Economia

L’ultima battaglia di Mino Raiola contro il «totalitarismo» della Fifa

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L’addio al procuratore dei big

Dal 2019 Raiola presiedeva il Football Agents Forum, una lobby dei Superagenti schierata contro l’ipotesi di riforma della Fifa per introdurre regole più stringenti e tetti alle commissioni

di Marco Bellinazzo

Mino Raiola (Ansa)

3′ di lettura

«Tra 10 anni la Fifa non esisterà più». L’utima battaglia professionale di Mino Raiola non la stava combattendo per piazzare l’ennesimo big da lui assistito in un top club e incassare la consueta supercommissione (quando si tratta del Superagente originario della provincia di Salerno, prima di essere emigrato con la famiglia in Olanda a neppure un anno, tutto assume misure extralarge), ma contro l’organismo di governo del calcio mondiale.

Responsabile, secondo l’agente di Ibra e Pogba, di architettare una controriforma dannosa per intermediari e procuratori. Una battaglia che adesso l’associazione lobbystica da lui fondata insieme agli altri Superagenti nel 2019, il Football Agents Forum, e presieduta fino alla sua prematura scomparsa, dovrà portare avanti.

La battaglia contro la Fifa

«Anni fa – ricordava Raiola pochi mesi addietro in un’intervista a Sport Voetbal Magazine – ho urlato che la Fifa è la mafia, mi hanno riso dietro. Intendevo dire, ha la stessa struttura e forma della mafia. È una famiglia corrotta, non violenta, ma molto opaca, focalizzata sull’accumulare potere e controllo con enormi conseguenze sul calcio».

In effetti la Fifa di Gianni Infantino punta a cambiare dal 2023 la deregulation varata dall’ex presidente Joseph Blatter fra il 2014 e il 2015 e che è stata di fatto all’origine della crescita esponenziale delle provvigioni, nonché della creazione di una sorta di oligopolio, con mega-agenzie che hanno concentrato la rappresentanza dei calciatori e degli allenatori più pagati e i relativi introiti.

La stretta che la Fifa ha in cantiere e che prevede tra le altre cose un tetto alle commissioni e un limite alla possibilità di rappresentare in un singolo affare tutte le parti in causa – una specialità di Raiola, divenuto negli anni vero e proprio dominus del mercato e degli equilibri economico-sportivi, è stata fin qui fortemente ostacolata dall’opposizione della lobby di Superagenti.

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