchi. La risposta d’uso è quella a cui
Apple ci ha abituato da tempo, con un eccellente scorrimento delle dita e
soprattutto un supporto alle gesture e ai movimenti delle dita
della mano
che implementati con le funzionalità di macOS
risultano essere ancora un plus non indifferente rispetto a quanto si può
trovare su sistemi concorrenti.

Apple ha però cambiato la cerniera in questo MacBook Air M2 ma
soprattutto ha collocato per la prima volta il sistema di
altoparlanti stereo tra la tastiera e il display
in una
posizione dove mai l’azienda li aveva posizionati, abbandonando quella che
è sempre stata la loro posizione ossia ai lati della tastiera con delle
griglie integrate nello chassis in alluminio. C’è ora un sistema
audio a quattro altoparlanti costituito da due tweeter e due woofer
capaci
non solo di dare corpo e presenza al suono, ma anche di supportare l’ormai
famoso Audio Spaziale che Apple ha introdotto da tempo nel suo ecosistema.
Rispetto al precedente MacBook Air troviamo questi altoparlanti
un pochino più pieni
e con un suono che tende a spaziare di più
nell’ambiente, senza quell’effetto ”eco” che a tutto volume si poteva
udire in alcune circostanze con le versioni passate. Non siamo alla pari,
chiaramente, del sistema audio dei MacBook Pro 14” o 16” o di sistemi di
diffusione audio dedicati, ma di certo possiamo affermare come gli
altoparlanti di questo Air M2, così sottile e leggero, risultino ben più
godibili di quelli presenti in molti altri laptop dalle dimensioni
confrontabili, suonando bene in ogni tipo di circostanza che sia essa una
videochiamata, l’ascolto di un video su YouTube o ancora un film in
streaming.  


E a guardarlo bene il nuovo MacBook Air con chip M2 è l’unico
laptop Apple che non possiede alcun tipo di scritta
. Sì, perché
se per le precedenti generazioni abbiamo sempre visto la dicitura MacBook
Air sulla parte inferiore della cornice dello schermo, qui non c’è più e
non c’è nemmeno altrove. Non c’è nella parte inferiore del chassis come
invece è presente per i MacBook Pro 14” e 16”. Una scelta particolare
(Apple è solita connotare con chiarezza i suoi prodotti) che potrebbe
arrivare magari dalla volontà di voler cambiare il nome in futuro a questo
prodotto o chissà per quale altro motivo. La Mela morsicata sul
retro del display invece è ancora chiaramente presente ed è anche un 30%
più grande
rispetto a quella degli altri Mac anche se non è
più illuminata, ma questo purtroppo è un altro discorso. 

Sul MacBook Air M2 cambia anche il display ed è un
cambiamento importante perché anche su questo modello Apple decide di
proporre agli utenti la notch che avevamo visto sui
MacBook Pro 14” e 16”. In questo caso però la dimensione del display del
nuovo Air M2 è leggermente più grande di prima: la diagonale è
pari a 13.6 pollici contro i 13.3 pollici della scorsa generazione

anche se, in questo caso, la maggior superfice si guadagna sulla
componente verticale del display.




Lo schermo è il collaudato pannello Liquid Retina a cui
Apple ci ha ormai abituati e sostanzialmente è un retroilluminato a LED
con tecnologia IPS e con una risoluzione pari a 2560 x 1664 pixel con 224
pixel per pollice. C’è il supporto alla gamma cromatica P3 e c’è anche la
tecnologia True Tone che permette di adattare l’intensità
luminosa e il punto di bianco in base alle caratteristiche della luce
dell’ambiente circostante. Quello che manca qui è una luminosità ad
altissimi livelli come quella delle versioni Pro da 14 e 16 pollici (che
però sono HDR, o XDR come ama chiamarli Apple) soprattutto manca
il ProMotion
ossia quella tecnologia che spinge la frequenza
di aggiornamento a livello tali da permettere di avere a schermo uno
scorrimento estremamente fluido dei contenuti. Vale però lo stesso
discorso fatto in precedenza ossia che qui parliamo di MacBook Air e non
di MacBook Pro e dunque chi lo utilizzerà non sarà certamente un
professionista tale da volere questa funzionalità a tutti i costi. C’è
la possibilità di ridurre al minimo la risoluzione per avere maggiore
spazio a schermo
e ancora garantisce di lavorare comodamente
nella maggior parte delle situazioni quotidiane.


