Le bombe sul monastero, l’ira di Zelensky: «I russi sapevano che c’erano solo civili dentro»

di Lorenzo Cremonesidi

L’attacco sulla struttura lignea di Tutti i Santi a Sviatohirsk Lavra, uno dei più noti monasteri ortodossi della regione di Donetsk. Il presidente: «60 bambini all’interno». Mosca: «Sono stati gli ucraini»

Dal nostro inviato


UMAN (Ucraina occidentale) — Ancora il patrimonio culturale, religioso e architettonico dell’Ucraina torna vittima della guerra scatenata dall’invasione russa cominciata ormai 101 giorni fa. Questa volta ad essere in fiamme è la magnifica e antica struttura lignea di Tutti i Santi, nel complesso del Sviatohirsk Lavra, uno dei più noti monasteri ortodossi della regione di Donetsk, proprio nel cuore del Donbass conteso.

Le accuse di Zelensky

Colpito da alcune bombe in mattinata, l’intero corpo centrale è in fiamme: bruciano i campanili, le torri e la parte alta dalla basilica. Di chi è la colpa? Mosca e Kiev da parte loro negano ogni responsabilità e si accusano a vicenda. «Un altro crimine commesso dai barbari russi, i quali non hanno alcun rispetto per il sacro», scrive su Facebook Yuri Kochevenko, un ufficiale dell’esercito ucraino sul posto, allegando diverse immagini del monastero che arde come un cerino. Il governo di Kiev conferma l’incendio, aggiungendo che al momento del bombardamento nel monastero si trovavano oltre 300 sfollati. Il presidente Zelensky denuncia via Telegram: «Gli occupanti sapevano cosa stavano bombardando. Sanno che non ci sono militari nel territorio del monastero, solo 300 laici che avevano trovato rifugio e tra loro 60 bambini. Ma i russi l’hanno bombardato lo stesso, come il resto del Donbass».

La versione di Mosca

Il ministero della Difesa a Mosca accusa direttamente le «truppe nazionaliste» ucraine e in particolare i soldati della 79esima Brigata d’assalto aviotrasportata. «Secondo fonti locali, sono state sparati proiettili incendiari da una potente mitragliatrice montata su di un mezzo blindato del tipo Kozak», si legge con l’aggiunta per cui in questo momento le unità russe non starebbero operando nella zona del monastero proprio per evitare di danneggiarlo.

La storia dal Cinquecento ai bolscevichi

Il danno è comunque molto grave. I primi riferimenti scritti al monastero risalgono al 1527. Nel 1827 Caterina II lo volle chiudere, ma venne ben presto riaperto sino alla Rivoluzione Russa nel 1917. Nel 1922 il governo bolscevico ne impose la chiusura e lo volle trasformato in struttura civile, venne rimesso in funzione nel 2004 dal patriarcato di Kiev legato a quello di Mosca del patriarca Kirill. Negli ultimi mesi il complesso monastico è stato colpito più volte dalle bombe. Oggi è toccato alla struttura lignea di Tutti i Santi. Il 12 marzo venne danneggiato dall’aviazione russa il corpo principale e una seconda volta il 4 maggio, quando furono feriti 7 civili sfollati. E nuovamente il 2 giugno, quando hanno perso la vita altri due civili.

4 giugno 2022 (modifica il 4 giugno 2022 | 20:59)

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