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Leader di destra brucia il Corano. In Svezia violenze contro l’islam

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19 Aprile 2022 – 06:00




Tour nelle città di Paludan, scontri con la polizia: 40 arresti e 34 feriti. “Chiare infiltrazioni criminali”







Leader di destra brucia il Corano. In Svezia violenze contro l'islam






La polizia svedese ha arrestato oltre 40 persone per i disordini scoppiati durante alcune manifestazioni islamofobe di estrema destra svoltesi nel fine settimana in varie città del Paese, tra le quali Stoccolma, Malmö, Norrköping, Örebro e Linköping. Il bilancio parziale è di 34 feriti (20 poliziotti e 14 civili), ma la polizia parla di «26 colleghi feriti, 20 veicoli danneggiati o distrutti, 14 persone civili feriti» e di un «numero medio di dimostranti aggressivi di circa 200».

Tutto è nato dal tour in Svezia del politico danese di estrema destra Rasmus Paludan, leader del partito anti-Islam «Stram Kurs» («linea dura»), che in alcune città ha bruciato pubblicamente una copia del Corano. Paludan, noto per i numerosi video anti-islamici pubblicati su YouTube, ha fondato «Stram Kurs» nel 2017 ma alle elezioni del 2019 in Danimarca non ha superato la soglia del 2 per cento necessaria per accedere al Parlamento. Il quarantenne, che dal 2020 ha acquisito anche la nazionalità svedese, chiede la messa al bando dell’Islam e l’espulsione di tutti i «richiedenti asilo non occidentali» dalla Danimarca. Paludan non è nuovo all’atto di bruciare il Corano, che per lui assume il significato di un «tributo alla libertà di parola». Paludan nel novembre del 2020 fu arrestato e poi espulso dalla Francia, mentre cinque militanti del suo movimento furono arrestati in Belgio nello stesso periodo con l’accusa di voler diffondere l’odio bruciando un Corano a Bruxelles.

Le manifestazioni vanno avanti in Svezia da giovedì. La più violenta si è verificata a Örebro, dove sono stati feriti 12 poliziotti, diverse auto di pattuglia sono state date alle fiamme, due dimostranti sono finiti in manette e un passante è stato colpito da una pietra. Altri tafferugli sono avvenuti a Rinkeby, sobborgo di Stoccolma con un’elevata quota di popolazione immigrata, dove sono state arrestate otto persone.

Il capo della polizia svedese, Anders Thronberg, ha parlato di manifestazioni molto violente, per contrapporsi alla quali gli agenti sono stati costretti a usare armi per legittima difesa. «Ci sono molte indicazioni che l’obiettivo fosse la polizia», ha detto Thornberg, secondo cui ci sono evidenze che ai tumulti avrebbero partecipato, oltre ai residenti indignati di alcune aree ad altra presenza di extracomunitari, anche di elementi criminali e ha affermato che ci sono elementi che collegano i tumulti alla criminalità organizzata. «Abbiamo informazioni su un incitamento alla violenza contro la polizia che è stata effettuato dall’estero», ha detto Thornberg.

Le manifestazioni hanno scatenato le proteste di diversi Paesi musulmani, oltre che della popolazione svedese, tra cui molti emigrati islamici. L’Arabia Saudita ha condannato ciò che ha definito «l’abuso deliberato del sacro Corano da parte di alcuni estremisti in Svezia».




























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