Bilanciamento RGB

Bilanciamento RGB

Curva di Gamma

Curva di gamma

Gamut

Gamut

DeltaE

DeltaE


Strumenti alla mano, lo schermo si comporta piuttosto bene: il
bilanciamento della scala di grigi mostra solo una lieve dominante
ciano-verde, che comunque risulta percepibile solo strumentalmente e non
intacca minimamente la resa d’immagine complessiva. Ottimo il
comportamento tonale, con una progressione corretta e molto ben aderente
alla curva di gamma canonica 2.2. La luminanza massima registrata è vicina
alle 520 candele su metro quadro (sono circa 110 nit in più rispetto al
MacBook Air di precedente generazione) con un rapporto di contrasto nativo
di 1260:1. Molto valida l’ampiezza del triangolo di gamut, che va a
coprire in maniera pressoché completa lo spazio colore DCI-P3. A valle di
tutto ciò anche la fedeltà cromatica riscontrata è vicina all’eccellenza,
con nessun campione che supera DeltaE 2 e rende questo portatile veramente
adatto per operazioni di produzione di immagini.

E come detto in apertura anche il nuovo MacBook Air M2 si
presenta ora con una tacca
nella parte superiore dello
schermo. È sostanzialmente identica a quella vista nel MacBook Pro 14” o
16” e permette ad Apple di nascondere qui una nuova videocamera
che finalmente offre una risoluzione a 1080p. Troviamo
anche una maggiore apertura della lente ed un sensore di maggior
dimensione, capace di garantire prestazioni di buon livello anche in
situazioni di bassa luminosità dell’ambiente. Le immagini effettivamente
sono più chiare e bilanciate e forse la scelta di occupare una piccola
porzione di display, alla moda di iPhone, permette di ridurre le cornici
delle schermo, compattando le dimensioni del laptop, e non occupando poi
più spazio del dovuto visto che la barra dei menu di macOS si posiziona
proprio sull’intaglio della tacca senza creare effettivamente maggiore
spessore. 


La notch piace o non piace. È senza dubbio un aspetto quanto mai
soggettivo. Apple forse avrebbe potuto evitarla con una qualche altra
soluzione esteticamente più gradevole ma è anche vero che proprio la notch
l’abbiamo sempre vista sugli iPhone dalla versione X (anche se
probabilmente sparirà proprio quest’anno con gli iPhone 14 Pro secondo le
ultime indiscrezioni) e chissà che l’azienda abbia voluto inserirla
considerandola un segno distintivo anche dei MacBook oltre che
inevitabilmente funzionale per la nuova videocamera. 

Il vero cuore del nuovo MacBook Air è però il chip Silicon M2 che
Apple ha aggiornato dopo la comparsa della prima generazione nel 2020. E
proprio in questi due anni abbiamo iniziato bene a conoscere le
potenzialità dei processori fatti in casa da Apple. Qui il Silicon M2
avvia la seconda generazione di chip M-Series e viene costruito
utilizzando una tecnologia avanzata a 5 nanometri di seconda
generazione.


Apple Silicon M2 somiglia per certi aspetti a quanto fatto con M1:
abbiamo quindi 4-Core ad alte prestazioni (Avalanche) con 16MB cache di
secondo livello condivisa. La frequenza di clock massima è qui ora più
elevata ossia pari a 3,5GHz. Ci sono anche 4-Core ad alta efficienza
(Blizzard) con 4MB cache di secondo livello condivisa. In questo caso i
Core ad alta efficienza possono spingersi fino a frequenze di clock pari a
2,4GHz. Sul fronte GPU troviamo invece una soluzione a 10 core, ciascuno
dei quali con 32 unità di esecuzione e che a loro volta sono costituite da
8 ALU: nel complesso si parla di 320 unità di esecuzione o 2560 ALU, con
una capacità di calcolo di 3,6 TFLOPs.

