Economia

L’ex pm Turone: “Il “metodo Falcone” vive nell’indagine sulla strage di Bologna”

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Podcast

A 30 anni dalla morte del giudice istruttore, la sesta puntata del podcast “Il metodo Falcone” raccoglie le voci di alcuni suoi stretti collaboratori per tentare di capire “se” e “chi” ha raccolto il lascito professionale. Frecciate alla magistratura degli ex pm Antonio Ingroia e Paolo Bernasconi.

di Roberto Galullo e Angelo Mincuzzi

2′ di lettura

Il giudice istruttore Giovanni Falcone ha lasciato un’eredità enorme dal punto di vista professionale – “segui i soldi, troverai la mafia” – e umano. È giusto chiedersi se in questi lunghi anni che separano l’Italia dalla strage di Capaci, ci siano o siano stati Servitori dello Stato che facciano o abbiano fatto rivivere quelle tecniche di indagine. Con lo stesso spirito e senso del sacrificio.

Nella sesta puntata del podcast “Il Metodo Falcone” – disponibile su Spotify, Apple Podcast e tutte le piattaforme audio – alcuni dei più stretti collaboratori del giudice istruttore esprimono la loro opinione.

L’ex collega Antonio Ingroia – lo ascoltate – lancia frecciate contro una parte della magistratura, così come del resto fa l’ex magistrato svizzero Paolo Bernasconi, mentre il generale della Gdf Ignazio Gibilaro preferisce soffermarsi sull’ampia e ormai irrinunciabile condivisione internazionale delle tecniche.

Chi risponde in maniera più diretta è l’ex giudice istruttore di Milano Giuliano Turone, che proprio con Falcone ha scritto un manuale sulle indagini antimafia, presentato ai colleghi nel lontano giugno 1982 nel corso di un seminario del Csm.

Turone si richiama dalla sentenza di primo grado della Corte d’Assise di Bologna che il 6 aprile 2022 ha condannato all’ergastolo Paolo Bellini, alias ‘Primula nera’, ex membro di Avanguardia nazionale, per la strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, che costò la vita a 85 persone e provocò 200 feriti. La procura generale sta laboriosamente mettendo in fila la filiera dei finanziamenti occulti di quella strage, che sarebbero riconducibili all’estrema destra e alla massoneria deviata.

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