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L’ostruzionismo della Lega blocca droga e ius scholae

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Alla fine quello euforico è proprio Matteo Salvini. Ostruisci di qua, ostruisci di là, e alla fine i temuti decreti su cannabis e ius scholae finiscono in un cassetto. Almeno per ora. Salvini gonfia il petto: «Grazie alle barricate della Lega, rinviati droga libera e cittadinanza facile. Ora, occupiamoci di tasse e lavoro. Promessa mantenuta!». Cosa è accaduto? Un po’, visto il putiferio sul fronte grillino, aprirne un altro col Carroccio sarebbe stato pericoloso. Un po’ perché, proprio mentre si voleva «aprire» alla cannabis, proprio sul sito del governo è apparso un dossier dove si snocciolano i danni che fanno gli spinelli.

Proprio nel giorno in cui Mattia Santori, consigliere comunale di Bologna con delega al Turismo e alle Politiche giovanili, sempre quota dem, dichiara di coltivare cannabis sotto le lampade in casa, sul sito di palazzo Chigi spunta il manuale contro la legalizzazione che spiega gli effetti devastanti delle droghe leggere definite il nuovo «oro verde».

Il dipartimento per le politiche antidroga della presidenza del Consiglio dei ministri guidato dal ministro Fabiana Dadone del M5s, pubblica un manuale nel quale si dice che «gli studi scientifici più accreditati hanno dimostrato da anni che la cannabis è una sostanza psicoattiva, neurotossica e pericolosa per la salute mentale e fisica propria ed altrui».

L’articolo cita i contenuti di un manuale e snocciola dati allarmanti: il consumo di cannabis, si legge sul sito governativo, è responsabile dell’aumento del rischio di evolvere verso l’uso di eroina e cocaina (oltre il 90% delle persone tossicodipendenti da eroina hanno iniziato con la cannabis); aumento del rischio di morte per incidenti stradali di 8.2 volte (95% CI 6,3-10,5); aumento del rischio di morte per suicidio di 5,3 volte (95% CI 3,3-7,9); aumento del rischio di morte per omicidio/violenza: 3,8 (95% CI 1,5-7,9); aumento del rischio di morte per cause naturali 2,8 (95% CI 2,0-3,7).

Ecco, appunto. Meglio non insistere sul ddl cannabis, allora. Il capogruppo del Carroccio Molinari gongola: «In aula si è trovato un accordo tra i Gruppi e la legalizzazione della cannabis e lo Ius scholae sono stati rinviati. Il Paese ha bisogno di risposte concrete su caro energia, lavoro e tasse, non di temi divisivi. L’arroganza e la baldanza dimostrata dalla sinistra si è scontrata con la Lega. Letta e i 5Stelle hanno dovuto far marcia indietro. La Lega è compatta e lo ha dimostrato ancora una volta».

Il Carroccio per tutto il giorno aveva mostrato i denti: «Ora vi dico quello che non voteremo: non voteremo la droga, la cittadinanza facile, il ritorno alla Fornero, la riforma del catasto ai valori di mercato», aveva detto Massimo Bitonci, al termine del suo intervento in Aula, alla Camera. E Salvini: «Chi si schiera per la droga libera è responsabile della perdita di migliaia di giovani e non. La sinistra si assume la gravissima responsabilità di contraddire quanto si legge sul sito ufficiale del governo Draghi di cui fa parte, mettendo in crisi la maggioranza. Così fa il male delle future generazioni e dell’Italia».

Tutti i deputati della Lega hanno chiesto la parola, e sono intervenuti «a titolo personale». I 65 interventi avevano un obiettivo preciso: fare ostruzionismo in modo da rallentare i lavori alla Camera, in vista dell’arrivo in Aula del dl cannabis e dello Ius scholae. L’obiettivo: far slittare il più possibile l’esame delle votazioni sui due disegni di legge che non piacciono alla destra. Obiettivo raggiunto.

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