Con Silicon M2 l’azienda di Cupertino realizza un chipset con oltre 20
miliardi di transistor che inoltre mette a disposizione un sottosistema di
memoria unificata più veloce con il 50% di larghezza di banda in più
rispetto a M1 (ora 100 GB/s) e supporta fino a 24 GB di memoria unificata.
Ricordiamo che il precedente Silicon M1 era un System on Chip a 8-Core con
4-Core ad alte prestazioni (FireStorm) e 4-Core ad alta efficienza
(IceStorm) con i core che avevano una frequenza rispettivamente di 3,2GHz
e 2,0GHz. La GPU a 8 core invece aveva una frequenza di clock massima di
1,2GHz.  Tutto ciò si traduce, dati alla mano dichiarati da Apple, in
un incremento di prestazioni multithread fino al 18% superiori rispetto a
M1 allo stesso livello di potenza, e del 35% in più sul fronte GPU.

Oltre a questo M2 integra anche le ultime tecnologie personalizzate,
incluso un motore multimediale con un decoder video a larghezza di banda
maggiore che supporta la riproduzione 8K H.264 e HEVC, nonché un motore
multimediale ProRes per la codifica e la decodifica con accelerazione
hardware quindi l’ultimo Secure Enclave e un motore a prestazioni
superiori in grado di elaborare 15,8 trilioni di operazioni al secondo,
oltre il 40% in più rispetto a M1.  


Andiamo quindi a sondare le prestazioni del nuovo SoC, con una analisi
comparata con altri due sistemi Apple. Non disponendo di un MacBook Air di
precedente generazione, abbiamo utilizzato un MacBook Pro 13 con SoC M1 le
cui caratteristiche sono identiche a quelle di MacBook Air M1 con
l’eccezione del raffreddamento attivo. Questo ci permette quindi di
operare un doppio confronto: da un lato quello tra le due generazioni di
SoC utilizzando benchmark “rapidi”, dall’altro il comportamento con
carichi di lavoro estesi per verificare il comportamento delle misure di
thermal throttling per la gestione della dissipazione termica.
Nell’analisi c’è anche MacBook Pro 16 con M1 Pro, giusto per fornire
alcune indicazioni rispetto ai SoC Apple a più elevate prestazioni
attualmente disponibili in commercio.





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I test che abbiamo eseguito mostrano un incremento prestazionale di M2
rispetto ad M1 più significativo, come dichiarato dalla stessa Apple,
negli scenari multi-core mentre invece il guadagno di prestazioni in
attività single-core è presente ma marginale. Molto più consistente invece
è la differenza sul fronte della GPU con i due core in più e il maggior
numero di unità di elaborazione che fanno sentire il proprio peso. Ci
focalizziamo però in particolare sul test Handbrake, che ha restituto
risultati che ad un primo sguardo paiono incoerenti, a fronte di un
miglior comportamento registrato con il SoC M1. In realtà quanto
riscontrato è conseguenza diretta del raffreddamento completamente passivo
di MacBook Air, aspetto che abbiamo approfondito con l’esecuzione di un
semplice stress-test nel quale abbiamo tenuto traccia di temperature e
frequenze operative del SoC.

