Liceo Leonardo occupato a Milano, strappo studenti-preside: la «faida» sulla rappresentanza
di Giovanna Maria Fagnani
Liceo scientifico Leonardo di via Respighi a Milano, l’occupazione dopo l’invio degli ispettori e lo scioglimento del Consiglio d’istituto. I ragazzi: «Siamo rimasti senza voce nella scuola». Indagine post Covid: stress, ansia e docenti poco dialoganti
L’ondata delle occupazioni studentesche segna la ventitreesima tappa (da gennaio a oggi) al liceo scientifico Leonardo di via Respighi a Milano. Lunedì mattina, invece di entrare a lezione, alcune centinaia di alunni si sono ritrovati davanti all’istituto, in via Respighi, dove hanno dato vita a un picchetto e a un’assemblea, al termine della quale si è decisa l’occupazione. I ragazzi sono quindi entrati nei locali della scuola e hanno appeso sulla facciata uno striscione che rivendica la protesta. La situazione è in divenire, seguirà un tentativo di accordo con la direzione sulle modalità di svolgimento dell’occupazione.
La faida interna
Nella maggior parte degli istituti occupati da gennaio a oggi, le motivazioni erano di carattere generale. Qui il focus è sulla diatriba interna che ha portato allo scioglimento del consiglio di istituto da parte dell’Ufficio scolastico regionale. Scioglimento che i ragazzi contestano, perché li priva di rappresentanza. «Quando le persone che ti rappresentano e che hai votato perdono ogni tipo di potere, non è possibile rimanere fermi a guardare» scrivono nel documento che motiva l’occupazione. Gli studenti accusano gli ispettori dell’Usr di non averli sentiti, ma di aver agito solo sulla base di documentazione fornita dalla presidenza e promettono ricorso contro il decreto «ben sapendo che sarà pressoché impossibile ottenere un verdetto entro la fine dell’anno scolastico. Quasi al 100 per cento la voce degli studenti non sarà più presa in capitolo fino alla fine dell’anno e crediamo che ciò sia una vera e propria follia».
Il manifesto degli studenti
Il documento cita poi un sondaggio sul benessere psicologico diffuso dal Collettivo nei mesi scorsi. «I dati riguardanti il rapporto tra studenti e professori hanno mostrato che il 65 per cento degli allievi sostiene di aver trovato degli insegnanti che non supportano i propri studenti e non aiutano nei casi di difficoltà, anzi spesso sono loro stessi a creare problemi». Inoltre, «l’84 per cento del campione sostiene che il carico di lavoro provochi preoccupazione e ansia e il 30 per cento sostiene di provare spesso stress e ansia anche quando non deve ricevere valutazioni». Da qui alcune proposte: «Incontri trimestrali, considerabili come ore di educazione civica, con esperti, finalizzati ad aumentare la conoscenza e la consapevolezza degli studenti riguardo la salute mentale e ai vari disturbi psichici. Questi incontri potrebbero così diventare uno spazio dove noi ragazzi troviamo l’opportunità di comprendere meglio non solo noi stessi ma anche le persone che ci sono vicine» e poi incontri obbligatori per i docenti per sensibilizzarli sull’argomento: «Un’ottima base per instaurare rapporti migliori tra studenti e docenti».
I trasferimenti
Gli allievi denunciano poi un alto tasso di trasferimento scolastico. «In nessun’altra scuola avviene questo fenomeno. Il liceo scientifico statale Alessandro Volta, spesso paragonato al nostro liceo in termini di difficoltà, ha un tasso di trasferimento scolastico nettamente inferiore». Cosa chiedono? «Non agevolazioni, ma in certi casi dovremmo avere una didattica volta ad aiutare lo studente stesso, senza demoralizzarlo.Il fatto che così tanti ragazzi cambino scuola è un chiaro segnale che troppo spesso lo studente viene lasciato solo dai professori, ma soprattutto che nessuno faccia notare questa cosa ai professori stessi».
Se vuoi restare aggiornato sulle notizie di Milano e della Lombardia iscriviti gratis alla newsletter di Corriere Milano. Arriva ogni sabato nella tua casella di posta alle 7 del mattino. Basta cliccare qui.
28 marzo 2022 (modifica il 28 marzo 2022 | 11:23)
© RIPRODUZIONE RISERVATA