La sinistra ipocrita crocifigge gli alpini e assolve stupratori perché immigrati
Gli stupri di capodanno in piazza Duomo non sono bastati. Maledetti siano i politici ignoranti e quelli in malafede. Ed è difficile decidere chi siano i peggiori, oggi che abbiamo scoperto come delle ragazzine non possano tornare da Gardaland in treno senza essere violentate da un branco di extracomunitari infoiati e sicuri dell’impunità. Cosa c’entra qui sottolineare la loro origine?
Molto, dopo che per qualche apprezzamento, oggi la cultura drammaticamente dominante dice «catcalling», gli alpini al raduno di Rimini sono stati trasformati da eroi in spregevoli delinquenti, depravati e da crocifiggere su giornali, trasmissioni tivù, piazze e social da femministe, femministi e compagnia insultante. Un’intollerabile e mai nemmeno immaginabile caccia all’alpino culminata in una, dicasi una, denuncia alle forze dell’ordine. Sì, solo una, perché questo è stato, a fronte di paginate di accuse culminate nella richiesta di abolire l’annuale adunanza di quelle penne che da sempre sono l’orgoglio di chi ben pensa e ben vive. E non è disposto a considerare i loro cori che nella malinconia delle trincee ricordavano le «belle bambine» uno stupro e motivo di scandalo.
Eppure per loro si è mossa tutta l’intellighentia di sinistra e il becerume progressista, mentre nessuno ha alzato un dito per chiedere ragione della presenza ormai evidente di una seconda generazione di origine extracomunitaria che considera le donne una preda e le leggi un trascurabile accidente. Niente altro che il risultato della politica scriteriata e criminale di chi per anni non ha visto o ha finto di non vedere che anche le nostre città si avviavano sulla china già percorsa dalle banlieu parigine o di Bruxelles, diventate terra di conquista di bande criminali formate da giovanissimi non più disposti al rispetto di qualunque regola della civile convivenza.
Risultato inevitabile dei ghetti in cui i politici di sinistra hanno ammassato i loro genitori, pensando di utilizzarli un giorno come bacino elettorale o come forza d’urto contro i politici che avevano il coraggio di denunciare i rischi di un’immigrazione incontrollata. E diventata ora incontrollabile. Con la conseguenza che oggi a pagare le loro colpe sono delle sedicenni di ritorno in treno da Gardaland.