Frequenze operative CPU

Frequenze operative CPU

Temperature d'esercizio CPU

Temperature d’esercizio CPU

Lo stress test ci ha permesso di mettere in evidenza in che modo MacBook
Air M2 gestisca i carichi di lavoro prolungati nel tempo. Come vediamo dai
grafici, il SoC mette a disposizione immediatamente il massimo della
potenza di calcolo richiesta, spingendo la frequenza operativa dei core
Avalanche fino a 3,2GHz: questo gli consente di eseguire al massimo delle
prestazioni possibili tutti quei task che richiedono poco tempo di
esecuzione. Vediamo però che questo comportamento ha anche la conseguenza
di far schizzare fino a oltre 105C° la temperatura dei core: un livello
che non può essere mantenuto per lungo tempo. E infatti dopo circa un
minuto il chip M2 riduce le sue frequenze fino a 3GHz e poi
progressivamente fino a 2,8GHz. Ma ancora trascorsi circa cinque minuti
dall’inizio del test ecco che le misure di gestione termica entrano di
nuovo in funzione, tagliando la frequenza operativa e relegandola ad un
range compreso tra i 2,2 e i 2,5GHz: è solamente a questo livello, che
verrà mantenuto tale per tutto il prosieguo del test, che le temperature
vanno scendendo fino ad un più gestibile valore di circa 90C°.

Questo comportamento è la naturale conseguenza di ciò che accade
all’interno di un sistema completamente fanless come MacBook Air. Nei
sistemi dotati di raffreddamento attivo, sono le ventole che si occupano
di mantenere la temperatura d’esercizio entro i livelli di guardia, senza
dover andare a regolare le frequenze operative e, di riflesso, limitare le
prestazioni della macchina. Quanto visto nello stress test è la
spiegazione di ciò che abbiamo registrato con le conversioni video
eseguite con Handbrake: si tratta di benchmark che richiedono lunghi
periodi di esecuzione, durante i quali il SoC M2 non può operare alle
massime frequenze. Ecco perché, in questi specifici frangenti, il SoC M1
di precedente generazione quando raffreddato attivamente può rivelare
prestazioni migliori rispetto ad M2.


Per quanto riguarda la batteria ma soprattutto l’autonomia,
il nuovo MacBook Air M2 viene equipaggiato da Apple con una
batteria da 52,6Wh
e chiaramente non troverà problemi con i
regolamenti FAA e EASA per il trasporto delle batterie al litio a bordo di
aerei. In questo caso aprendo la scocca posteriore abbiamo visto che la
batteria per questo nuovo laptop è stata suddivisa da Apple in vari
moduli, una soluzione tale per sfruttare al meglio lo spazio sempre
risicato in queste macchine. 

I test ci hanno portato a risultati perfettamente in linea con quelli
espressi sia da Apple e cioè sulle 15 ore di utilizzo con
navigazione web
e anche le 18 ore con la riproduzione
di contenuti multimediali in streaming

MacBook Air M2, i prezzi e le opzioni di configurazione

Come sempre Apple propone agli utenti varie configurazioni dei
propri Mac in fase di acquisto
sul sito ufficiale. Anche per
questo MacBook Air M2 avviene la medesima cosa e l’utente può acquistare
le due versioni proposte dall’azienda di Cupertino così come sono state
configurate oppure aggiungere memorie, CPU diverse o anche spazio con SSD
più grandi. I prezzi delle due versioni ”standard”
preconfigurate
sono quelli di un MacBook Air M2 con CPU 8 Core
– GPU 8 Core – 8GB di RAM e 256GB di SSD a 1.529€ oppure
di un MacBook Air M2 con CPU 8 Core – GPU 10 Core – 8GB di RAM e 512GB di
SSD a 1.879€. 


Ci preme sottolineare il fatto che la decisione in fase di
acquisto sarà definitiva
perché tutte le componenti sono
integrate direttamente sulla scheda logica e questo significa che non sarà
possibile a posteriori effettuare alcun tipo di modifica. Ed è altrettanto
importante sottolineare proprio per questo che è opportuno scegliere la
propria configurazione in base alle esigenze lavorative e anche in ottica
futura, per non ritrovarsi tra qualche anno con una macchina
sottodimensionata. 

