La Zanzara, lite Giovanardi-Parenzo: ‘Criminalizzate alpini ma applaudite il Pride’. ‘Dici cose gravi. Aspettiamo tue scuse su Cucchi’
Scontro rovente alla Zanzara (Radio24) tra l’ex senatore Carlo Giovanardi e David Parenzo. La miccia è data dalle parole di Giovanardi sui casi di molestie avvenute durante l’adunata degli alpini a Rimini: “Qui abbiamo due pesi e due misure. Al Gay Pride dileggiano Cristo, la Madonna e i Santi e tutti applaudono e dicono che va benissimo. E invece questi vecchietti (alpini, ndr) vengono criminalizzati“.
Il giornalista insorge: “Ma non è che al Gay Pride chi partecipa passa a palpare le persone. Cosa dici? Cosa c’hai nella testa?”.
“Ah, non lo so – ribatte Giovanardi – Non sai neanche tu cosa facciano al Gay Pride. Io sono una persona ragionevole che non si fa pigliare per i fondelli dalla propaganda di una macchina del fango che ha voluto criminalizzare 400mila alpini”.
“Hai detto una cosa gravissima – replica Parenzo – Ogni volta aggravi la tua situazione. Nessuno ha voluto criminalizzare 400mila alpini”.
Giovanardi ribadisce: “Ma può darmi fastidio il Gay Pride? Ho chiuso i miei conti correnti nella banca di cui ero stato dipendente perché finanziava il Gay Pride, cioè un evento dove viene dileggiato Cristo, la Madonna, la religione. Ho scritto alla banca che mi ha risposto che andava benissimo così”.
“Io veramente aspetto ancora che questo signore chieda scusa sul caso Cucchi, dopo tutti gli sputi che ha lanciato”, controbatte Parenzo, che invita più volte Giovanardi a chiedere scusa alla famiglia di Stefano Cucchi.
La polemica deflagra irrimediabilmente e Giovanardi ripete le sue tesi tristemente note: “La famiglia Cucchi ha perso con me, perché la causa che ha intentato nei miei confronti è stata archiviata. Io ho sempre detto la verità. Secondo me, la condanna ai carabinieri è stata eccessiva, perché sarebbe bastato un bicchiere d’acqua o che fosse stato semplicemente curato anche per le patologie che aveva. E Stefano Cucchi si sarebbe salvato”.
E alla domanda di Giuseppe Cruciani che gli chiede se è sempre convinto che c’entri la tossicodipendenza di Stefano con la sua morte, l’ex senatore risponde: “Ma certamente sì”.
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