Nello specifico ecco che partendo dalla prima configurazione possiamo
scegliere di cambiare  processore, memoria o storage: 

  • Passare alla CPU M2 con la GPU a 10-Core costerà 120€
  • Aumentare la memoria da 8GB a 16GB costerà 230€, da 8GB a 24GB invece
    costerà 460€
  • Aumentare l’unità di archiviazione SSD da 256GB a 512GB costerà 230€,
    da 256GB a 1TB costerà 460€ e ancora da 256GB a 2TB costerà 920€

Se volessimo dunque arrivare ad avere un MacBook Air con M2 al
massimo
delle sue potenzialità con una configurazione con CPU
a 8-Core, GPU a 10-core e Neural Engine a 16-Core a cui aggiungere 24GB di
memoria unificata e ancora un’unità SSD da 2TB potremmo raggiungere un
prezzo di 3.029€ totali: forse con questo budget è
meglio orientarsi su qualcosa d’altro.

CONCLUSIONI 

Il nuovo MacBook Air M2 mostra passi in avanti su molti livelli.
Ha uno schermo migliore, un design nel complesso più compatto e leggero,
altoparlanti più potenti, una webcam finalmente a 1080p, una tastiera e un
trackpad sempre comodi anche dopo ore di digitazione, una ricarica veloce
ma soprattutto sicura grazie al MagSafe e ancora un’eccellente qualità
costruttiva.

I miglioramenti ci sono anche sul versante prestazionale, in particolar
modo in scenari multi-core e per quelle attività che richiedono la potenza
elaborativa di una GPU. E’ bene però inquadrare correttamente l’ambito di
impiego di questa macchina: come mostrato dai test – e come la stessa
Apple sottolinea – MacBook Air resta una proposta destinata a chi
nelle proprie abitudini di impiego non si trova ad affrontare carichi di
lavoro che saturino il sistema e si prolunghino nel tempo
: più il
task si protrae nel tempo, più proporzionalmente MacBook Air paga pegno
per via del design completamente fanless.

Insomma, largo a programmatori, fotografi e videomaker/creator che non
operino con flussi particolarmente onerosi. Si tratta di un sistema
principalmente votato alla mobilità e all’autonomia, che offre prestazioni
che consentano di fare di tutto un po’, con buoni se non ottimi “sprint”
sui task che richiedono poco tempo di esecuzione, e senza ambiti
particolari di specializzazione. Per Apple MacBook Air è e resterà sempre
un “everyday computer” capace di rispondere alle esigenze di chi, da un
computer portatile, cerca qualcosa in più di una semplice macchina da
“navigazione web e consultazione di email”.




La scelta più difficile per molti acquirenti di laptop provenienti da
vecchi MacBook Intel o anche passando da Windows a Mac per la prima volta
sarà quella tra ottenere prestazioni simili e durata della batteria con
l’Air M1 a un costo significativamente inferiore (soprattutto se si
considera lo street price) o pagare di più per le migliori caratteristiche
tecniche odierne provenienti da M2 e con un design completamente diverso.

In questo ci sentiamo di essere netti: se la potenza di calcolo non è
un’esigenza primaria, il MacBook Air con M1 rappresenta ancor oggi una
alternativa interessante
, magari nella versione con 16GB di memoria
che offrono maggior reattività e scongiurano il rischio di “impuntamenti”
durante alcuni task. Viceversa, specie se si desidera scegliere in ottica
di prospettiva futura, è meglio orientarsi sul nuovo MacBook Air con M2
disponendo così di un sistema di prestazioni superiori e con
caratteristiche costruttive migliori (lo schermo, in particolare, è
davvero di elevato livello).

Con questa generazione di MacBook Air Apple alza ancora un poco
l’asticella, e lo fa anche sul listino: il prezzo di partenza di 1529
Euro
non è un esborso trascurabile che se trova comunque
giustificazione in diversi aspetti (il già citato schermo, la robustezza
dello chassis, la compattezza e portabilità, l’autonomia e il redivivo
MagSafe), fa un po’ storcere il naso a fronte di soli 8GB di memoria, per
lo più unificata e condivisa tra CPU e GPU.





















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